domenica 26 giugno 2022

La ribellione dei moderni schiavi

 Avrete sentito lo sconcerto degli alfieri del capitalismo che si stracciano le vesti perché tanto nel settore pubblico che nel settore privato crescono quanti si ribellano alla moderna schiavitù rappresentata dalla disoccupazione forzosa o dal lavoro umiliante. Oggi, chi inizia a lavorare in qualsiasi settore e comparto, deve subire l'umiliazione di una paga che per ribassi non ha paragoni nella stessa Ocse. 

Inoltre sa già che dovrà lavorare almeno fino a 67 anni per avere una pensione da vera fame pagata con il metodo contributivo. E come è accaduto nel pubblico dove concorsisti vincitori si sono rifiutati di prendere servizio dato che nonostante tutto quel che devono preventivare, hanno pure l'obbligo di spostarsi di vari chilometri da casa loro per prendere sevizio dove meno personale esiste già, di solito dal Sud verso il Nord dell'Italia, contemplando anche costosissimi prezzi da pagare per le abitazioni. Come è vero che i lavoratori del commercio e dei servizi, constatate le miserie che ricevono dai datori di lavoro privati, preferiscono il reddito di cittadinaza o il lavoro in nero. 

Sono scelte obbligate e non dovute alla mancanza di voglia di lavorare. I moderni schiavi si stanno ribellando al sistema così come è concepito. Del resto, il Draghistan ha imposto loro, parlo dei professionisti e dei lavoratori attivi, persino di porgere il braccio alla Patria, passando per gli appetiti di Big Pharma, e chi non si è piegato, vuoi per paura, vuoi per orgoglio, ha rinunciato alla retribuzione o al lavoro stesso. E costoro non cederanno neppure alle cartelle delle tasse o come si coniugano con il fisco ora le imposizioni vaccinali.

Questo ha prodotto il Draghismo all'interno di un sistema economico e sociale già del tutto penalizzante per le giovani coppie e soprattutto per i disoccupati, gli studenti, i lavoratori. Lo stato sociale sta ora soffocando per gli aumenti apocalittici dei prezzi dovuti alle strettoie in cui le Elite si infilano per la ridistribuzione di territori e soprattutto di vie per il percorso dei collegamenti adibiti alla distribuzione dei carburanti. La guerra ucraina è solo un antipasto, per quanto amaro.

Il nostro sistema sta per collassare e farà morti e feriti come una guerra. Senza una forte presa di coscienza di politici e classi dirigenti, i settori sociali sottostanti si ribelleranno contro i vertici del Draghistan perché non hanno altra strada.

Modi, forme e tempi della ribellione sono da vedere ma il risultato è a mio parere più scontato. Non so se la pentola continuerà a bollire per un altro anno e cioè fino alle elezioni; dubito che queste saranno decisive per il cambiamento e una situazione già critica sarà pronta per esplodere.

Attenzione perché da ottobre in poi si rischiano altre chiusure del tutto immotivate e ulteriormente penalizzanti che aggraveranno le dinamiche economiche interne. Solo un folle può pensare che per curare una malattia si possa uccidere il paziente per fame. 

Da intellettuale non posso che lanciare allarmi peraltro già presenti nella controinformazione militante, l'unica a fornire analisi in contrasto con il mainstream comunicativo in mano alle proprietà di industrie, banche e finanziarie.

Il mio romanzo rinominato L'INGANNO DEL DRAGONE per non ingenerare confusione con un precedente romanzo uscito qualche anno fa, è costruito per proporre una sintesi narrativa ma in base allo scenario che molto probabilmente vedremo. Chi non l'ha ancora fatto, può intanto leggere i romanzi che lo precedono nello stesso ciclo del Rettiliani: LA TERRA INVASA DAI RETTILI e I RETTILI TRA NOI.

Questo amichevole invito non vale per chi crede alle fandonie del Draghismo imperante o per chi ha votato convintamente per i partiti che lo sostengono. Perderebbero soltanto tempo nel leggerlo. Sanno già i loro errori che forse sono irrimediabili.

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