Affronto la questione nel romanzo ADDIO ALLA COLONIA TERRESTRE. Si tratta del testo che maggiormente parla di morte, all'interno della cosiddetta trilogia rettiliana e l'effetto viene prodotto dalla coincidenza che questo libro non doveva essere scritto essendo il quarto libro di una trilogia. Rappresenta, appunto, la morte in questo schema che inizia con LA TERRA INVASA DAI RETTILI, I RETTILI TRA NOI e L'INGANNO DEL DRAGO.
Ne parlo tranquillamente perché quando affrontiamo un mostro è necessario guardarlo senza paura o ne verremo travolti. La morte non può essere un problema maggiore della nascita, da questo punto di vista. Infatti, dovremmo maggiormente preoccuparci di non nascere che di poter morire, secondo il mio punto di vista.
Lasciare una prigione di carne potrebbe spaventare chiunque identifichi la vita con tale prigione, non i veri ricercatori dello spirito. Tra l'altro, noi dimentichiamo spesso che la morte ci accompagna da sempre. Quando l'abbiamo letto nei libri di Castaneda, per esempio, ci siamo meravigliati.
Eppure noi moriamo almeno una volta nelle ventiquattro ore dei nostri giorni, quando la coscienza del sonno ci viene a prendere, ci ritroviamo nel corpo di sogno, chiamato anche corpo eterico, e inizia una vita che non è vita e quindi potrebbe essere morte.
Poi ci svegliamo e dimentichiamo tutto, chiamandolo sogno. Non vedo gente tremare una volta che si alza dal letto dove ha dormito. Sento invece i lamenti terrorizzati di chi riempie i social con le sue domande su cosa ci aspetta dopo la morte e se esiste un'altra vita, senza capire che a tale domanda si risponde ogni volta che ci svegliamo dopo una buona dormita.
E poi: si può aver paura di tornare dal luogo dove proveniamo? Poteva essere tanto terribile? Tra l'altro, secondo i buddisti, quel luogo lo visitiamo più volte durante la nostra Ruota delle Incarnazioni. Perché dovrebbe spaventarci tanto?
Ma questo è uno degli effetti dell'abitare un corpo di carne. Nella migliore delle ipotesi, dovremmo identificarlo nel costume di un subacqueo da indossare a ogni immersione. Più o meno.
Quel che dovrebbe terrorizzarci non è morire ma la distanza che ci separa dal nostro spirito che dorme e sogna. Sogna più vite, con ogni probabilità, dove noi ci illudiamo di essere vivi appunto e di poter morire di conseguenza.
La morte non esiste e quaggiù, con ogni probabilità, non esiste neppure la vita. Ci sono sogni e sogni. Oltre alla necessità vera di doversi risvegliare. Abbiate pazienza prima di leggere ADDIO ALLA COLONIA TERRESTRE e non abbiate paura.
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