Nello squallido contesto in cui il potere costituito italiano obbedisce al dettato di Davos, il ruolo di stampa, cartacea e televisiva, è certamente di contorno ma non meno fastidioso e scandaloso. Ora appare chiaro e oltremodo veritiero quel 41^ posto nella classifica della libertà di stampa internazionalmente accettata come veritiera o comunque verosimile.
Nell'editoria in senso lato non va molto meglio. Da noi, se non puoi mostrare la lettera di presentazione di un politico o di un industriale, non pubblichi neanche una cartolina.
Sinceramente il coro uniforme dei quotidiani nazionali, senza alcuna eccezione, che stanno accompagnando e confortando la dittatura sanitaria in Italia è veramente ignobile.
Le proprietà editoriali sono certamente contigue al mondo industriale che sta beneficiando, in qualche modo, dal regime in auge. Ma è anche vero che un governo ridicolo, nato da un'immonda accozzaglia di partiti che facevano finta di litigare solo nell'ultimo governo della presente legislatura, e ora sono uniti nel beatificare e servire l'ennesimo colonnello scelto nel mondo dei banchieri europei, dovrebbe far ribollire le coscienze di molti, pretesi, giornalisti.
La stampa non sa svolgere più quel ruolo di cane da guardia della libertà nei confronti del potere costituito, si limita a divulgarne le gesta, aggiungendo commenti servili. Lo vediamo in modo talmente realistico e plastico in questi anni bui della dittatura sanitaria, dove un virus riesce a modellare completamente la vita di un intero pianeta.
Fa comodo fare miliardi con i vaccini, imporre segregazioni tramite multe e Green Pass e soprattutto dividere la gente tra fruitori del siero magico e oppositori di una cura non rischiesta e non voluta.
Nessuno che ricordi, tra questi eroi al negativo della stampa odierna, che esistono trattati internazionali che l'Italia sta ampiamente violando. Sono troppo presi, anche quando vanno a occuapare studi televisivi, a incensare il verbo di un signore non eletto da nessuno che pontifica di costrizioni vaccinali in diretta televisiva.
Un indegno coretto continuo e beffardo. Meritate il millesimo posto nella libertà di stampa, per quanto mi riguarda. E noi non meritiamo voi.
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