Complottista è il termine del secolo. Si affibbia a una persona, o una teoria o a una semplice idea che si discosta troppo dal politicamente corretto. Senza arrivare a bollare direttamente un'idea che non ci piace o non ci convince, vale l'atteggiamento delle persone comuni: se ne disinteressano del tutto, continuano ad occuparsi dei propri problemi.
Credetemi: questa abitudine è talmente presente nel pubblico italiano o di lingua italiana, che ho pensato di affidare alla fantascienza quel che conosco, narrare certi argomenti con volumi di seria divulgazione, non avrebbe raggiunto neppure la minima quota di lettori che un portale come Amazon e nessuna pubblicità connessa alle proprie proposte letterarie, consentono.
Questo blog ne parla da sè e per sè, letto, del resto, da pochi lettori al giorno. Poi, i social, specie Facebook che va bene per pubblicizzare alla buona qualunque prodotto o creazione artistica come pure articoli di uso comune, attività varie, fiere e maratone della domenica.
Quando si legge una storia, un romanzo per esempio, si considerano due indicatori: la validità della storia e il modo in cui viene raccontata dallo scrittore. Nel pubblicare i romanzi a cui tengo maggiormente, ovvero quelli che compongono la trilogia rettiliana iniziata con LA TERRA INVASA DAI RETTILI e il romanzo parapsicologico BAGLIORI SUL BULICAME, ho badato a conferire una sorta di scrittura cinematografica a questi quattro volumi, ritenendo che le storie narrate fossero abbastanza interessanti. Ho letto poi le recensioni su Amazon, peraltro confortanti a parte l'opinione di qualcuno che proprio tali romanzi ritiene addirittura meno interessanti di una favola. E io che pensavo alle favole come uno dei capolavori della mente umana... Un'invenzione geniale per giocare con le parole, condite dalla fantasia che, come noto , non conosce limiti...
Prima di scrivere, ho amato senza ritegno molti scrittori e scrittrici. Hanno formato la mia consapevolezza meglio dei libri di scuola e della stessa televisione, il totem dei nostri tempi. Quel che ho appreso tramite i libri. lo ritengo un tesoro della mia coscienza, una sorta di bussola per poter vivere. In pratica, ho interpretato il mondo attraverso il senso di orientamento che mi hanno donato.
Ho letto sempre molto, esaminato tutti gli argomenti che mi venivano proposti dalle librerie che avevano in casa parenti e amici. I libri cartacei avevano e hanno un costo non per tutti accessibile. La soddisfazione della lettura non è mai stata neppure lontanamente pareggiata dagli studi scolastici. Infatti, non ho neanche lontanamente pensato di laurearmi.
Appena possibile, ho cominciato a lavorare e una volta tornato a casa, quotidianamente, la compagnia di un buon libro ha completato la giornata in modo ottimale. Ho cominciato a dodici anni, proseguo ora che la mia età sta degradando verso il tramonto. Ebbene, mi rimane una soddisfazione personale e un' inquietante consapevolezza.
La prima riguarda la mia attività letteraria che soltanto grazie a Amazon ho potuto esplicare e offrire a un pubblico potenzialmente vastissimo. In Italia, poter pubblicare tramite un grande editore equivale a vincere il fatidico terno al lotto. Non so quanto renda in termini economici ma la difficoltà è assolutamente fuori dai canoni che riguardano le comuni attività umane. Credo sia molto più facile trovare uno di quei biglietti che si grattano e che risulta vincente, almeno per le cifre che pagano le rivendite direttamente. Certo che anche in queste faccende vale la predisposizione personale, il karma o le benedizioni del Cielo comunque la pensiate.
Quel che voglio dirvi, specie se iniziate a scrivere ora, e di pensare soprattutto che state scrivendo per voi stessi. L'eventualità che una delle case editrici migliori decida soltanto di esaminare seriamente i vostri lavori è lontana almeno quanto le capsule dove i presunti astronauti raccontano di provare la parziale assenza della legge di gravità, e mostrano di agitarsi come se fossero immersi in acqua.
Il parere che potete avete, poi, della produzione letteraria proposta, spetta a voi e al resto dello sterminato pubblico dei lettori. Continuo a sentire i confortanti risultati della vendita di libri in Italia e non capisco come mai stiano chiudendo molte librerie anche storicamente collocate e operanti sul territorio.
Chi fa editoria ad alto livello sa bene come si vende un libro e per quali motivi la gente vorrebbe acquistarlo e leggerlo. Esiste poi un vasto ambito dove sopravvive a stento la media e piccola editoria che ha un solo limite: paga poco o nulla i lavori che pubblica e per ovvi motivi.
