A quei tempi, non avevo da qualche mese alcun contatto né con Carlo, né con altri membri del Gruppo Alfa. Mi restava in mente quel che avevo visto il giorno in cui B. era andato via da questo mondo.
Erano eventi, nonostante quel che potevo pensare o immaginare, al centro dei miei pensieri quotidiani, e costituivano il chiodo fisso nella mia testa mentre vivevo quei giorni che sembravano dedicati esclusivamente alla lotta al Covid 19 e al confronto tra chi cercava di resistere all’imposizione riguardante una sorta di regime sanitario che le autorità mondiali stavano imponendo ai popoli di ogni parte della Terra, e i collaborazionisti, sempre più numerosi, delle Élite governate dai Rettiliani.
Nella politica, nei media, nei centri del potere finanziario e anche tra artisti e cantanti di successo, i servitori dell’Agenda Rettiliana si sprecavano.
In quei giorni, si stava verificando il tentativo di far passare la vaccinazione che si stava rendendo disponibile per evitare le conseguenze del Covid 19, come una sorta di panacea per tutti i mali. Era invece evidente che i vaccini fossero solo farmaci sperimentali in massima parte e quindi rendevano esposti a conseguenze non preventivabili milioni di riceventi le due dosi previste dalla procedura. Nessuno poteva garantire l’assenza di controindicazioni per gli anni a venire. Esattamente com’era avvenuto utilizzando gli OGM in agricoltura.
Inoltre, persino dai consessi internazionali si rilanciava l’idea di una sorta di patente vaccinale che avrebbe abilitato a determinate attività solo i fruitori di tale trattamento, creando una palese discriminazione tra persone vaccinate e non, senza neppure valutare se fosse fornita una reale immunità da parte dei farmaci in relazione alla nuova peste del secolo e le sue già numerose variazioni; e senza riscontrare se e quanto i non vaccinati fossero infettivi o malati.
Per quel che già sapevo, facevano parte dell’Agenda Rettiliana, i progetti di esclusione ed emarginazione sociale che avrebbero diviso le persone e che non potevano sorprendermi più di tanto. I Rettili erano maestri nel dividere le popolazioni che volevano sottoporre a completa sottomissione.
- Ti volevo vedere, Manuel… – gli dissi, quando eravamo già usciti dal bar e ci stavamo per salutare – Anche per avvisarti che per un po’ non sarò disponibile. Ultimamente ho cambiato vita, ho lasciato il lavoro fatto per trentacinque anni in un ufficio, e sto per cambiare città.
- Roma ti sta stretta?
- Mi sta stretto questo clima di diffidenza e di coercizione che i servi delle Élite stanno imponendo alla gente. La dittatura finanziaria che è stata ormai stabilita con l’apparenza di una falsa democrazia, non fa per me.
- Stavo pensando anch’io a qualcosa del genere. Vuoi darti alla macchia? Siamo il popolo dei supermercati, non sapremmo nemmeno cogliere la frutta da un ramo troppo alto, in campagna. O vuoi dirmi che si può lasciare il mondo restando nel mondo?
- Forse non proprio. Sai una cosa? Non riesco più a negare a me stesso l’obbligo di tornare a occuparmi di quel che ho raccontato nel mio ultimo romanzo. Come potrei cercare Carlo in queste condizioni?
- Devo confessare che non ti capisco. – rispose il mio amico, scuotendo la testa.
Era entrato in fretta nella sua automobile per colpa di un vento fastidioso che stava trasportando nuvole veloci sopra le nostre teste. Faceva quasi freddo anche in una città tradizionalmente calda come Roma.
Voleva forse che sedessi accanto a lui per continuare a parlare ma avevo fretta anch’io.
Alzò il finestrino dalla parte del guidatore. Mi trovavo in mezzo alla strada, anche se non passava nessuno in quel momento.
- Devo ritrovare Carlo e non posso farlo allo scoperto. Metterei a rischio la mia famiglia e anche lui, se, come penso, è scomparso per garantirsi un po’ di sicurezza personale.
- Come fai a dire una cosa del genere? Vuoi affiliarti a quel gruppo che protegge gli addotti?
- Non li vedo da qualche mese. Penso che siano stati neutralizzati o che siano in grande difficoltà. I Rettili sono in movimento, ne sono certo, e stanno passando alla fase finale della loro agenda.
- Non sei troppo pessimista?
