Cari lettori, per me il nuovo anno significa molto. Non solo un anno in più sulle spalle ma il concretizzarsi di una vecchia e purtroppo inossidabile certezza: per un autore sincero, genuino, che voglia scrivere quel che sa e conosce, non c'è spazio nell'editoria tradizionale italiana.
Come forse avete letto nei post precedenti, la mia decisione di mettere un limite all'arroganza di certi editori, scade con la fine del 2020. Ad essere sincero, e non posso far altro con voi che avete ancora la bontà di leggere le note di questo blog, la grande editoria italiana, ovvero quanti riescono ad arrivare ad esporre i loro prodotti nelle librerie è ormai facilmente classificabile in negativo.
Non pubblica chi non accetta di far parte del sistema vigente. Un sistema classificatorio e insopportabile che include i media tradizionali soprattutto ma non solo. Insomma, pubblica chi serve il Sistema. Io, per costituzione, per insofferenza, non posso farne parte. E, del resto, lor signori non hanno mai mancato di determinare la loro personale insofferenza per chiunque, anche valido tecnicamente (ovvero: sa scrivere) non accetta di piegarsi ai loro diktat.
Nei piccoli editori, ciò può significare pagarsi le stampe e talvolta la distribuzione dei propri testi; nei grandi, esser dotati di presentazioni politico-partitiche. Senza considerare che se non sei nelle librerie, in Italia, non sei nessuno, questa è la verità. Ma non esiste solo il mercato italiano.
Su Internet, la strada maestra è una sorta di auto-pubblicazione che passa per vari siti, Amazon in testa per completezza d'offerta e facilità di utilizzo. In Italia ci sono valide alternative e comunque più o meno, l'utilizzo per gli scrittori è molto simile.
Un ostacolo è il ruolo che questi editori on line non confessati non vogliono svolgere, ovvero proprio il ruolo di editori il che pone gli iscrittori che si affidano ai loro servizi in una posizione delicata. Se i loro libri li pubblica un editore, i proventi (eventuali) sono denunciabili al fisco tramite i soliti modelli 730 o Unico. Altrimenti, pare proprio che un piccolo scrittore coraggioso e testardo debba dotarsi di partita IVA, come se vendesse merci o prodotti di vario genere.
Ecco che le pretese del mostro chiamato Fisco saldano in negativo le difficoltà di chiunque voglia scrivere e diffondere i suoi testi con le pretese fiscali di uno Stato che sa elargire i suoi favori solo agli editori e non agli scrittori.
Eppure è evidente che se un grande centro di distribuzione come Amazon, e gli omologhi italiani, raccolgono testi, seppure tramite offerta libera, li espongono nelle loro vetrine on line, li distribuiscono ovvero li vendono al pubblico, non sono altro che editori, che vogliano o no definirsi tali.
Ecco che, al dunque, chi vuole liberamente offrire il frutto della propria creatività non ha altra scelta che scontrarsi con le contraddizioni di un sistema coercitivo al massimo livello che comunque può indebolirsi e scricchiolare proprio mediante i propri interni cortocircuiti.
Guardate il problema per quel che è: in gioco c'è la libertà di espressione tutelata dalla Costituzione che i padroni dei media vogliono gestire e i colossi del commercio elettronico vogliono utilizzare per il proprio tornaconto. E in mezzo ci siamo noi che scriviamo.
Non resta che prenderne atto e fare di necessità virtù. Ovvero, rivolgerci a chi spadroneggia sulla Rete e che si deve poter scontrare, moto proprio, con le pretese ridicole di un potere fiscale che vuole paragonare chi vende il prodotto della propria creatività a un negoziante qualunque.
Per me, questo significa riaprire la mia pagina Amazon in tutta la sua, ricca, offerta di romanzi e racconti gialli, thriller, noir e di fantascienza e arricchirla di traduzioni in inglese dei vari testi. Amazon, che voglia o no, è un editore a tutto tondo che oltre a pagare le tasse negli Stati Uniti, regolerà le sue eventuali pendenze con il mostro fiscale italiano, così duro con i deboli e così molle con i potenti.
Per quanto attiene all'editoria di grande livello in Italia, gli si rivolgerà contro la sua stessa modalità di esclusione dei validi scrittori nazionali, me incluso.
Posso garantire a lor signori che pubblicherò un romanzo, di genere e di facile ma notevole lettura, o una raccolta di racconti a prezzo stracciato ogni tre mesi per tutta la vita che mi resta. E spenderò certamente qualcosa per tradurre questi testi in lingua inglese. Per i lettori questo significa procurarsi un ebook a pochi centesimi che si potrà leggere comodamente o tramite il computer o tramite un pad o dispositivo elettronico portatile. Quindi, nessuna necessità di recarsi nelle librerie spendendo dieci volte tanto per leggere quel che decidono gli altri.
Sceglierete tra me, e tanti come me, oppure ciò che vuole farvi leggere il Sistema spendendo molto di più? A voi la scelta, a me la libertà di scrivere quel che voglio. Vi par poco?
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