Questo Paese è in grave pericolo. Senza l'energia proveniente dalla Russia, la nostra industria di trasformazione rimane a secco. Anche dal punto di vista energetico, andranno urgentemente abbandonate le follie della cosiddetta svolta verde dato che la cosa più immediata da fare è ripristinare le centrali a carbone, ovviamente ben filtrate per evitare l'inquinamento.
Inoltre, la crisi valutaria che si abbatterà ben presto sull'euro, lo farà svalutare tremendamente e questo, paradossalmente, aiuterà la nostra economia interna. Eppure l'Italia deve cambiare i beni da esportare: l'industria manifatturiera non può competere più di tanto con la poca energia che avremo a disposizione.
Dobbiamo necessariamente tornare all'agricoltura e in modo massiccio. La nostra capacità produttiva deve concentrarsi sui cibi vegetali, grano e altri cereali in testa, legumi e frutta.
Nel primo caso, il surplus di produzione può essere esportato; per gli altri, vale la possibilità di sfamare il popolo. Inoltre, parti delle coltivazioni dei cereali possono costituire carburante per ottenere calore ed energia.
La Globalizzazione è finita a causa della rivolta del blocco orientale, capeggiato da Putin anche se il ruolo della Cina potrebbe avere degli sviluppi anche contraddittori. Per ora, dobbiamo capire che il dollaro cesserà di essere la moneta di scambio mondiale e diventerà solo una delle varie monete, accanto a euro, yuan e rublo, insieme alla rupia indiana tra qualche tempo.
Le potenze nascenti a Oriente, dato che detengono la disponibilità di risorse energetiche e di terre rare, potrebbero farla da padrone anche nello sfruttamento dell'Africa, la vera risorsa su cui sta investendo mezzo mondo ma non noi, schiavi come siamo di due padroni: USA ed UE.
Ben presto, un paese manufatturiero come il nostro, si troverà in una doppia morsa; da un lato la carenza energetica; dall'altro, la cessazione di ordinativi per l'industria di trasformazione.
In casi come questo, è necessario pensare prima al pane, poi al resto. Serve un governo pragmatico e che non si venda, come sempre, al padrone americano o rischiamo di fare la fine dei sorci. E stavolta, dopo i regali a Big Pharma, all'industria bellica USA con gli F35 e le basi dislocate ovunque in Italia, la prossima fermata sarà la morte per fame degli Italiani.
Pensateci, dato che presto andremo a votare perché il servile e devastante governo Draghi imploderà del tutto.
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