martedì 22 marzo 2022

Una ricerca determinante (estratto da I Rettili tra noi)

 

L’influenza degli alieni in genere, e quindi anche degli Elohim, si era accentuata a causa della guerra di conquista rettiliana portata direttamente contro tutti gli insediamenti dei millenari nemici cosmici anche secondo i discorsi di Claudia.

La Terra, pianeta multidimensionale, era uno dei nodi focali del conflitto cosmico dato che poteva permettere il transito dimensionale a chi conosceva come sfruttarlo per viaggiare praticamente ovunque.

Avevo ricevuto un’informazione, a questo proposito, che si stava rivelando erronea: il DNA degli Elohim innestato sul prototipo adamitico poteva essere decifrato e quindi permettere ai Rettiliani d’ introdurre in soggetti preparati appositamente lo stesso genoma. Questa operazione avrebbe permesso ai soggetti precedentemente ibridati dai Rettili e infine trattati con la terapia genica contenente l’eredità Elohim, di portare i guerrieri direttamente dai loro nemici tramite viaggi interdimensionali.

Tale espediente aveva l’indubbio vantaggio tattico di poter evitare gli schieramenti militari Elohim e il blocco dei portali energetici naturali presenti nel Cosmo che avevano impedito ai vascelli rettiliani di poter arrivare sui bersagli prescelti con facilità che si trovassero comunque reperibili tramite coordinate conosciute.

Una visione di tipo fantascientifico che valeva per me come per miliardi di altri soggetti umani, ci era stata inculcata con la fantascienza tradizionale, inducendomi a compiere un errore interpretativo.

Secondo la sempre più sorprendente ex moglie di Carlo, invece, la vera strategia rettiliana non era quella.

La guerra millenaria, letta sulle stime proprie del nostro Spazio-Tempo, era certamente in corso tra Elohim e Rettiliani. Questi ultimi, tuttavia, pur avendo già scoperto il segreto del genoma nemico impiantato nei prototipi adamitici, stavano già sfruttando la possibilità di replicarlo sugli ibridi da loro stessi creati. Non potevo sapere se tale conquista tecnologica potesse garantire  alle loro forze d’invasione di organizzare un massiccio attacco alle ultime difese nemiche, ovvero invadere il loro pianeta d’origine.

Gli antichi colonizzatori della Terra, gli Elohim, stavano cercando di evitare che i nuovi colonizzatori, i Rettiliani,  li raggiungessero, magari partendo proprio dalla Terra, fe questo era comprensibile. L’ibridazione e la copia biologica di soggetti adatti potevano catapultare tramite viaggi dimensionali singoli guerrieri ma non intere divisioni corazzate e tantomeno astronavi di tipo tradizionale.

Era comunque prevedibile che una razza tecnologicamente in grado di compiere viaggi stellari oltre duemila anni terrestri or sono, potesse aver sviluppato tecniche impensabili per noi e aggiornato i propri sistemi tattici così come gli stessi Elohim, comunque in vantaggio scientifico sui millenari nemici rettili.

Potevo ora intuire come fosse per loro necessario, a tal fine, sfruttare varchi energetici tali da aprire squarci nello Spazio –Tempo in grado di poter superare il blocco energetico approntato sugli stargate naturali dagli Elohim per evitare di permettere l’utilizzo di questi corridoi cosmici  alle forze d’invasione.

Potevo anche immaginare che un’operazione del genere dovesse comprendere le coordinate spaziali del pianeta dove puntare il corridoio temporale. Era questa la chiave d’accesso cercata dagli invasori rettiliani?

In questo caso, la loro indagine doveva essere indirizzata mediante operazioni spionistiche e ricognitive, quindi una vera e insistita inchiesta sulle coordinate spazio-temporali adatte a preparare un’invasione in forze. A cosa poteva servire l’invasione della colonia terrestre o meglio il completo assoggettamento del bestiame umano?

In altre parole, perché distrarre parte del contingente militare stanziato in corrispondenza del piano terrestre per consentire alle Elite amiche d’instaurare una dittatura feroce sulla colonia terrestre ancora contesa dagli Elohim?

Affrontai nuovamente questo discorso con Claudia il giorno seguente il nostro arrivo nella località costiera tirrenica.

Dopo l’ennesima notte d’amore, Claudia era stesa su un divano di pelle rossa, con indosso solo una leggera sottana di pizzo nero. Le lunghe gambe perfettamente depilate, erano distese sul divano e lei mi fissava sorridendo.

L’attrazione che provavo per lei era completa; sapeva come attirare o deviare la mia attenzione a piacimento. Era riuscita, almeno per due volte, a ridurmi in suo potere con una semplicità disarmante. Le mie condizioni psico-fisiche di frustrazione quasi assoluta avevano facilitato enormemente il suo compito.

- Questo discorso t’interessa un po’ troppo. – rispose lei, sorridendo, alla mia domanda.

Erano appena le dieci di mattina e avevamo da poco terminato la prima colazione. Il silenzio, intorno alla costruzione era quasi assoluto. Una zona tranquilla a poca distanza sia dal mare che dal centro cittadino. 

La giornata era leggermente nuvolosa e il freddo, all’esterno, doveva essere fastidioso. Percepivo un clima troppo umido per i miei gusti.

Claudia aveva alzato al massimo il riscaldamento della villetta ed io potevo stare comodamente in canottiera e pantaloni di una tuta di cotone pesante che utilizzavo come pigiama.

Le dissi, un po’ seccato, che mi stava trattando come un bambino.

- Te ne lamenti solo di giorno… - rispose lei, giocando.

- Quando finirà il tuo gioco sessuale, mi scarterai come hai fatto con Carlo?

Si rabbuiò immediatamente.

- Sono stata io quella scartata e penso proprio che un giorno te ne darò la prova certa. Cosa vuoi sapere, ancora?

In quel periodo, non era ancora stata rilasciata la relazione del Pentagono statunitense sulle UAP, gli ex Ufo, considerate certamente un fenomeno esistente ma senza la prova certa che si trattasse di navi aliene e tantomeno di vascelli riconducibili a potenze terrestri. Un facile espediente relativo all’impossibilità di smentire i tracciati radar militari e nel contempo non dover ammettere l’inevitabile esistenza di navi aliene che scorrazzavano, fin dalla notte dei tempi, nei cieli terrestri.

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