Visto che ne parlano in pochi, ho voluto postare sul mio blog un'immagine che mi ha colpito particolarmente. Li definiscono anarchici, quelli che a Torino si sono mossi per manifestare, per quel che so io, del tutto pacificamente, il loro dissenso.
Da uomo di cultura, devo comprendere il loro atteggiamento almeno quanto devo cercare di comprendere l'atteggiamento di chi, oggi, sta governando il territorio italiano.
Io odio la violenza perché chiama violenza. E odio l'imbecillità perchè produce danni e quindi chiama altra violenza.
Il periodo che stiamo vivendo sta provocando molte conseguenze nel tessuto sociale italiano. Partendo da un'emergenza sanitaria che non riesco, ve lo confesso, a comprendere pienamente, chi sta governando ha pensato di ridurre la possibilità di contagio, riducendo di pari passo le libertà costituzionali alle quali siamo molto legati e persino abituati.
Un tentativo molto pericoloso e persino ardito e che, pare, abbia comunque contribuito a ridurre fortemente il contagio. Resta da vedere se il gioco vale la candela. E' indubbio che queste misure stiano riducendo e di molto la nostra economia. E' altrettanto indubbio che queste limitazioni alle libertà personali stiano mettendo in crisi specialmente coloro che sono agli ultimi livelli della ricchezza di questa società, finendo per appartenere alle classi più disagiate.
Pensionati al minimo, lavoratori in nero, migranti che sopravvivono tramite piccoli lavoretti e italiani, sempre di più, nella stessa situazione, bancarelle, venditori di strada, e tanti altri soggetti fragilissimi, emarginati, disperati.
Attenzione, politici alla moda, governanti di successo: se l'indignazione muove il singolo, la disperazione e la fame muovono le masse. Quel che state attuando, volendo concedervi le migliori intenzioni del mondo, sta producendo vera sofferenza e grande difficoltà a troppe persone.
Gli aiuti promessi, non arrivano o non arrivano a tutti: questo l'ho sentito nelle dirette parlamentari della vostra casa comune.
Da uomo di cultura, che vorrei essere e forse non sono; e da scrittore, che sono perché pubblico. Esisto perché pubblico. E ora dato che esisto e perché pubblico, vi dico: è vostro, preciso e inossidabile dovere, pensare soprattutto ai più piccoli, che soffrono maggiormente e che possono esplodere in quanto costretti a farlo. Dovete pensare a loro e subito.
Dovete pensarci, tramite soldi e aiuti, che devono arrivare subito. La gente non può badare alla salute se deve sopportare la fame, e nel contempo ha l'impossibilità di pagare tasse e bollette, canoni e mutui.
Europa o no, bond o no, dovete pensare a loro. Persino i trattati europei concedono la possibilità di emanare moneta locale durante le crisi peggiori, quindi, muovetevi. Ci sarà tempo per discutere con chi di dovere, fuori da questo, benedetto Paese; ora muovetevi per i più piccoli, per gli invisibili, per i poveri e i derelitti. E subito.
Per l'ONU, ben 30 paesi in via di sviluppo sono a rischio carestia e milioni di persone rischiano di morire di fame proprio per causa di questa epidemia da coronavirus. Ma l'Italia non è poi tanto lontana da loro perché le masse popolari più disagiate nelle nostre grandi città, sono fortissimo rischio di vera povertà.
Esiste qualcosa di molto peggio di qualunque virus. Io ne parlerò nei miei racconti, ma spero resti solo una mia fantasia. Lo spero davvero.
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