Molte persone di altre nazionalità bighellonavano tra le strade e le piazzette del Centro, senza occupazione apparente. Ospitare chi fugge o chi è disperato non è indegno anzi è doveroso per ogni civiltà; riempire le città di altri poveri e disoccupati che si aggiungono ai nostri disoccupati e ai danneggiati dalla crisi economica globale, è demenziale.
Talvolta
mi chiedevo come mai il mondo fosse tanto peggiorato, da quando ero stato un
adolescente o poco più.
- Giusto
lei, cercavo…
La voce
un po’ stridula che mi fece sobbalzare non poco, perso com’ero nei miei
pensieri, era quella di Torresi. Il poliziotto era letteralmente avvolto in uno
sciarpone che copriva il cappotto verde bottiglia e indossava un cappello di
lana.
-
Buongiorno. Mi stava seguendo, o si tratta di un incontro casuale?
-
Beh, fa lo stesso dato che devo parlare con lei. Prendiamo un caffè?
Entrammo
in un bar vicino al mio albergo, faticando a trovare un tavolino libero
all’interno dato che il freddo pungente della giornata incoraggiava i passanti
a provare il tepore del locale e l’aroma del caffè, che gustammo con panna e un
tocco di cacao.
-
Speravo avesse notizie di mia moglie – gli dissi, mentre si sfilava lo
sciarpone, fissando con avidità la tazzina fumante.
Bevve
un sorso del profumato liquido con evidente soddisfazione prima di dire:
-
Se fossi in lei, non mi preoccuperei tanto. La Stradale è certa di non aver
trovato alcuna traccia di incidenti o strani accadimenti lungo i collegamenti
tra Roma e Viterbo.
-
E allora? La Ford di mia moglie non può esser sparita come nebbia al vento…
-
Evidentemente, non era diretta qui. – Torresi sospirò come se dovesse dire
qualcosa di spiacevole.
-
Vorrei tanto sapere cosa pensa, davvero, lei, di questa storia. Insomma, mi
capisce: talvolta, certe faccende non si raccontano per pudore. È umano…
Avevo
appena smesso di scottarmi la lingua con il caffè troppo caldo e sbottai:
-
Troppo umano, un corno! Lei continua ad equivocare. Siamo una coppia normale,
con due figli, e senza storie strane. Mia moglie doveva venire qui ma non è
invece mai arrivata.
-
Allora, in questo caso, fa bene a frequentare gli amici di Barrachini.
-
Li conosce?
-
Certo. Persone apparentemente normalissime, ben introdotte nei loro ambienti
lavorativi e mondani ma fissate con la Parapsicologia. Qui da noi, ogni anno,
c’è un convegno su questi argomenti, e loro sono in prima fila, compreso
l’investigatore. Certo, lui deve recitare la parte del pragmatico, ma è dentro
la cricca.
-
Comunque, persone simpatiche.
Torresi
mi fissò di traverso:
-
Anche lei è una persona simpatica, ma sa che le dico? Da poliziotto sono
abituato a pensare di tutto quando sparisce una persona. E se fosse lei, la
causa? Se, penso, sua moglie fosse veramente arrivata fin qui e, magari dopo un
litigio, lei l’avesse ammazzata per poi sbarazzarsi di corpo e automobile?
Mi
sentii gelare. Per quanto fosse assurda, per me, un’ipotesi criminosa del
genere, era senza dubbio meno assurda di tutte le strampalate teorie
metafisiche dei miei amici. Un questore, un giudice istruttore, avrebbero senza
dubbio potuto credere ad un uxoricidio…
Torresi
notò il mio disagio e si affrettò a chiarire le sue idee:
-
Non vorrei equivocasse le mie intenzioni. Non ho assolutamente elementi per
formalizzare un’accusa come questa. Ma la prego di tenere a mente che, nel caso
la situazione non porti ulteriori elementi di novità, a qualcuno, tra gli
inquirenti, un’idea del genere verrà in mente. E allora, da testimone, lei
diventerà accusato e dovrà difendersi. I suoi amici potranno ancora aiutarla,
in quel caso?
Concordai
con lui che talvolta le evenienze della vita possono sorprenderci in negativo,
specie nel caso di sparizione di persone. Un semplice sospetto può mutare in
accusa formale. Mi venne anche in mente che se fosse venuta fuori la mia storia
con Elisa, allora si sarebbe anche creato automaticamente un movente plausibile
e perfettamente logico.