Anche il prodotto- libro deve risultare vicino a chi lo acquista, leggi libreria, o edicola, ma dev'essere conosciuto, leggi: pubblicità. Stessa, identica questione che si considera per qualsiasi prodotto, dai videogame, ai film da sala cinematografica o grande produzione televisiva. Questo elemento è la discrimina tra prodotto di massa, cioè di successo, e prodotto di nicchia magari anche validissimo qualitativamente.
A questo proposito, c' è da considerare che alcuni autori contemporanei italiani hanno compiuto un piccolo miracolo di fantasia e di efficienza nel far precedere le proprie offerte letterarie da conferenze tenute praticamente ovunque e articoli presenti soprattutto sul web che hanno inizialmente sostituito le normali forme pubblicitarie a cui siamo tutti abituati: spot per radio o televisione. La pubblicità costa anche più di una minima distribuzione territoriale e quindi anche questa forma di propaganda è limitata ai grandi gruppi che fanno il bello e il cattivo tempo.
Ecco dov'è la soddisfazione personale: ho comunque potuto confrontare la mia offerta con tanti autori molto più quotati, con le mie sole forze. Mai una presentazione in una libreria, mai una conferenza neppure parziale, in qualità di ospite, e tanto meno la fatidica presenza nelle rivendite. Con le mie sole forze ho raggiunto un piccolo ma evidente numero di lettori, più o meno gli stessi che seguono questo blog. Questa scelta, ovvero il modo assolutamente minimale di presentare le mie opere è stata fatta scegliendo di privilegiare l'azione alla presentazione. Non è un caso che i miei romanzi di maggior successo sono quelli che hanno comportato un'indagine, spesso molto difficoltosa e persino dolorosa, sul campo.
Sapere che qualche centinaio di lettori conserva sul proprio personal computer il succo letterario delle mie inchieste, sotto forma di un file elettronico, è il mio traguardo pienamente raggiunto. Ora che la mia vita sta conoscendo la parte finale, so anche che molte delle incertezze che mi spinsero a iniziare le indagini che potete leggere nei quattro romanzi più venduti su Amazon, non sono state risolte. Del resto, questa consapevolezza fa il pari con l'altra, persino più evidente: la gente continua a vivere come può e come sa, lontanissima dalle vicende che mi hanno letteralmente sconvolto durante circa sette anni della mia esistenza e che, in realtà, dovrebbero interessare la memoria e la quotidianità di tutti noi.
Questo è il grandissimo, portentoso, successo della Matrice che riguarda direttamente la sua sopravvivenza come macchina infernale che imprigiona la nostra forza vitale in un circuito di incarnazioni. Noi siamo realmente e pienamente convinti che questa sia l'unica realtà possibile e che le nostre stesse vite siano un fatto oggettivo incontestabile.
Non ho alcuna possibilità di contrastare questa potentissima macchina e non ho mai neppure immaginato di poterlo fare. Tanto meno adesso che ho ancora la capacità di inviare questo post tramite una Rete che è parte integrante del micidiale circuito interno alla Matrice. Le leggi che la sostengono furono ideate ed applicate da un essere che a ragione poteva ritenersi un dio e la cui grandezza è pari soltanto al timore che dovrebbe generare in noi.
Non avrò modo per terminare le mie ricerche ma la consolazione finale riguarda la certezza che comunque non potrebbero mai arrivare al grande pubblico e restare nella memoria di milioni di lettori anche se avessi potuto scrivere senza soluzione di continuità.
Potete tranquillamente restare immersi in questa prigione sensoriale chiamata Matrice e la scusa storicamente accertata di quel dio è che questo, in fondo, volete e forse avete chiesto direttamente e preventivamente. Comporta una certa angoscia lasciarvi a tale destino ma non spetta a me trovare una soluzione valida per chi la rifiuta. Non sono diverso dagli altri reclusi, ho solo alzato lo sguardo un po' più in alto, quel tanto che basta per abbassarlo su una macchina per scrivere prima e la tastiera collegata a un computer, dopo. Perdonatemi se non ho saputo fare di meglio. Mi insegnarono a leggere e scrivere e questo ho potuto fare fintanto che ho potuto godere della salute sufficiente.
Leggete, cercate, non vi arrendete e se possibile, scrivete. Nei labirinti, darsi la mano, mentre si procede al buio, può risultare efficace.
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