- Cosa ti serve ancora per capire? Non basta la dittatura sanitaria che pensano d'imporre a mezzo mondo, in attesa di papparsi l’altra metà?
Manuel sbuffò un po’ di fiato che si vaporizzò disperdendosi nell’aria fredda.
- Sai una cosa? – mi chiese, quasi a mo’ di saluto, con il motore ormai caldo – Mi chiedo spesso quale sia la cifra di quel che sappiamo in realtà delle politiche umane, figurati di quelle aliene.
- Non sappiamo molto, in effetti. Ecco per quale motivo non possiamo permettere a noi stessi di perdere le testimonianze che persone scomparse non possono più narrarci.
Chiuse il finestrino e partì, salutandomi con la mano mentre con l’altra teneva il volante.
Avevo pensato di fargli intendere che non sarei stato disponibile per un bel po’ giacché era uno dei pochi amici che mi restavano, e non volevo che si preoccupasse oltre misura. Probabilmente, non mi credeva, pensando che fossi soltanto un po’ depresso a causa della scomparsa di un altro, ottimo, amico.
Quanto conosciamo dei nostri amici, o delle persone che comunque ci circondano, in famiglia e nel lavoro?
Siamo certi di essere nati da una madre che ricordiamo fin dai primi istanti che siamo appunto in grado di trarre dalla memoria. Del resto, per analogia, se abbiamo avuto figli, sappiamo bene cosa e chi abbiamo ottenuto e per quale motivo. Siamo tuttavia certi che quel che non possiamo ricordare sia del tutto assimilabile a quel che ricordiamo con assoluta concretezza?
Gli altri, in definitiva, chi sono? In massima parte, sono stati o sono il racconto che degli altri ci è stato fatto dai nostri genitori, i nostri parenti e, più tardi, dalla scuola o dagli altri esseri umani presi a riferimento culturale.
Di certo, possiamo pensare di essere vivi e senzienti, di avere capacità di pensare, di provare auto-consapevolezza. Eppure, è il nostro passato a essere in parte nebuloso, incerto, inconsistente.
Chi era quella persona che ci ha generato e nutrito tramite il suo seno nei primi mesi?
Chi era quel vecchio, malato, che è morto tra le nostre braccia e che chiamavamo padre?
Chi erano tutti gli altri attori di una commedia che noi abbiamo chiamato “la mia vita”? Siamo veramente certi di averli valutati per quel che erano e non per quel che ci sembravano?
Questi interrogativi, per quanto assurdi potrebbero apparire, sono forse gli unici degni di nota riguardo al nostro vissuto. O meglio, gli unici interrogativi ai quali non sappiamo rispondere con assoluta certezza.
Noi conosciamo bene i nostri sentimenti, abbiamo familiarità solo con i nostri pensieri se non siamo addormentati. Il reame del sogno è invece, per le persone comuni, un completo mistero.
Dalla cosiddetta età della ragione in poi, ci possiamo scegliere amici, maestri e persino coniugi o amanti. L’età della ragione corrisponde però alla perfetta calcificazione della ghiandola pineale.
La scienza ci dice che questa ghiandola, il cui funzionamento è poco conosciuto, si calcifica a causa dei fluoruri che assorbe e che formano, nel corso degli anni, cristalli di fosfato. Una delle conseguenze più note è la minor produzione di melatonina e quindi un ciclo del sonno irregolare.
Una ghiandola molto piccola e che tuttavia si avvale di un flusso sanguigno paragonabile alle reni. Il motivo è legato all’importanza che riveste nel regolare il sistema immunitario.
Il buio stimola l’attività della ghiandola, quindi la prima conseguenza di quest’attività è connessa al sonno. Chiunque abbia creato l’essere umano, ha previsto che potesse dormire appena la luce degradava.
Non credo si trattasse di una punizione ma di una potente possibilità di ristoro e di cura naturale. Evidentemente, la veglia e quindi l’ambiente che è possibile recepire durante il giorno, non sono molto salutari per noi.
Meritiamo di poter dormire per ristorarci. Dovremmo, quindi, evitare, per quanto possibile, la calcificazione della ghiandola pineale.
Dobbiamo anche comprendere come il periodo della veglia sia considerato dal nostro organismo e da chi ha creato l’essere umano, come un potenziale elemento ossidante e quindi fonte di grave inquinamento per il corpo.
Infatti, generalmente, senza poter dormire o farlo a sufficienza, semplicemente, ci si ammala e si muore.
Estratto dal romanzo I RETTILI TRA NOI.
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