venerdì 24 febbraio 2023

OSSESSIOME OMICIDA PER MISTER TAU - estratto gratuito

 

1 Settembre.

Non riesco a riprendere una vita normale, se normale può considerarsi la quotidianità di un cartomante. Una persona che si pone tra l’inconscio di un’altra persona e 22 carte che devono fornire comunque una risposta.

Cos’è una risposta? Il contrario di una domanda? No, è solo la sua negazione, una sfida all’infinito dato che il contrario di una domanda è un’altra domanda.

Le risposte che vogliamo, l’affannosa ricerca di esplorare l’inconosciuto, ovvero lo sconfinato universo che circonda la nostra consapevolezza.

Solo gli artisti e gli indovini sanno che alle domande non c’è risposta. Se ci fosse, ogni dubbio riceverebbe conforto, ogni problema troverebbe soluzione e ogni vicenda una conclusione lieta.

Io, in quel giorno di quasi autunno, sentivo che una domanda sarebbe rimasta per sempre senza risposta. Una domanda assassina. Era una di quelle giornate quando non va bene niente. Una giornata grigia con nuvole immobili che coprivano il sole e un’aria settembrina neutra, né fredda né calda.

Avevo pochi fondi per la spesa mensile, e i clienti, o meglio le clienti dei miei tarocchi latitavano da qualche giorno. Per giunta, il mio amministratore condominiale minacciava ritorsioni di carattere legale se non avessi saldato entro quindici giorni sei rate di spese condominiali arretrate.

Ripensai a quanto sosteneva spesso la mia ragazza, Patrizia. Non la vedevo da un po’ dato che continuava a pensare che se non mi trovavo un lavoro stabile (lei diceva: un lavoro vero) non sarebbe tornare a convivere con me.

Non so se l’avete presente: una ragazza mora alta quasi un metro e settanta, con la quinta di reggiseno e un personale che fa voltare anche i ciechi quando passa. Il carattere non è propriamente amichevole ma se ti si dona, allora puoi confermare che una specie di paradiso si possa trovare anche qui, sull’arida e brulla Terra.

Senza di lei, non puoi pensare ad altro. Ed io non vorrei neppure pensare ad altro. Eppure, non posso accontentarla, perché cercare lavoro è come fare concorrenza a Diogene e senza lanterna, poi si tratta comunque di rinnegare la mia missione che consiste nell’alleviare le sofferenze altrui.

La gente passa la vita a cercare di sopravvivere, a temere la morte e soprattutto a desiderare di conoscere il futuro. E, giuro, non sono poche le mie clienti che vorrebbero sapere se i Tarocchi forniscono un sistema per indovinare almeno due numeri  sulla  prossima ruota di Roma, al lotto. 

Vi confesso che non sono riuscito a ottenerli nemmeno io, quei numeri, e mi sarei accontentato dell’estratto semplice. I Tarocchi hanno il loro carattere, ben definito: non sopportano il denaro. Non la penso come loro dato che sono pieno di spese e di debiti, eppure se posso vendere il futuro a quanti mi consultano come indovino, non posso comprare il mio. Un bel problema.

In soldoni, sono un trentenne pieno di salute, povero di denaro e senza la donna amata e molto desiderata. Pertanto, mi chiedevo, in quella giornata tutto sommato odiosa di settembre, cosa mai potessi fare per sovvertire i pessimi pronostici che vedevo danzare davanti a me. In qualche modo, una risposta mi venne fornita subito.

Trillò il campanello del mio appartamento, un comodo monolocale travestito da bicamere al terzo piano di una periferia romana e dato che non attendevo clienti, mi preparai a dover rispondere alle ulteriori accuse d’insolvibilità del mio amministratore condominiale. Invece, mi capitò di aprire la porta sul sorriso di una ragazza. Un bel sorriso.

- Mi perdoni se non mi sono prenotata tramite telefono, ma avevo urgenza di venire da lei.

