1 Settembre.
Non riesco a riprendere una vita normale, se normale può
considerarsi la quotidianità di un cartomante. Una persona che si pone tra
l’inconscio di un’altra persona e 22 carte che devono fornire comunque una
risposta.
Cos’è una risposta? Il contrario di una domanda? No, è solo
la sua negazione, una sfida all’infinito dato che il contrario di una domanda è
un’altra domanda.
Le risposte che vogliamo, l’affannosa ricerca di esplorare
l’inconosciuto, ovvero lo sconfinato universo che circonda la nostra
consapevolezza.
Solo gli artisti e gli indovini sanno che alle domande non
c’è risposta. Se ci fosse, ogni dubbio riceverebbe conforto, ogni problema
troverebbe soluzione e ogni vicenda una conclusione lieta.
Io, in quel giorno di quasi autunno, sentivo che una
domanda sarebbe rimasta per sempre senza risposta. Una domanda assassina. Era
una di quelle giornate quando non va bene niente. Una giornata grigia con
nuvole immobili che coprivano il sole e un’aria settembrina neutra, né fredda
né calda.
Avevo pochi fondi per la spesa mensile, e i clienti, o
meglio le clienti dei miei tarocchi latitavano da qualche giorno. Per giunta,
il mio amministratore condominiale minacciava ritorsioni di carattere legale se
non avessi saldato entro quindici giorni sei rate di spese condominiali
arretrate.
Ripensai a quanto sosteneva spesso la mia ragazza,
Patrizia. Non la vedevo da un po’ dato che continuava a pensare che se non mi
trovavo un lavoro stabile (lei diceva: un lavoro vero) non sarebbe tornare a
convivere con me.
Non so se l’avete presente: una ragazza mora alta quasi un
metro e settanta, con la quinta di reggiseno e un personale che fa voltare
anche i ciechi quando passa. Il carattere non è propriamente amichevole ma se
ti si dona, allora puoi confermare che una specie di paradiso si possa trovare
anche qui, sull’arida e brulla Terra.
Senza di lei, non puoi pensare ad altro. Ed io non vorrei
neppure pensare ad altro. Eppure, non posso accontentarla, perché cercare
lavoro è come fare concorrenza a Diogene e senza lanterna, poi si tratta
comunque di rinnegare la mia missione che consiste nell’alleviare le sofferenze
altrui.
La gente passa la vita a cercare di sopravvivere, a temere
la morte e soprattutto a desiderare di conoscere il futuro. E, giuro, non sono
poche le mie clienti che vorrebbero sapere se i Tarocchi forniscono un sistema
per indovinare almeno due numeri
sulla prossima ruota di Roma, al
lotto.
Vi confesso che non sono riuscito a ottenerli nemmeno io,
quei numeri, e mi sarei accontentato dell’estratto semplice. I Tarocchi hanno
il loro carattere, ben definito: non sopportano il denaro. Non la penso come
loro dato che sono pieno di spese e di debiti, eppure se posso vendere il futuro
a quanti mi consultano come indovino, non posso comprare il mio. Un bel
problema.
In soldoni, sono un trentenne pieno di salute, povero di
denaro e senza la donna amata e molto desiderata. Pertanto, mi chiedevo, in
quella giornata tutto sommato odiosa di settembre, cosa mai potessi fare per
sovvertire i pessimi pronostici che vedevo danzare davanti a me. In qualche
modo, una risposta mi venne fornita subito.
Trillò il campanello del mio appartamento, un comodo
monolocale travestito da bicamere al terzo piano di una periferia romana e dato
che non attendevo clienti, mi preparai a dover rispondere alle ulteriori accuse
d’insolvibilità del mio amministratore condominiale. Invece, mi capitò di
aprire la porta sul sorriso di una ragazza. Un bel sorriso.
- Mi perdoni se non mi sono prenotata tramite telefono, ma
avevo urgenza di venire da lei.
