mercoledì 16 marzo 2022

La mitologia nei film di regime

 Ci si potrebbe chiedere il motivo che spinge i nostri secondini a parlare chiaro e dire la verità. Una volta compreso tale motivo, non lo si chiede più. I secondini nascondono la via per la libertà e la chiudono con cancelli e lucchetti, oltre alle catene naturali che ci trasciniamo dietro a partire dal cordone ombelicale. 

La libertà la possiamo sognare, desiderare ma non si vede da qui, non si scorge oltre il monte che nasconde la nostra vita alla Valle dell'Eden, e dalla Valle dell'Eden, la vita qui in Terra non si vede proprio. 

Il teatro di guerra in Ucraina, oggi, è veramente e solo l'ultimo teatro di una serie infinita di drammi e miserie creati apposta dai secondini per non far ricordare che la libertà, anche se non si vede, esiste.

Creano problemi per distrarci, imporci di pensare alla sopravvivenza, scordando nel frattempo, l'esigenza di andarcene dalla prigione della Matrice. Un trucco vecchio, travecchio ma ancora efficace. La gente muore, dimentica, torna e fa gli stessi errori.

Eppure, lor signori sono condannati a rivelare la verità con una modalità comunicativa pari almeno alla portata della loro menzogna. In pratica, vivono per riempirci la testa di menzogne ma hanno l'obbligo di rivelarle tutte insieme e in maniera roboante. 

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Per questo motivo, crearono la finzione cinematografica e televisiva. Fatta per arrivare dovunque ma con la veste di una finzione appunto. Diceva per non dire; rivelava per non rivelare. Un trucco doppio, insomma. 

Pendiamo qualche film a esempio. Carpenter, nel 1988, scrisse e diresse un film visionario, che colpì l'immaginazione di molti, me compreso. Essi vivono, tratto da un racconto di Roy Nelson.  

La trama è da film di fantascienza: un operaio disoccupato, va a Los Angeles per cercare lavoro (nel film è interpretato dal lottatore statuario Roddy Piper). Quindi, effettua lo stesso passaggio del Matto nei Tarocchi che deve muoversi, spinto dal bisogno ma non sa dove andare e non sa cosa troverà.

 A Los Angeles, l'operaio trova lavoro in un cantiere ma nel frattempo viene a contatto con avvenimenti spiazzanti, come predicatori ciechi che chiedono alla gente di svegliarsi e la televisione che talvolta interrompe i suoi rassicuranti programmi per mandare in onda una trasmissione pirata fatta da un tizio che incita la gente a liberarsi. Eventi incomprensibili e fuorvianti all'apparenza.

L'operaio viene comunque in possesso di un incredibile paio di occhiali scuri che una volta indossati, rivelano la verità. Si  convince, quindi,  che tali messaggi hanno un fine ben preciso: rivelare la realtà ai dormienti, ciechi e sordi. Gli occhiali scuri insomma fanno vedere quel che c'è veramente. 

La gente potrebbe quindi capire, se li indossasse,  che il mondo è una finzione (la Matrice) pertanto se esiste la finzione esiste anche la realtà. 

Essi vivono parla di una prigione sensoriale, sorvegliata da alieni-secondini che vivono sotto mentite spoglie tra noi, e che operano per celare la vera vita ai prigionieri che schiavizzano in vari modi, per loro utili e produttivi.

Non meravigliatevi se nei miei romanzi LA TERRA INVASA DAI RETTILI e I RETTILI TRA NOI, si ricava identico messaggio. Sono stati tratti non dalla creatività di uno scrittore, ma dalle rivelazioni degli addotti.

La fantascienza, utilizzata dalle Elite per parlare chiaro, può essere utilizzata anche da noi prigionieri per parlarci chiaro. Un linguaggio è tale anche se viene condiviso, chi mai potrebbe lamentarsene?

 

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