Siamo cresciuti in una gabbia culturale: da una parte il politicamente corretto, la versione buona per il regime; dall'altra, i vari negazionisti, i complottisti, chi osava contraddire il megafono del padrone. Bugie affastellate nei migliori anni della nostra vita, che si sono stratificate fino a oscurare quasi del tutto la coscienza individuale e soffocare quella collettiva.
Ci siamo quasi riscattati dalle bugie epocali della religione, dai giudizi di Dio, quando la parola rivelata era nello stesso tempo cultura e politica, per poi piombare nella narrazione costretta di un regime che, una volta esaurita la funzione di grimaldello dell'illuminismo, ha cominciato a sfornare i nuovi vangeli tecnologici, i manuali universitari, popolando le librerie e le biblioteche soltanto di quel che gradisce il potente di turno ed escludendo ed emarginando chiunque osasse pensare e scrivere liberamente, me per ultimo.
La cultura contemporanea celebra i monumenti del passato prostituendoli alla politica del presente, violentando il libero pensiero durante i suoi riti, come abbiamo dolorosamente vissuto durante tre anni di pandemia.
Non poteva considerarsi cultura ma l'esatto contrario di questa, vedere poliziotti e carabinieri correre a piedi intercettando poveri esseri umani che, da soli, correvano sulle spiagge e nei campi, respirando quella stessa aria che si voleva completamente invasa da un nemico tanto invisibile quanto mortale.
Una cultura annichilita dai patti per la scienza che pretendevano di istituire un verbo assoluto contrario a ogni voce dissenziente: rendendo a forza di decreti legale la morte del libero pensiero.
Le Elite hanno innalzato un totem sanitario fatto di mascherine e siringhe, per costringerci ad adorarlo, si sono interrotti rapporti di lavoro, retribuzioni troncate, professionisti esclusi dagli ordini e dal loro mestiere, creando una barriera appena al di fuori di locali pubblici e mezzi di trasporto: da una parte chi adorava il totem vaccinale e dall'altra chi osava non inchinarsi nel nome di una libertà di trattamento che ricordavamo molto bene far parte della precedente cultura interazionale del libero arbitrio.
Era in preparazione il dovere di credere che i nuovi nazisti fossero buoni e che valesse la pena di combattere con loro contro la Russia cattiva. Si stava per innalzare il nuovo totem che pretendeva il cambiamento climatico, dove esiste un clima che l'essere umano non potrebbe cambiare neppure volendo, e fatto di cicli che si ripetono. L'ultimo, vero, cambiamento realmente verificatosi è la Grande Glaciazione ma gli intellettuali del giardino dei potenti queste cose non le vogliono neppure sentire, dato che ora il nuovo negazionismo è quello di chi ragiona, ancora una volta, con la propria testa.
Hanno mentito su tutto e tutti ma vogliono, pretendono, la nostra fede nella cultura dei telegiornali. Stanno rischiando persino il fuoco nucleare pur di non cedere il controllo ferreo delle masse forgiato nel pensiero unico.
Vale la pena di morire liberi ma qualcuno crederà, ancora una volta, che è meglio rimanere con chi sta preparando il destino del Nigel di turno, di tutti i Nigel del mondo.
Nessun commento:
Posta un commento