Era piccola ma molto graziosa. Sui vent’anni circa, portava
un vestito aderente color lilla e una borsetta dello stesso colore con scarpe
in tono. Una sorta di confettino profumato e sorridente. Non ci avrei giurato
eppure ebbi l’impressione di averla già vista da qualche parte.
- Non c’è problema, si accomodi e perdoni il disordine. Io
ricevo nel mio appartamento.
Mi riferivo al mio disordine dato che casa mia, circa
quarantacinque metri quadri, si ordina molto in fretta se proprio ce n’è il
bisogno.
Io, invece, indossavo ancora la felpa che utilizzo come
pigiama. Una felpa di buona fattura anche se acquistata al supermercato con lo
sconto.
Di solito ricevo le clienti nel soggiorno, che rimane
separato da una parete scorrevole dalla mia mini-camera da letto. Per fortuna,
la stanza ha due finestre e quindi la sopravvivenza limite è garantita. Tra
l’altro, questa soluzione si rileva particolarmente utile quando e se le
giovani clienti decidono di saltare la parete divisoria e accomodarsi
dall’altra parte.
In verità, mi è successo una sola volta, con una divorziata
che evidentemente era in arretrato con i propri bisogni sessuali. In quell’
occasione non pretesi alcun contributo spese.
La ragazza, si accomodò alla scrivania rettangolare che
utilizzo anche come tavolo per pranzare. Tirai fuori i Tarocchi con aria
solenne mentre lei mi fissava con gli occhi verdi molto attenti. Pensai che fosse
veramente carina mentre mi chiedeva:
- Non ho capito quale sia il suo compenso…
- Ha letto il mio annuncio sulle riviste o su qualche sito
web?
- No, ho solo sentito una persona che si era rivolta a lei
un anno fa. Aveva un problema con il marito. Mi ha fornito il suo indirizzo. Il
numero telefonico non se lo ritrovava perché avendo cambiato cellulare, aveva
eliminato quelli… non più necessari.
- Spero di aver risolto il problema con il consorte della
mia gentile cliente.
- Oh, questo non lo so; di sicuro l’ha risolto lei, la mia
amica, perché ha divorziato.
- Bene, l’importante è avere clienti soddisfatte. Cosa le
ha detto di me?
- Non posso dirle proprio tutto. – sorrise maliziosa – E
comunque mi ha detto che era carino e molto gentile.
- Gentile lo sono di sicuro. Comunque, come vede, sto
mischiando le mie carte. Sa cosa sono i Tarocchi?
- Non proprio ma le carte mi piacciono. Le carte in genere.
Non mi ha ancora detto quanto dovrò versare per il consulto.
- La sua amica doveva dirle che io non pretendo nulla. Non
ho partita fiscale, quindi devo accontentarmi delle vostre, libere, offerte.
- Venti euro vanno bene come libera offerta? Non sono
benestante.
- Mi accontenterei del suo sorriso, se potessi ma non sono
benestante nemmeno io. Offra quel che vuole. Ora concentriamoci sulle carte. Le
ho mischiate, alternando il senso e le taglio e le ricompongo. Ora mi dica un
numero da uno a settantotto. Mi serve per tagliare di nuovo il mazzo e prendere
sette carte che risponderanno al suo quesito. Mi serve anche di sapere il suo
nome di battesimo se non ha nulla in contrario.
- Ah, mi chiamo
Enrica; ma non ho ancora chiesto niente.
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Eccovi l'incipit del mio nuovo romanzo, che posso definire soltanto come un'altra avventura di Mister Tau. Lo so che siete abituati, leggendo gialli, a poter considerare soltanto commissari, ispettori, investigatori privati e altre figure simili. Esistono gialli italiani, invece, che offrono una prospettiva differente al giallo, senza stravolgere le regole del genere ma invece apportando novità anche stilistiche. Potete trovare questo romanzo esclusivamente su Amazon seguendo il link incluso nella copertina. Buona lettura.
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