venerdì 17 aprile 2020

Il tempo sbagliato per l'editoria classica

Scrivere oggi è un esercizio tra i più difficili. E pubblicare anche. 

Per una volta, voglio parlare della reale situazione dell'editoria in Italia, terra senza dubbio di poeti e scrittori ma che vanta pochi lettori. Pochi e confusi a leggere certe graduatorie di vendite. 

Tra l'altro, nella vita, qualche volta, bisogna essere cattivi per risolvere le questioni. Spesso siamo troppo concentrati sulle nostre difficoltà e meno o troppo poco sui reali problemi generali che comunque insistono anche a produrre le nostre, personali, difficoltà. 

Molti, nella mia categoria, si lamentano della scarsa attenzione degli editori riguardo le opere che puntualmente sfornano e che, intanto, per essere giudicate devono essere lette. Le case editrici, solitamente, si affidano ad alcuni lettori che devono emanare giudizi di merito. Qualche volta ascoltano il giudizio di agenzie letterarie. Quelli che per noi sono capolavori immortali, per questi censori editoriali risultano invece testi difficilmente vendibili sul mercato. Perché la tristissima realtà è che, come scrivevo prima, non solo in Italia si legge poco ma si legge a tema. Si legge quel che la televisione mostra o pubblicizza. Si legge scegliendo in base alla notorietà di chi scrive.

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Non devi solo scrivere qualcosa di decente, devi anche scrivere qualcosa che si vende. O non ti pubblicano. Ne so qualcosa io con l'ultimo editore tradizionale che mi ha proposto un contratto editoriale, per Senza Cuore e parlo della coraggiosa editrice lombarda 0111 Edizioni, che stimo oltre ogni possibile giudizio umano. E non solo perché abbia avuto il coraggio di pubblicare un mio romanzo. Purtroppo anche questo coraggioso, stimabile, editore ha comunque scelto tra le due proposte editoriali che ho inviato: il romanzo giallo-horror già citato e un'opera altrettanto valida, che non è stata però giudicata idonea alla pubblicazione. Cose che capitano.

0111 Edizioni pubblica, e bene, tanta gente ovvero consente a molti di trovare spazio. Poi distribuisce nei vari siti on line le opere che propone fornendo comunque una vetrina agli autori. In questi casi, ovvero editori che distribuiscono tramite il mercato on line, manca del tutto o limitatamente a pochissime librerie, la distribuzione cartacea, che include, ovviamente il costo aggiuntivo che si deve al distributore cioè a colui che fisicamente porta (trasporta) il libro nei punti vendita. Ma è l'unico sistema che hanno adottato, per sopravvivere.

Per molti motivi esclusivamente economici, la distribuzione fisica nelle librerie, per la piccola e media editoria, si può svolgere, nei rari casi in cui esiste, solo limitatamente alla città dove ha sede l'editore o, se si è fortunati, alla provincia. Nessuno, ormai, osa affrontare i costi legati alla distribuzione e alla stampa preventiva delle opere da portare fisicamente nelle librerie. O nelle edicole, per esempio come ha fatto, per tanti anni, la Mondadori con i suoi gialli. Il circuito di vendita nelle edicole, tra l'altro, segue una logica ancor più particolare. Nella corsa della trasformazione da industria della pubblicazione a industria on line, le edicole saranno le ultime a sparire. 

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Necessariamente, quindi, chi scrive oggi deve limitarsi alle vendite on line, sia di libri cartacei (che saranno fisicamente stampati nel momento dell'ordine eseguito tramite la Rete, e consegnati mediante corrieri postali) sia di libri venduti mediante file da trasferire, per gli acquirenti, su dispositivi fissi o portatili per la lettura.

Il nuovo mercato, ovviamente, fa gola a tutti e infatti non solo nuovi scrittori ma anche vecchi autori non tanto fortunati da approdare all'editoria classica, si affollano sui vari siti di commercio on line con grande impegno. I costi sono abbattuti e quindi anche, generalmente, è abbattuto il costo delle singole opere offerte al pubblico, essendo il guadagno delle vendite on line è praticamente netto.

Distributori e librerie non vedono un soldo, ma i siti di commercio on line, sì, eccome! Segno che ormai la dicotomia tra editoria classica (editore stampatore-distribuzione-libreria) e vendite on line di prodotti editoriali è necessariamente al tramonto. Questi sono tempi sbagliati per chi concepisce questo l'approccio classico al lettore-cliente dato che include troppi soggetti diversi: l'editore, l'officina di stampa, il distributore, il librario e lo Stato in quanto applicatore di tassazione fiscale. 

In soldoni questo significa che dalle, future, vendite di testi letterari, molte persone saranno escluse e il rapporto scrittore-lettore diventerà probabilmente, alla lunga, personale, tagliando fuori anche gli editori classici che dovranno trasformarsi necessariamente in editori on line.

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La rivoluzione è già qui. Questo è uno dei motivi che hanno spinto il sottoscritto ad affidarsi solo agli editori on line. Amazon.it è a tutti gli effetti considerato un editore, per esempio. Potrebbe avere un senso riuscire a portare fisicamente i propri prodotti editoriali nelle librerie ancora esistenti, ma è una pretesa destinata a morire con il tempo. 

La stampa che sopravviverà è la cosiddetta stampa on demand: senza dubbio il futuro per il prodotto libro. Si stampa solo ciò che, preventivamente, si vende. Niente resi e niente invenduto. E se il lettore vuole risparmiare, si compra il file da poter leggere nel dispositivo portatile. In realtà, il futuro è già qui. 


E' per questo che ho smesso di inviare i miei libri a editori piccoli e grandi. Il loro, illuminato, giudizio non m'interessa più. il pubblico italiano (i miei libri non sono tradotti) giudica, valuta ed eventualmente acquista liberamente i miei racconti e romanzi. Fate voi, cari lettori.

Sappiate che chi scrive, comunque, scriverà fino alla morte. Scrivere non è una libera scelta, e non è nemmeno un lavoro, a ben vedere. E' l'esigenza che avevano gli antichi pittori rupestri, i primi scrittori, che incidevano o pitturavano la parte delle grotte nelle quali trovavano rifugio con le scene che avevano vissuto o comunque visto da lontano. Comunicare, descrivere, inviare al destinatario che non si conosce.

Che questo sia un tempo sbagliato, per chi scrive, è quindi, secondo me, da vedere. di certo, però, è un tempo sbagliato per chi ancora contempla un'idea di editoria esclusivamente cartacea. In futuro, infatti, il rapporto scrittore-lettore sarà quanto di più democratico e compiutamente liberale si possa immaginare. Nessuno avrà più il potere di decidere chi si può proporre alla lettura dei potenziali clienti-lettori.

Se visitate la mia pagina su Amazon.it, o su Google Play, potrete, liberamente, scegliere la pubblicazione che volete, sia in formato elettronico o cartaceo e ricevere tutto, comodamente, a casa. Amazon e il sottoscritto vi ringraziano anticipatamente. 

Seguire questo blog, è un altro sistema per restare, del tutto gratuitamente, sintonizzati sul sistema di produzione on line. Ne parlerò spesso. 

Dato che non ho molti amici in questo settore, almeno ne parlo io, vi pare?

pitture rupestri nella grotta di magura

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