Una delle routine della Matrice impone di vedere uno scenario quotidiano sempre peggiore, fino alla morte. La bruttura, la crudeltà, le crescenti difficoltà, le necessità sempre maggiori, che si fanno pungenti nell'età veneranda, fino alla vera e propria inabilità, dimostrano una delle routine più usate della Matrice.
In pratica anche per chi non vive situazioni di guerra o di carestia, la quotidianità viene infarcita da difficoltà e amarezze di ogni tipo e in continuazione. E tutto questo conduce alla pazzia qualche mente meno attrezzata.
Si tratta di un piano finalizzato a farci perdere il controllo e abbandonarci inconsciamente alla dissoluzione del corpo. Se pure si sceglie di morire invece che cercare di transitare la propria forma fisica nel viaggio verso l'altro mondo, sarebbe raccomandabile mantenere il controllo fino all'ultimo respiro. Dobbiamo ricordare che il nostro corpo dopo il decesso è il corpo eterico e questo involucro della consapevolezza, che non muore mai, è fatto dalla psiche ,quindi la sua salute dipende dal nostro umore.
Vivere con leggerezza e senza lasciare traccia nel mondo, era uno dei precetti che nei libri di Castaneda Don Juan insegnava ai seguaci. Una raccomandazione molto saggia.
Le brutture del mondo possono essere il carburante di questa tattica. Per quanto la Matrice sia stata ideata per ancorarci a questa prigione, architettando ogni manovra possibile per farci tornare dopo la morte, possiamo adoperare le sue asperità per spingerla in senso favorevole a noi. Serve però una mente saldissima.
Soprattutto se siamo in una fase di sofferenza fisica o psichica, la nostra mente deve potersi elevare al di sopra della situazione di difficoltà, per quanto potente e dolorosa sia, fosse pure per elaborare un lutto. Guardando dall'alto la nostra sofferenza è possibile cercare un momento di pace interiore, anche mediante la meditazione. Soffrire non deve significare paralizzare la ragione. E la ragion pura punta sempre alla libertà.
La nostra condizione non deve cercare la felicità, ma la liberazione. Io non so se esistano zingari felici, come cantava qualcuno anni fa, ma di sicuro è difficile immaginare reclusi felici. E se volete evitare di passare i secoli nella Matrice, dovrete pur liberarvene, una buona volta.
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