Continuando a parlare del gioco dei Taorcchi, l'Arcano numero tre è L'Imperatrice. Una figura ieratica e dominatrice: la Grande Madre che vivifica e anzi incarna il flusso creatore e lo rende fecondo nella materialità. Senza di lei non ci sarebbe vita e la vita si perpetua tramite il suo grande amore, la sua cura materna. Più o meno il significato della femminilità terrena e quindi materna. Anche i maschi vengono al mondo tramite una donna, l'ordine di questo luogo materiale lo esige.
Se così non fosse, questa carta perderebbe i l suo valore reale. Forse rappresenta anche il vero limite di ogni spirito creatore maschile che senza la cornice di un amore materno non può neanche venire al mondo e quindi potersi esprimere nella riproduzione. Un gioco talmente perverso da riuscire ad armonizzare quel che non lo sarebbe per natura: come far scaturire la creatività di tipo maschile facendola partorire dal femminile e tornando a far partorire una femmina. Questa carta inquadra perfettamente il ruolo assegnato alla femmina: non di dominatrice ma di grande creatrice. Indispensabile quanto preziosa: essa garantisce il perpetuare del ciclo vitale tramite la femminilità.
È assisa su un trono perché il suo ruolo è pari a quello dell'Imperatore, ovvero il principio maschile elevato alla massima potenza. Le carte il cui significato è evidentemente assegnato a un genere evidenziano la grande dualità del mondo materiale. Pertanto, il maschile e il femminile ci riportano al bianco e nero, al positivo e al negativo, al buono e al cattivo. Sono quindi due poli necessari a far scaturire la corrente vitale. Ecco spiegata la regalità di questa figura che si esalta nella sua capacità creativa e materna. Senza questa funzione, scordatevi la vita sulla Terra.
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