Era piccola ma molto graziosa. Sui vent’anni circa, portava un vestito aderente color lilla e una borsetta dello stesso colore con scarpe in tono. Una sorta di confettino profumato e sorridente. Non ci avrei giurato eppure ebbi l’impressione di averla già vista da qualche parte.

- Non c’è problema, si accomodi e perdoni il disordine. Io ricevo nel mio appartamento.

Mi riferivo al mio disordine dato che casa mia, circa quarantacinque metri quadri, si ordina molto in fretta se proprio ce n’è il bisogno.

Io, invece, indossavo ancora la felpa che utilizzo come pigiama. Una felpa di buona fattura anche se acquistata al supermercato con lo sconto.

Di solito ricevo le clienti nel soggiorno, che rimane separato da una parete scorrevole dalla mia mini-camera da letto. Per fortuna, la stanza ha due finestre e quindi la sopravvivenza limite è garantita. Tra l’altro, questa soluzione si rileva particolarmente utile quando e se le giovani clienti decidono di saltare la parete divisoria e accomodarsi dall’altra parte.

In verità, mi è successo una sola volta, con una divorziata che evidentemente era in arretrato con i propri bisogni sessuali. In quell’ occasione non pretesi alcun contributo spese.

La ragazza, si accomodò alla scrivania rettangolare che utilizzo anche come tavolo per pranzare. Tirai fuori i Tarocchi con aria solenne mentre lei mi fissava con gli occhi verdi molto attenti. Pensai che fosse veramente carina mentre mi chiedeva:

- Non ho capito quale sia il suo compenso…

- Ha letto il mio annuncio sulle riviste o su qualche sito web?

- No, ho solo sentito una persona che si era rivolta a lei un anno fa. Aveva un problema con il marito. Mi ha fornito il suo indirizzo. Il numero telefonico non se lo ritrovava perché avendo cambiato cellulare, aveva eliminato quelli… non più necessari.

- Spero di aver risolto il problema con il consorte della mia gentile cliente.

- Oh, questo non lo so; di sicuro l’ha risolto lei, la mia amica, perché ha divorziato.

- Bene, l’importante è avere clienti soddisfatte. Cosa le ha detto di me?

- Non posso dirle proprio tutto. – sorrise maliziosa – E comunque mi ha detto che era carino e molto gentile.

- Gentile lo sono di sicuro. Comunque, come vede, sto mischiando le mie carte. Sa cosa sono i Tarocchi?

- Non proprio ma le carte mi piacciono. Le carte in genere. Non mi ha ancora detto quanto dovrò versare per il consulto.

- La sua amica doveva dirle che io non pretendo nulla. Non ho partita fiscale, quindi devo accontentarmi delle vostre, libere, offerte.

- Venti euro vanno bene come libera offerta? Non sono benestante.

- Mi accontenterei del suo sorriso, se potessi ma non sono benestante nemmeno io. Offra quel che vuole. Ora concentriamoci sulle carte. Le ho mischiate, alternando il senso e le taglio e le ricompongo. Ora mi dica un numero da uno a settantotto. Mi serve per tagliare di nuovo il mazzo e prendere sette carte che risponderanno al suo quesito. Mi serve anche di sapere il suo nome di battesimo se non ha nulla in contrario.

-  Ah, mi chiamo Enrica; ma non ho ancora chiesto niente.

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Eccovi l'incipit del mio nuovo romanzo, che posso definire soltanto come un'altra avventura di Mister Tau. Lo so che siete abituati, leggendo gialli, a poter considerare soltanto commissari, ispettori, investigatori privati e altre figure simili. Esistono gialli italiani, invece, che offrono una prospettiva differente al giallo, senza stravolgere le regole del genere ma invece apportando novità anche stilistiche. Potete trovare questo romanzo esclusivamente su Amazon seguendo il link incluso nella copertina. Buona lettura. 



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