Finora ho potuto divulgare gratuitamente due raccolte di racconti e un romanzo. Il prossimo lo potrete leggere da luglio 2024. Qualche mese fa ho partecipato al Premio Alberto Tedeschi, della Mondadori, per il miglior giallo inedito e quindi ottenere la pubblicazione tra i Gialli Mondadori. Per uno scrittore abile nel genere, quasi un classico.
Partecipai anche con SENZA CUORE, che poi fu pubblicato a 0111 Edizioni nel 2018. Non ho mai visto un centesimo. Ora, chiunque scriva senza avere un contratto decente in mano sa benissimo che pubblicare con Mondadori equivale a vincere non un terno soltanto ma una cinquina al lotto: praticamente impossibile. Vi lascio immaginare quali siano le linee guida che seguono i redattori di quella, rinomata, casa editrice.
Ho partecipato al suddetto premio per dimostrarvi che non ho davvero alcuna scelta: o divulgo gratuitamente le mie opere, o non le leggerete mai. Vorrei che la scelta fosse vostra e non deputata a qualche editore, insomma. Ecco quale motivo mi spinge a divulgarle gratuitamente. Credo fermamente che abbiate il diritto di scegliere voi se farvi piacere un romanzo oppure no.
Il mio cruccio e non potervi offrire una copia cartacea di tali romanzi ma il costo economico per poi regalarli a chiunque ne faccia richiesta, non me lo posso permettere. Nella vita reale ho lavorato per 40 anni per permettermi il lusso di non ricavare nulla dalla mia attività principale, quella che mi definisce essere pensante: scrivere. Ma devo necessariamente esplicarla tramite la Rete e le possibilità che questa offre.
Lo scenario nel quale ho potuto e dovuto esplicare la scelta di scrivere è stato sempre deprimente. Ricordo ancora quando un noto editore romano mi disse che non potevo pubblicare le mie creazioni con la sua casa editrice in quanto non ero straniero. Secondo il suo illuminato parere, soltanto gli autori stranieri potevano vendere gialli e noir in Italia per quanto validi.
Capite come anche le battaglie più nobili non si possono vincere in queste condizioni. E non ha neppure senso combatterle. In Italia, il fisco è il peggior nemico. Se decido di stampare a mio carico i libri che scrivo, poi andarli a vendere al mercato, devo apire una partita IVA e rilasciare fattura.
Regalare file tramite la Rete è una scelta obbligata e non il vezzo di un pretenzioso artigiano della scrittura che non voglia accettare di mettersi sul mercato magari tramite la autopubblicazione.
Anche tale scelta ho potuto coltivarla fintanto che mi è servito per testare opere che avevo inserito sulle pagine di Amazon per 99 centesimi di euro. I miei romanzi migliori, i quattro romanzi d'inchiesta, hanno raggiunto risultati ottimi tra le classifiche per genere di Amazon. Ovviamente ho ricavato il necessario per pagarmi una colazione al bar ogni mese. Non potevo nemmeno fare la denunzia dei redditi perché non raggiungevo neppure minimamente il limite di legge che oggi è di 3000 euro.
Amazon, poi, non si considera un editore ma solo un distributore pertanto molti sono convinti che si debba aprire una partita IVA per poter distribuire le proprie opere mediante Amazon. Comico sarebbe sostenere i costi di una Partita IVA per denunciare redditi di quattro euro al mese. Per carità, classica situazione adatta a un paese ridicolo come il Draghistan, nome perfettamente calzante a questa, nostra, povera colonia americana.
Insomma, avere un editore sarebbe la soluzione migliore per chiunque si trovi a percepire soltanto redditi derivanti dalla cessione dei diritti d'autore che potrebbe poi denunziare tramite il modello 740 oggi chiamato modello per il reddito delle persone fisiche. Il fisco del Draghistan è una macchina infernale quindi mi rivolgerei sempre a un Caf esperto ma non c'è pericolo. L'ostracismo dimostratomi dalle case editrici soprattutto quelle presenti nelle librerie è duro a morire.
Vi faro sapere se il romanzo CELIA O NO sarà pubblicato da Mondadori a luglio. In caso contrario lo potrete scaricare gratuitamente proprio da quella data.
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