giovedì 10 settembre 2020

I Notturni di Bonaventura

Durante l'attività di uno scrittore, può capitare di dover scrivere e firmare le proprie opere sotto pseudonimo. I motivi possono essere tanti: voler celare la propria identità può essere dovuto a convenienza o paura. Esempio nei tempi moderni è la vicenda che Woody Allen raccontò nel suo film Il Prestanome,  (The Front) scritto da Walter Bernstein e spirato da vicende reali avvenute durante il disgraziato periodo del maccartismo negli USA. 

Forse, basato veramente sulla vita e il suicidio di  Philip Loeb, attore amico di Zero Mostel, uno dei protagonisti del film, perseguitato dai folli proponimenti dello HUAC, la commissione per le attività anti-americane. Voi penserete che non sia giusto che una persona venga discriminata per le sue idee, e badate bene, senza aver commesso alcun crimine; e che questa persona possa subire le pressioni per confessare i suoi amici e simpatizzanti. Ma questo accadeva ai tempi del maccartismo negli USA. 

Woody Allen 80 - "Il prestanome" (USA 1976) di Martin Ritt - Recensione e  scena finale - Rive Gauche - Film e Critica

Qualcosa del genere dev'essere accaduto all'autore de I Notturni di Bonaventura, romanzo assolutamente incredibile ma non conosciuto e quindi non apprezzabile. 

Ho potuto leggere la pubblicazione che ne fece Rizzoli, nella BUR del 1950, senza ovviamente poter citare l'autore. La splendida traduzione dal tedesco di Felice Filippini e l'introduzione da questi firmata, sono per me l'unica fonte di conoscenza di quest'opera, scritta in Germania presumibilmente alla fine del 1700 dato che veniva pubblicata a Penig (vicino Altemburg) dalle Edizioni Dienemann. 

A dire il vero, una nota redazionale ci avverte che questo romanzo fu pubblicato in italia per prima dalla Libreria Editrice Omarini Vittorio anche se limitandone la traduzione ad alcuni Notturni.

Nel romanzo si racconta l'attività, appunto svolta di notte, dal signor Bonaventura, dove le tenebre, fredde e oscure come le tombe nei cimiteri, danno la possibilità a questo viandante, che si autodefinisce guardiano, di girare con torcia e picca (una lancia) nelle strade di una cittadina tedesca, dove deve affrontare la furia demoniaca di preti invasati piuttosto che la forsennata e sfuggente corsa di anime in pena.

Un testo romantico, ammantato da teorie di tipo massonico dove si giudica con grande disprezzo il clero protestante, che si paragona al diavolo stesso.

Mi sembra giusto, per darvi l'idea di come fu scritto, e quindi tradotto, pubblicare l'inizio di questo, splendido, romanzo senza autore.

PRIMO NOTTURNO

Scoccò l'ora notturna. M'avvolsi nel rivestimento che m'era compagno d'avventura, pigliai la picca e il corno, uscii incontro alle tenebre e annunciai l'ora dopo aver scongiurato gli spiriti mali con il segno della croce.

Era una di quelle notti infide in cui senza fine succedonsi luce e tenebra. Simili a sterminate pitture magiche nuvole volavano per il cielo sospinte dal vento e la luna alternativamente splendeva e si celava. Calma di morte giù per le strade, solo in alto ansimava lo spettro invisibile della tempesta.

Tutto questo non era tale da spiacermi. L'eco solitaria del mio passo mi tornava grata, figurandomi il Principe favoloso di una città stregata ove un potere malefico abbia mutato in pietra ogni cosa viva: o immaginandomi di essere l'unico superstite d'una gran peste o d'un diluvio universale. 

Quest'ultimo pensiero mi diede i brividi: fui lieto di scorgere un pallido lume solitario che ardeva in una mansarda sopra i tetti della città. 
Conoscevo colui che regnava a tarda ora su per l'aria: un Poeta sventurato che vegliava mentre i suoi creditori dormivano - le Muse soltanto sfuggono ai creditori.
*****

Così inizia la narrazione di sedici notturni, resa così palpabile e viva dalla traduzione di Felice Filippini, che non smetterò mai di ringraziare. O meglio, lo ringrazierò di persona ,se avrò l'opportunità di incontrarlo in altra dimensione dato che ci ha lasciato nel 1988. 

Per noi, come il signor Bonaventura, è diventata ormai un'abitudine viaggiare di notte, immaginando la luce. Lo so bene anch'io, scrittore di oggi, esploratore di mille notti insonni. Ma questa, è davvero un'altra storia.


I notturni di Bonaventura - Libro Usato - Rizzoli - Biblioteca Universale  Rizzoli | IBS


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