Nel romanzo I RETTILI TRA NOI, che da novembre troverete gratis su questo blog, non ho incluso alcune informazioni , anche se le ho ricevute nel periodo di riferimento del libro. Le vicende narrate sono avvenute dal 2020 al 2021, ma alcuni fatti non mi sono sentito di includerli nella trama del romanzo stesso.
Si tratta di avvenimenti abbastanza inconsueti, anche più di quelli raccontati all'interno del romanzo, e ho voluto riservarli per il romanzo seguente.
Poi, mentre scrivevo L'INGANNO DEL DRAGO, mi sono accorto di non poter legare la trama di quel libro con questi avvenimenti e allora ho pensato di raccontarveli ora, in una specie di oltre-romanzo.
A quel tempo, come avviene di frequente oggi, la dimensione onirica ha svolto e svolge un certo ruolo nelle vicende narrate. Ho sempre potuto utilizzare il sogno come una porta girevole per entrare o uscire da situazioni altrimenti inaccessibili sul piano della coscienza ordinaria. In quell' occasione, mi accorsi che non ero il solo a praticare quel tipo di scorciatoia per spostarmi dove volevo.
Nel mio inconscio, potevo viaggiare in alcuni luoghi in particolare: luoghi conosciuti anche nella veglia ordinaria ma che si presentavano con un aspetto differente nel sogno. Alcuni locazioni erano quindi una sorta di versione onirica di posti presenti nella mia realtà propria della veglia.
Per esempio, l'ufficio dove avevo presto servizio per tanti anni in qualità di impiegato.
Immaginate un grande ufficio, pieno di scrivanie, computer e impiegati di varie qualifiche, alloggiato in una palazzina di sei piani, vicina al centro di Roma.
Questo luogo onirico lo frequentavo spesso, rivedendo colleghi ormai deceduti e dialogando con loro, e incontrando comunque i colleghi che potevo ricordare dato che al tempo di questa storia, dopo gli avvenimenti narrati nel romanzo I RETTILI TRA NOI, avevo già lasciato il mio lavoro per motivi di salute.
In quel luogo onirico, lavoravo esattamente come già fatto nella realtà per molti anni, svolgendo le medesime mansioni e incontrando varie persone. Gli episodi sognati si riferivano a momenti di una giornata onirica, quindi li ricordavo perfettamente al risveglio.
Era novembre quando, durante uno di questi sogni, svolto mentre dormivo nel pomeriggio di una giornata nuvolosa a casa mia, nel solito ufficio onirico, seduto alla mia solita scrivania, ascoltai un rumore molto lieve, una specie di sibilo lungo qualche decina di secondi.
Sempre nel sogno, mi alzai per affacciarmi alla finestra ma nella strada sottostante, che collegava una delle entrate laterali del mio ufficio con una serie di negozi poco distante, vidi una specie di sagoma che fluttuava a pochi centimetri dal suolo.
I miei viaggi onirici erano sempre caratterizzati da una perfetta chiarezza e una grande coerenza e quindi mi sembrò molto strana quella anomalia, formatasi apparentemente in quel momento mentre i passanti camminavano tranquilli nella stessa strada e senza darsi pena per quel fenomeno.
Come mi capitava spesso, e come si realizzava anche durante la veglia cosciente talvolta, a fine servizio, quindi nel pomeriggio di quel sogno, andai a prendere un caffè nel bar vicino, sito nella stessa strada dove avevo visto l'anomalia fluttuante.
Il bar era sempre pieno, ma dotato di una serie di tavolini interni dove a pranzo si radunavano gli impiegati di due uffici differenti, compreso il mio. In quel momento, tuttavia, c'era soltanto una ragazza al bancone del bar, e sua madre alla cassa poco distante, oltre a un signore con lunghi capelli biondi che prendeva un caffè, tranquillo. Era un uomo dell'età apparente di almeno settant'anni ma sfoggiava una chioma bionda evidentemente artificiale. Vestiva un lungo impermeabile color nero e un paio di jeans scuri.
Mi sembrò ridicolo e lo fissai qualche secondo di troppo, e quello, risentito, mi domandò cosa avevo da guardarlo, posando la tazzina con fare stizzito.
- Si tratta del mio sogno. - risposi altrettanto piccato - E quindi guardo dove voglio e come voglio!
- Ah, davvero? - rispose lui, più calmo - A volte mi capita di entrare nei sogni di altre persone. Dove ci troviamo?
Gli dissi il nome della via accanto al mio ufficio e mentre la ragazza mi preparava il consueto caffè come mille altre volte.
Non ricordo come, finimmo seduti al tavolo più vicino a chiacchierare amabilmente.
- Molte persone che dormono - mi disse, con la tazzina ormai vuota posata davanti a lui - non capiscono che stanno vivendo la loro vita onirica esattamente come vivessero la vita cosciente. Sono rari quelli che se ne accorgono, come sta facendo lei.
- Li chiamano sogni lucidi.
- Sì, ma non si tratta di sogni comuni - ribattè lui - ma di vivere vite alternative e parallele. Io lo capii lo scorso anno, verso questi tempi, durante una giornata nuvolosa mentre dormivo nel mio studio. A quel tempo, frequentavo una donna che mi veniva a trovare proprio in quel piccolo studio dove svolgevo il mio secondo lavoro, esaminando le dichiarazioni fiscali dei clienti.
- Allora?
- Allora, presi coscienza della mia reale situazione durante una giornata qualsiasi mentre cercavo una fattura che non trovano neppure nella realtà ordinaria. Capii all'improvviso che ero in un sogno e cominciai a cercare di muovermi nel mio studio anche se la scena cominciava a fari nebulosa proprio come ricordavo che potesse avvenire in altri sogni simili.
- In questi casi, Castaneda consigliava nei suoi romanzi di guardarsi insistentemente le mani.
- Infatti e così facendo, ripresi lentamente il controllo completo del sogno. Cominciai deliberatamente, a esaminare il mio studio, poi la vista dell'unica finestra che guardava proprio la strada e pensai, lucidamente, che presto avrei potuto incontrare la signora che frequentavo anche in quella strana modalità. Ma in quel sogno, le ombre della sera avanzarono rapidamente e la mia amante non si fece viva.
- E cosa accadde, invece?
- Risvegliandomi, pensai che fosse stato un sogno molto strano e lo dimenticai. Eppure, da quel giorno, sognai la stessa situazione molte volte, finchè mi abituai a muovermi deliberatamente in quelle situazioni oniriche dove potevo vivere una vita parallela. Talvolta la mia amante si faceva vedere e stavo con lei come durante i nostri incontri per così dire reali. Questa faccenda della doppia vita, come la chiamavo io, andò avanti per mesi. Poi accadde un fatto straordinario.
Continua nel prossimo post.
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