giovedì 28 gennaio 2021

Una (eventuale) carriera finita. La mia.

 Premetto che questo sarà un post ironico. Una delle poche facoltà, l'autoironia, che serve a consolarci anche per quel che non ammette consolazione o salvezza; ogni tanto la esercito, invece che scrivere per davvero, almeno su questo blog. 

E sto parlando della mia (eventuale) carriera da scrittore che dura da un po', ma oggi può definirsi già definitivamente scaduta, finita, terminata. Se non per mia volontà, nei fatti. 

Altra premessa: non sono maschilista. Se lo sono, non me ne sono mai accorto. Le donne le adoro. Hanno una quota aggiuntiva di difficoltà, nel vivere e me ne dispiace. Non a caso, la persona che sto per citare, e so già che me ne vorrà e la qual cosa mi rattrista sinceramente, ha proprio denunciato parte di queste difficoltà, che poi sono anche reati che ha subito, oltre che vigliaccate.

 Chi abusa di una donna, per qualsivoglia motivo, dovrebbe pentirsene amaramente. Siamo tutti colpevoli di un certo maschilismo di base, insito persino nelle religioni più diffuse, e ciò ha soltanto favorito un impoverimento culturale della società, tagliando fuori le donne da posti che competevano loro per capacità e merito. 

Ovviamente, chiunque di noi potrebbe ricordare donne al comando di stati e nazioni che avremmo volentieri fatto a meno di conoscere in tali ruoli, ma capita anche con tantissimi uomini, non è questo il problema. 

Ecco perché oggi citerò, quali esempi della mia ormai fallimentare e strafinita carriera da scrittore, un uomo e una donna che hanno pubblicato. Parità assoluta nella disgrazia, la mia.

Avrebbero potuto fare altro, dovevano e hanno già fatto altro, eppure me li ritrovo davanti, nelle librerie dove io non tornerò mai. 

Da queste faccende nasce il sospetto, per essere cauti, che gli editori non pubblicano chi merita ma chi ha maggiori probabilità di vendere perché è un personaggio già noto. La qualità e gli scrittori che meriterebbero, ne soffrono entrambi.

Primo caso che desidero citare,  con onore al merito di essere almeno una bella signora: Asia Argento. Brava attrice, notevolmente ben lanciata da papà e mamma, attori e registi, in televisione e nel cinema, ora in libreria con questo tomo: è una sorta di auto-biografia. Non l'ho letta ancora e mi riprometto di farlo appena possibile consapevole di non poter comunque competere con questa signora.


Anatomia di un cuore selvaggio. Autobiografia di Asia Argento 

 

Anatomia di un cuore selvaggio": l'autobiografia di Asia Argento - Donna  Moderna

 


Ha dalla sua innegabile fascino, bellezza, bravura nel recitare, è anche più giovane di me e già pubblica con Feltrinelli. Ma dove pretendo di andare? Cosa potrei fare? Nemmeno Dante la vincerebbe questa partita, con quel naso che aveva, poi.

Voi mi direte: chi ti dice che la bella Asia non sia anche una grande scrittrice?

Il problema è esattamente questo: anche da grandissimo scrittore, sarei già spacciato.  Pensate cosa potrebbe spingere Feltrinelli o altro grande editore a preferire me a questa cara e bella signora. E non si tratta solo di bellezza e grazia femminile perché passo subito al secondo caso: 


Ferragni-Fedez, è successo qualcosa in ascensore... 

Li vedete? Belli, bravi, di successo, benestanti è dir poco, e il buon Fedez, cantante stranoto, è anche scrittore. Non si butta via niente, nella vita:  


Fedez, 'ho scritto un libro per bambini' - Libri - ANSA

 

Pensate, ha dedicato al libro un articolo l'ANSA, la nota agenzia giornalistica:https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/libri/2019/04/18/fedez-ho-scritto-un-libro-per-bambini_8dd26f57-6d9d-406a-8f1e-ba810934191f.html
 
Ora, ditemi: posso mai competere con questi giganti? Il mondo, in qualunque aspetto delle arti, delle professioni e dei lavori, è una vetrina, e infatti la pubblicità esiste proprio per questo.  
 
Pensate a quanto vale un articolo dell'ANSA per vendere un libro scritto per i bambini, edito da Fabbri. Senza contare il nome, Fedez, che vende già miriadi di altri oggetti oltre che musica per conto suo.
 
Questo è un altro aspetto dell'estrema difficoltà che hanno scrittori e scrittrici che non hanno neppure un grammo o un centesimo della grande visibilità e notorietà dei due personaggi che ho appena citato e che sono senza dubbio tra i più meritevoli  di ogni successo. Eppure, sconfinano in ambiti che non gli appartengono, e che, forse, non meriterebbero affatto. 
 
Andate a cercarli nelle librerie e comprate i loro libri. Probabilmente, vi piaceranno, forse no. Non troverete né i miei né quelli di tanti uomini e donne che, come me, hanno per compagna la letteratura e nessuna celebrità da sfoggiare. 
 
La vita è questa e un fenomeno del genere lo riscontrate in ogni altro ambito delle attività umane. Non c'è nulla da lamentarsi o da rammaricarsi perché non siamo tutti uguali. Questa panzana è stata ideata per tenere buone le persone, perennemente chine e prostrate non solo davanti al potere costituito ma anche davanti ai loro simili molto più fortunati.

Una legge di natura a cui non si scappa.
 
Non guadagno praticamente nulla (devo vendere al costo di un caffè e a me torna, quando torna, un quinto del prezzo che vedete sulla mia pagina: 20 centesimi che ovviamente denuncio al fisco tramite il 730 se e quando l'operatrice del CAF riesce a inserire cifre ridicole come queste.).
 
Forse qualche collega riesce persino a vivere di letteratura e se questo accade gli faccio i miei più sinceri complimenti. 

Questo post serve per farvi comprendere, ammesso che interessa a qualcuno di voi, che scrivere è per la maggioranza degli scrittori italiani, semplice passione. 
 

Ecco per quale motivo, i pochi lettori che ancora seguono questo blog, dovrebbero comprendere che la mia attività esiste per comunicare con loro. Matematicamente certo che non servirà a un riscontro personale ma forse a loro posso regalare o quasi, un momento di intrattenimento o di svago.
 
Non chiamatela carriera, o lavoro, o attività. Chiamatela passione. Il resto sarebbe un'eccezione che conferma la regola generale. 
Se avessi voluto tirar su denaro, mi sarei aperto un canale Youtube dove parlare di tutto e di più e magari fare cose stravaganti davanti alla videocamera.

La mia, è una specie di malattia, non un merito e tantomeno un vanto. Sentivo il dovere di dirvelo e l'ho fatto.

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