Se ne parla spesso e si discute sulla sua natura e gli effetti che provoca su di noi e le nostre storie personali. Il Tempo, molto maggiormente che lo Spazio, che semplicemente rappresenta il nostro recinto e le distanze con il recinto altrui, riveste un ruolo talmente importante nelle nostre vite che quasi non ce ne accorgiamo, ma si considera sempre quando ormai sta per finire.
Misuriamo la vita stessa con lo scorrere del tempo che ci vede neonati del tutto indifesi venire al mondo, per poi crescere velocemente e far vivere l'infanzia come un lampo, per poi sfociare nella pubertà e nell'adolescenza, vissute con la tempesta ormonale che invariabilmente conduce al pieno dell'età riproduttiva, quando fatalmente la coscienza si scontra con la carne e i suoi desideri.
Morale, fantasie e bisogno di comunanza ci fanno confondere le varie forme di amore durante gli anni che seguono, fino a rispecchiarci, se va bene, negli esseri che chiamiamo in questo mondo tramite la riproduzione, tra erotismo e voglia di perpetuare la nostra identità di specie.
Il Tempo che scorre lo celebriamo nei compleanni, prima i nostri, poi quelli di figli e nipoti, talvolta dei nostri genitori. Quando mancano, contiamo il Tempo che hanno vissuto con noi, e ne celebriamo la memoria. Operazione fondamentale nelle civiltà arcaiche e che ora viene adeguatamente perpetuata soltanto in Giappone e in pochi, altri, luoghi del pianeta dove pensiamo di trovarci.
Intanto i nostri anni crescono, come aumentano le esperienze e persino gli errori. La variabile impazzita che diventa man mano fondamentale è proprio il Tempo che dimostrano le nostre fattezze: schiene che si incurvano, capelli che spariscono o cambiano velocemente colore, membra che si fiaccano. Ci ritroviamo a zoppicare, senza vederci bene e con un aspetto che curiamo più o meno come si curano i vecchi oggetti nei musei.
La vecchiaia è un nemico che tocca le persone in modo molto difforme. Forse, colpendo maggiormente i corpi già indeboliti da stili di vita malsani e malattie congenite o dovute all'ambiente. Di sicuro, dipende dai percorsi spirituali intrapresi, talvolta con esiti imprevisti. Allora, in questa fase, il Tempo diventa un cortese alleato.
Si conta perché inizia a scarseggiare e si cerca di prevedere la sua durata nel nostro corpo che, inevitabilmente, perde vigore ma accumula la necessaria esperienza. Questa è l'unica virtù che si accresce, mentre tutte le altre decrescono: forza e vigoria fisica, bellezza, se mai c'è stata; lucidità e prontezza di ragionamento e persino la memoria.
Se non intervengono malattie invalidanti, una vecchiaia sana e normale, diventa persino gioiosa anche se toglie la voglia di unirsi sessualmente con un'altra persona. Una precauzione che lo spirito umano ha preso per i giorni a venire. Chi è tornato a parlarci dall'Aldilà, ci dice che in quelle terre ci si ama tramite lo scambio di energie differenti dai fluidi corporei.
Il corpo eterico, infatti, si identifica facilmente con il corpo psichico, ovvero l'insieme dei sentimenti. Quindi, se il nostro animo è puro, gioioso e vivido, il nostro corpo psichico sarà parimenti bello e forte. Ecco per quale motivo la morte dovrebbe cogliere il meglio del nostro spirito quando arriva, come il fatidico ladro nella notte.
La qualità della vita immediatamente successiva al trapasso dipende da come moriremo, in quale condizione di spirito o meglio i sentimenti che prevarranno nel nostro essere. L'ultima sfida è questa. La serenità, la vita nel pensiero mentre finisce di vivere il corpo, costituiscono ordini impartiti al corpo psichico o sottile o di sogno che dir si voglia.
È il corpo che abbiamo usato durante i milioni di sogni fatti sulla Terra mentre dormivamo. Questo è uno degli ultimi segreti che questo, modesto, scrittore vuole lasciarvi prima che il Tempo faccia il suo corso.
Un censore? Un amico? Un nemico spietato? Pensate quel che volete perché non cambierà la sua natura. Ne ho parlato diffusamente nel mio romanzo BAGLIORI SUL BULICAME, scritto per celebrare la memoria di un grande scrittore, medium e archeologo viterbese che seppe come piegare il Tempo che lo separava dalla sua precedente incarnazione nelle vesti di un alto sacerdote etrusco.
Fu scritto due mesi prima dell'inizio della Trilogia dei Rettiliani che resterà a identificare la mia attività di scrittore per sempre. All'epoca, io mi occupavavo prevalentemente di parapsicologia. Lo Spiritismo, di cui si parla diffusamente nel romanzo, abita nella porta accanto.
Leggetelo e capirete cosa mi ha portato, e perché, a occuparmi di addotti, cioè di persone che ritengono di aver subito un rapimento da parte degli alieni. Leggetelo, se volete saperne di più sul Tempo. Come gli altri, miei, romanzi ha il costo di un caffè al bar. Buona lettura.
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