martedì 28 febbraio 2023

La funzione della morte nei racconti gialli

 Apparentemente, un argomento macabro ma illuminante, se per un istante mi ritrovo nella parte del lettore. Da scrittore, la morte, in ogni altra occasione fonte di disperazione e lutto, nel giallo è la chiave di un enigma. Trovando l'assassino, si rilevano oltre alle sue perverse motivazioni (il movente del delitto) i veri motivi che muovono i diversi personaggi, vittime e carnefici. 

Nell'ultimo giallo che ho pubblicato, OSSESSIONE OMICIDA PER MISTER TAU, la morte della prima vittima, spiega ogni motivazione del suo carnefice. E quindi spiega le altre morti.

Certamente, è possibile costruire trame mistery senza morti o perlomeno omicidi. Esattamente quel che sto pensando per il prossimo romanzo giallo. 

Di solito, uno scrittore pensa prima al crimine da descrivere nella sua storia, poi alle motivazioni che portano a compierlo e infine a caratterizzare un carnefice credibile. I gialli più inestricabili, tuttavia, esistono quando gli omicidi non hanno un movente chiaro e determinato, ad esempio la gelosia, o la ricchezza della vittima o ancora il senso di vendetta. Di solito, chi uccide è spinto da rabbia, gelosia o interesse.  Più raramente da paura. Esistono però dei moventi che esulano da questi sentimenti. Esistono anche morti accidentali che possono passare per omicidio o  suicidio. 

Una storia mistery è sempre un enigma da sciogliere per chi vuole scrivere. Chi legge, si trova davanti una serie di crimini e una storia che fa da cornice. Da semplice lettore, mi divertivo a gareggiare con lo scrittore e a indovinare, prima del finale, chi fosse l'omicida di turno, spesso riuscendoci. 

Perchè non provate anche voi con questo, mio, romanzo giallo? Per il costo? 5 euro vi sembran troppi per leggere un buon giallo italiano? Possibile?



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