mercoledì 22 luglio 2020

Il monopolio non mi piace

Devo ammettere che ho una spiccata avversione per i monopoli in genere. Tolgono entusiasmo e limitano l'iniziativa in ogni campo e settore della vita pubblica e sociale. Per fortuna e nonostante le mille avversità, noto con piacere che stanno nascendo molte, nuove, case editrici, probabilmente a cura di persone seriamente motivate e che considerano il lettore un amico e lo scrittore un professionista da valorizzare. Bene. 

Viceversa, troppi, grandi, editori pensano di facilitarsi la vita monopolizzando lo spazio nelle librerie e soprattutto pubblicando autori già noti per la presenza in televisione o, peggio, per le loro attinenze con politici e industriali. Male, molto male.

Detesto i troppo grossi, i prepotenti. E' un fatto di pelle e di stomaco.

Se fossi fortunato, troverei un editore piccolo e combattivo che voglia scalare la vetta con rabbia ed entusiasmo. Non ci vuole altro che un piccolo capitale di partenza e una rete di distributori regionali, e soprattutto non trascurare le edicole ferroviarie e le edicole in genere.

Per esempio, facendo concorrenza ai giganti del settore proprio sul loro terreno. Facciamo l'esempio dei Gialli Mondadori, praticamente oggi senza concorrenti. Una bella sfida, proporre un prodotto di qualità, con autori esclusivamente italiani, a un prezzo concorrenziale. 

Pensate sia impossibile? Io, invece, penso che sia possibilissimo.

Edizioni minimaliste ma di pregio in quanto a contenuto e presentazione. 

Gli autori giusti si trovano con un bel concorso letterario gratuito.

Io stesso, posso scrivere un ottimo giallo ogni tre mesi. Potete controllare qui, se non mi credete.

Giovani editori, datevi da fare. Voi vedete le difficoltà davanti a voi e forse non guardate il panorama da sogno che potreste esplorare. 

Senza contare che una sfida è una sfida. E se vi serve aiuto, io sono qui.


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