Ero
finito in un bel guazzabuglio e senza neanche rendermene conto.
-
Cosa succederà, ora?
-
Passate le fatidiche settantadue ore, dovrò formalizzare l’inchiesta e
investire ufficialmente del fatto il Prefetto. Poi sarà informato il
Commissario per persone scomparse. La terrò costantemente informato. Ma lei
faccia altrettanto con me: se si muove da Viterbo, mi deve avvisare, va bene?
-
Mi sento come fossi un imputato di un reato che non ho commesso… - commentai,
amaro.
Torresi
sospirò, come per dimostrare la sua indignazione – Non sto dicendo questo. La
sto mettendo in guardia. Cosa le ha detto l’investigatore che ha assunto?
-
Che sparisce un sacco di gente e mi ha spiegato la procedura che utilizzerà la
Prefettura.
-
Gliel’hanno raccomandato gli altri della cricca, vero?
-
Ne parla come di tipi loschi. Io so che si tratta di un giornalista abbastanza
noto e di uno psicoterapeuta.
-
Sono in un gruppo di esagitati mentali, quei due che ha citato sono solo alcuni
componenti di un insieme più numeroso. Diffondono idee alternative, partendo da
concezioni proprie della Parapsicologia. Per loro, il mondo, la realtà, non
sono come appaiono. Quindi, sono tra i peggiori falsari che io conosca.
-
Non mi pare un reato.
-
Io vorrei sapere cosa le stanno dicendo. Se la convincono a nascondermi
qualcosa di questa vicenda che sta sconvolgendo la sua vita matrimoniale, me lo
dica che li denuncio. Per esempio, lo psicoterapeuta, come dice lei, il dottor
G.
-
Senta, mi creda, il problema non sono loro. Io pensavo di essermi spiegato
bene. Qui a Viterbo mi stanno accadendo faccende strane. Ho pensato anche di
non essere a posto con la testa. Talvolta mi sembra di essere impazzito,
insomma.
Torresi
sorrise – Non dica queste cose a chi dovesse interrogarla al posto mio. Se fa
pensare di essere instabile mentalmente, peggiorerà la situazione. Molti
criminali usano proprio questa tattica per chiedere l’infermità mentale, mi
capisce, no?
-
Comunque nessuno mi ha mai detto di tacere con lei, tanto meno l’investigatore
che sto incontrando.
-
Se vuole aiutarsi, caro amico, si ricordi quel che le ho detto. E non cerchi di
fuggire dalla realtà, l’unica, vera alleata che abbiamo noi, poveri,
viaggiatori in un mondo spietato. Cerchiamo, quando siamo soli e confusi,
spiegazioni che possano confortarci, la religione, per esempio, aiuta in
momenti simili. Ma non basta. Solo la razionalità ci può soccorrere, la stessa
che permette alla Giustizia di distinguere un criminale da un uomo innocente.
-
Mi creda, vorrei proprio convincerla che tutto voglio meno che perdermi in una
realtà alternativa che, del resto, non mi conforta per nulla ora che ho perso
mia moglie.
-
La ritroveremo, stia certo. In qualche modo, lei avrà le risposte che sta
cercando tramite la polizia.
-
Mi auguro che questa storia finisca, comunque, senza ulteriori problemi per
nessuno. Io, che lei ci creda o no, stavo solo cercando la produzione non
pubblicata di uno scrittore di Viterbo.
-
Mi ha già raccontato di questa sua ricerca. Non so se definirla come un atto di
romanticismo. Forse lei sta esprimendo l’amore che prova per la nostra città in
questo modo. Ma, per il resto, la gente, oggi, non considera più fondamentali
certe verità. Sapere cosa facessero o come vivessero, gli Etruschi, non
interessa a quasi nessuno. La gente pensa a come sbarcare il lunario, cercare
casa o il lavoro, e molti giovani scelgono di andare via. Per noi, nella
Tuscia, a parte cinque delitti negli ultimi anni, qui il lavoro lo dedichiamo
soprattutto alle tentate violenze personali, e allo spaccio di stupefacenti. La
droga è il nostro problema principale.
-
Spero di non diventare anch’io un vostro problema. Resto a sua disposizione e
la prego di farmi sapere qualcosa di mia moglie…
Effettivamente,
il poliziotto aveva ragione. Avrei dovuto considerare con maggiore attenzione
le mie responsabilità.
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