venerdì 24 luglio 2020

Il mestiere di scrittore, come lo intendo io

Potete immaginare come scrivere coinvolga, una volta terminata l'opera, molte persone. Per esempio, il classico rapporto tra scrittore e editor quando esiste. Oppure, per chi vuole, il rapporto scrittore-agente letterario. Fino ad arrivare ai lettori, vero obiettivo di ogni scrittore.

Personalmente, per ora, ne faccio a meno dato che sono pochissimi gli editori che si sono realmente dimostrati interessati a quel che scrivo, che puntualmente finisce su Amazon.com, che, se non altro, costituisce una vetrina abbastanza agevole e completa delle opere pubblicate. Secondo la legge sul diritto di autore, infatti, basta pubblicare un'opera per dimostrare la sua origine e paternità. Meglio se si dispone di isbn.




Solitamente, non attendo che pochi mesi dall'invio a un editore prima di inserirla nella mia libreria Amazon. La potete visitare da qui (cliccate sul collegamento). Serve anche a dare una panoramica piuttosto precisa a editori, produttori cinematografici e televisivi. Infatti, le opere pubblicate tramite il sito restano di completa proprietà e disponibilità dell'autore. 

Se un editore si dimostra realmente interessato alla pubblicazione; oppure, parimenti interessato, un produttore cerca un soggetto valido per un film o una serie televisiva, è possibile avere una panoramica esaustiva di quel che scrivo proprio tramite la vetrina offerta da Amazon. Non ho molta fiducia nell'attività editoriale contemporanea, devo ammetterlo. Forse difettano i capitali, forse manca un po' di spirito d'iniziativa e di buona volontà o di semplice grinta. Gli editori italiani sono bravissimi a lamentarsi (la troppa burocrazia, le tasse, i costi) ma altrettanto lenti a organizzarsi per reggere il confronto con i giganti editoriali del settore, Mondadori in testa. 

Non capiscono, ad esempio, che se vuoi sopravvivere nel mondo dell'editoria contemporanea, devi andare a rosicchiare lo spazio che si sono creati i giganti come la casa milanese. Devi andare a sfidarli sul proprio terreno e batterli per prenderti i suoi spazi commerciali. Ma come ottenere questo confronto, visto che i giganti dispongono di armi e dotazioni che i piccoli editori nemmeno si sognano? 




Bene, ve lo dico io: tramite le nuove possibilità offerte dai social e tramite iniziative innovative sui vecchi schemi. 

Ho la fissa dei gialli, come forse sapete, leggendo questo blog. Ne scrivo da anni, nel più completo isolamento dettato dalla grande editoria. Se andate ad acquistare un giallo in libreria, vi prego, confrontatelo con i miei. Potete utilizzare un romanzo, come Senza Cuore, o La Donna che non c'era, oppure una raccolta come La Notte Comune. Cliccando sulle copertine pubblicate su questo blog, potrete arrivare ai siti per ordinarle e riceverle comodamente a casa vostra.




Un autore come me, può scrivere un buon giallo ogni tre mesi, e gli esempi sono proprio i libri che ho citato. All'estero, non ce ne sono molti, di validi, ve lo garantisco. Sono celebrati e pompati alla grande da case editrici come la Mondadori, ma il livello non è paragonabile ad alcuni autori nostrani, compreso il sottoscritto. 

Questo fattore è da sfruttare per chi volesse tentare la scalata a conquistare il mercato dei gialli interno. Le risorse dei giallisti italiani, sotto stimate e quasi per nulla sfruttate, i grandi editori non possono utilizzarle per loro stessa scelta e costituzione. Fisiologicamente, hanno adattato la loro azione solo sui grandi nomi, che sono ovviamente arci noti e sfruttatissimi. 

In Italia, esiste un patrimonio assolutamente non utilizzato pronto a esplodere. Se permettete, io sono un esempio di questo patrimonio che Mondadori e Einaudi, oltre a una pletora di editori di medio livello, nemmeno vedono. Questo è un esempio di come si potrebbe iniziare l'attacco al loro mercato editoriale all'interno del comparto giallo-noir-thriller-fantastico-fantascienza-horror. 

Ci vuole un po' di spirito d'iniziativa e molta, molta grinta. Probabilmente, troppa, dato che io stesso sono qui a parlarvene ma non a collaborare con chi potrebbe fare tutto questo e non ci prova nemmeno. E allora, prendete i miei libri per farne film o serie televisive, forse è meglio. Trattiamo e troviamo un accordo. L'editoria vera, quella fatta da gente che ancora ci crede, continuerà ad aspettare, dormire, forse sognare, chissà per quanto.



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