Di norma, in Italia, le riforme equivalgono a un netto peggioramento della situazione esistente, dal punto di vista civile, sociale ed economico. E infatti sta facendo strada, e strage di idee, la malsana idea che dato che i pensionati sono sempre di più, è necessario mandare le persone in pensione più tardi.
Questo significa, semplicemente, che si lavorerà sempre meno da parte di chi è più giovane della media e quindi più in forze. Non li vedo solo io i quarantenni che sostano nei bar durante la giornata. La disoccupazione di lunga durata sta diventando la costante di troppe persone, dai 30 ai 60 anni. Si dice che siano troppo pochi quelli che versano contributi.
Tuttavia, il problema vero è che questi contributi non capitalizzano il montante per la pensione di quel lavoratore ma servono per pagare i costi vivi del sistema pensionistico. Inoltre, per lenire le sofferenze della povera gente, invece di dare lavoro, si è scelto il sistema del reddito di cittadinanza che non produce versamenti previdenziali. Quindi, solo un sistema di puro welfare. E' un dato di fatto che il lavoro subirà a breve un, nuovo, drastico ridimensionamento per via dei miglioramenti dell'intelligenza artificiale e della robotica.
E' un fatto altamente nocivo eliminare il ricambio generazionale sui posti di lavoro, è un vero e proprio crimine sociale ed anche economico. Gente che va in pensione più tardi, a fronte di pensioni calcolate ormai solo con il sistema contributivo, quindi di modesta entità, serve a bloccare il ricambio generazionale causando problemi di assistenza per i disoccupati e le loro famiglie e ovviamente problemi di vita a lavoratori costretti a spremersi oltre i cinquant'anni ancora per almeno un ventennio, moltiplicando incidenti e malattie professionali o di derivazione professionale.
Si dovrebbe andare nel senso radicalmente opposto, ovvero perseguire la massima occupazione per eliminare proprio l'assistenzialismo becero e inutile e nel contempo moltiplicare i versamenti all'ente previdenziale.
La popolazione sta invecchiando e noi evitiamo che i disoccupati possano accedere al mondo del lavoro. E' follia pura.
Un calcolo esatto e non viziato dai soliti schemi mentali che del resto hanno prodotto l'attuale situazione, ovvero una proiezione che parte dal mandare in pensione obbligatoriamente tutti i lavoratori al 35^ anno di servizio o a 60 anni di età, sarebbe un toccasana sociale di grande portata.
Non basterà questo blog per smuovere i diktat idioti provenienti dai potentati economici europei ed evitare il ricatto inviato alla maggioranza di governo. Rischia di vincere, ancora una volta, la mentalità che per risolvere il problema pensionistico si deve lavorare di più. E questo, purtroppo, significa che lavoreranno sempre in meno.
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