domenica 3 aprile 2022

La porta girevole del sogno

 

Sognai molto durante il lungo spostamento aereo, e i tre scali intermedi per rifornirci di carburante. Mi sembrava un sonno indotto in qualche modo tramite ipnosi e preparati psicotici perché i miei sogni erano estremamente potenti e del tutto coinvolgenti come mai avevo sperimentato in precedenza e nonostante il ronzio dei motori a elica.

Vidi scene nelle quali la mia famiglia era riunita insieme a Olga e Igor, mentre mia moglie e la ragazza discutevano pacificamente i miei figli domandavano i particolari di quella vita avventurosa a Igor. Mi vedevo ascoltarli con grande piacere di quella compagnia allargata e non temevo che i particolari scabrosi della mia relazione con Olga potessero disturbare quell’armonia collettiva. Mi accorsi che erano i racconti ascoltati dalla ragazza sulla nostra frequentazione onirica che ora si stavano materializzando alla mia coscienza e finalmente potevo vedere le scene che lei mi aveva anticipato senza che io le prestassi attenzione: credevo fosse parte della sua tattica per sedurmi.

Una ragazza giovane e piacente che si stava occupando di conquistare un cinquantottenne con un accenno evidente di pancetta e i capelli che si stavano diradando senza alcun riguardo per il mio aspetto.

La vecchiaia è un nemico spietato che si dimostra capace di ridurre a una grottesca operetta un dramma psico-fisico di demolizione corporea.

Non temo la morte, ma il disfacimento fisico mi atterrisce né più né meno di qualunque uomo.

Passai ore tra loro, discutendo di come potevamo affrontare il pericolo rettiliano, mentre parlavamo, mangiavamo e Igor si gustava i suoi sigari accanto la finestra socchiusa su un panorama di alberi e prati inondato dal sole. La sua famiglia lo attendeva in una villetta poco distante, e la loro morte era soltanto un ricordo lontano, talmente perso nella memoria di un passato quasi seppellito dalla polvere di quel mondo.

Un mondo dove le canzoni della nostra vita prendevano la forma letterale di giorni effettivamente vissuti e persino i personaggi dei miei romanzi di semplice intrattenimento erano esseri viventi che respiravano la mia stessa atmosfera.

A un certo punto, mi ritrovai sulla navicella con Tedd e in volo ammirammo paesaggi alieni di straordinaria bellezza, dove in aria si libravano forme geometriche che manifestavano una vita mai osservata prima. Cercavano di stabilire un dialogo con noi esprimendosi mediante note musicali dolcissime.

Il mondo onirico non era mai stato tanto colorato e pulsante di vita dolcissima e senza patemi di alcun tipo. Fu quando stavo ragionando di come avessi potuto prolungare all’infinito quella gioia di vivere assolutamente sconosciuta su questa Terra, che i miei occhi divennero pesanti come sassi e dolorosamente, piano e con grande sforzo fui costretto a riaprirli.

Erano pieni di lacrime perché tornare da quei momenti densi di vita era durissimo come talvolta avevo provato, quasi sempre ritornando alla veglia dopo storie esaltanti vissute solo in sogno. Avrei dato molto se non tutto, in quelle occasioni, per restare nei territori dell’eterico sognato. La sensazione che fosse vita reale almeno come quella che dovevo subire su questa Terra, svegliandomi, era terribile e devastante nell’insieme.

Raramente mi era capitato, qui dove scrivo romanzi e sto invecchiando con regolarità, di tornare da sogni così palpitanti. Ragionai che forse il fenomeno era dovuto alla distanza dal suolo che avevo sperimentato. Igor mi disse che ormai eravamo arrivati in Brasile.

Aperti gli occhi, non vidi Olga, che si era ritirata in bagno.

La mia mente era piena di immagini e di idee nuove. Dopo i viaggi nell’eterico, che comunemente chiamiamo sogni, accade che ha la nostra mente sia fervida di idee e concezioni che ci sembrano veramente rivoluzionarie. In realtà, è l’energia psichica che risulta rinnovata e, semplicemente, la mente se ne giova come un vecchio che si possa riscaldare al fuoco di un camino acceso.

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Estratto da L'INGANNO DEL SERPENTE, romanzo ancora inedito. Uscirà nel 2022.

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