venerdì 5 gennaio 2024

Canalizzare o sognare: la predisposizione del medium.

 A proposito di uno dei miei romanzi migliori, per quanto inediti, ovvero BAGLIORI SUL BULICAME, ritengo utile soffermarmi sulla capacità dei medium di canalizzare eventi del presente, del passato o del futuro o piuttosto l'influenza di entità spirituali; o al contrario, confondere un sogno a occhi aperti con la realtà trascendente che pretendono di raccontare. In pratica, e in altre parole: i medium percepiscono un'illusione o una differente realtà? 



L'intera epopea dello spiritismo si dibatte tra questo tipo di interrogativi. Posta come essenziale la lucidità e l'onestà dell'azione mediatica narrata dal medium, costui deve incarnare una potente passività o meglio ricettività che talvolta le entità disincarnate cercano di tramutare in possessione diabolica. 

L'energia offerta dal medium consente di creare un ponte tra le entità interessate alla comunicazione e la persona che si predispone alla trasmissione. In pratica si tratta di accendere come un televisore la propria medianità, ricevendo il canale richiesto oppure, al contrario, perniciose interferenze che funestano spesso le catene spiritiche meno dotate.



Nel caso della storia narrata dal mio romanzo citato prima, Mario Signorelli era un archeologo e scrittore dotato di una medianità fuori dal comune e anche fuori dagli schemi. Infatti, egli stesso dichiarò di aver canalizzato sé stesso nel passato quando era un lucumone (cioè un alto sacerdote etrusco); pertanto, questo sé stesso perso nel tempo, lo aiutò a ricordare passaggi, locazioni e reperti sepolti dai secoli e immersi nel fango del Fano di Voltumna che lo stesso Signorelli localizzò praticamente dove esiste l'attuale città di Viterbo.


Signorelli, dunque, offrì tramite i suoi scavi archeologici la prova definitiva di essere un medium realmente potente e in grado persino di ricordare la sua passata incarnazione nelle vesti di un alto sacerdote di quegli Etruschi che lo scrittore viterbese onorava nel mondo migliore: raccontando la loro vera storia, ben diversa dagli scritti dei cronisti di regime romani.

A me, scrittore contemporaneo, purtroppo immerso nell'odiosa realtà materialistica odierna, non è rimasto che vestire da romanzo fantastico-parapsicologico una narrazione densa di commovente spiritualità. Oltre a questa, doverosa, operazione stilistica, ho pensato di esporre la natura del Tempo, così come lo intendeva Signorelli ovvero come ponte splendente teso tra le diverse dimensioni temporali che compongono la vita cosmica dell'essere umano.

Noi, uomini falsamente eruditi ma veramente ignoranti, del Tempo non sappiamo nulla e quindi ho cercato semplicemente di mostrare un percorso cognitivo in forma logica senza trascurare la filosofia di base e la metafisica che traspare chiaramente dal mio romanzo.

Spetterà al lettore, se e quando il romanzo sarà pubblicato e presente nelle librerie, mostrare di aver compreso il meraviglioso messaggio che lo scrittore viterbese ci invia ancora dalle dimensioni temporali nelle quali è disperso il suo spirito immortale.


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