sabato 2 maggio 2020

Ancora su BAGLIORI SUL BULICAME

Cari Lettori, voglio dedicarvi l'incipit del romanzo di cui sto parlando, e scrivendo. Non so se lo leggerete mai, e comunque dato che scrivo per voi, mi pare giusto farvi comprendere meglio di cosa si tratta: 

BAGLIORI SUL BULLICAME


romanzo





Diario di una ricerca letteraria e documentale sulla vita e le opere di Mario Signorelli, archeologo e medium viterbese, e delle scoperte fatte durante l’indagine sui luoghi che videro la nascita e la fine della Federazione Etrusca.



Breve premessa


Questo diario inizia nei primi mesi del 2017, quando decisi di utilizzare l’enorme archivio che chiamiamo Internet per preservare quel che sapevo, all’epoca, e che avevo minuziosamente raccolto negli anni precedenti, riguardo la vita e le opere di Mario Signorelli, etruscologo viterbese, nato nel 1905 e deceduto, a Viterbo il 29 luglio del 1990.

Signorelli pubblicò vari libri per diversi editori ed io conobbi lui e le sue teorie sulla Federazione Etrusca attraverso le pubblicazioni di Quatrini, Addobbati, Sugarco. Non lo incontrai mai di persona.

Quel che si raccontava, in queste opere, era una Nuova Etruscologia, fondata sulle ricerche e le scoperte di Signorelli ma anche sul lavoro svolto da un frate medievale, Annio, al secolo Giovanni Nanni, accusato di falso e di eresia ai suoi tempi.

Mi convinsi, da appassionato studioso della materia, che tutto quel che avevo appreso sugli Etruschi in precedenza, era profondamente errato.
Senza citare autori, storici, ricercatori, dotti e sapienti, leggendo quel che Signorelli esponeva, con dovizia di particolari e con riscontri di tipo archeologico sul campo, assistevo ad una vera e propria, nuova e diversa narrazione della storia e della fine della Federazione Etrusca; inoltre, tutto questo, si ricollegava ad altre ricerche da me fatte su alcuni popoli antichi ed estinti, sulla teoria della Terra Cava e su questioni maggiormente attinenti alla ricerca parapsicologica pura.

Mario Signorelli era, infatti, un potente medium naturale, che utilizzava le canalizzazioni personali di perispiriti degli antichi Lucumoni per andare a strappare dalla roccia e dal terreno, sentieri sepolti dai millenni e le tracce di un’intera civiltà minuziosamente occultate dai genieri tirreni al tempo dell’invasione romana.

Archeologia e Parapsicologia erano unite nella ricerca di un uomo che credeva di essere lui stesso l’incarnazione di un antico sacerdote etrusco, tornato sulla Terra con il compito di far conoscere all’Umanità la vera storia del popolo più misterioso che la nostra memoria collettiva possa considerare.

Tutto questo era riportato da poche pubblicazioni dagli anni ’60 agli anni ‘90 ormai uscite dai cataloghi editoriali, e quindi era necessario che questo lavoro potesse restare comunque a disposizione delle generazioni a venire; e io stesso avevo riscontrato notevoli difficoltà nel raccogliere materiale biografico, notizie e documenti sull’autore di quelle ricerche, peraltro uomo assolutamente schivo e riservato che aveva affidato alla carta stampata le sue innovative teorie, anche con l’intento di auto-finanziare le sue indagini sul territorio e gli scavi che dirigeva.

Teorie che rischiavano l’oblio del tempo e quindi di fare la stessa fine che i polverosi sentieri etruschi, per precisa volontà di chi la Federazione dirigeva, avevano subito: scomparire, sostituiti dalla favolosa civiltà romana, con i suoi fasti, il suo impero, le sue guerre di conquista.
Era comunque presente su Internet la digitalizzazione di alcuni libri, senza alcun commento o spiegazione a corredo.

Il mio intento era, Quindi, di ordinare e riportare minuziosamente, tutto quel che di Signorelli e delle sue ricerche rischiava di essere dimenticato per sempre. E soprattutto, proseguire nel mio stesso lavoro di comprensione di alcune parti di queste opere che non mi risultavano sufficientemente chiare, almeno per il momento.

Non avrei mai immaginato di andare molto oltre questa progettata catalogazione nel recarmi dove lo stesso etruscologo-medium non aveva potuto o saputo, andare. O forse, semplicemente, in un determinato momento aveva deciso di non raccontare alcune esperienze che lui stesso non aveva compreso appieno.
Potrete formarvi un’opinione voi stessi e comunque soltanto utilizzando la pazienza necessaria a seguire queste note di viaggio per quanto incredibili vi potranno sembrare in qualche passaggio.


Qui termina la premessa, ovvero le righe di spiegazione che precedono il romanzo vero e proprio. 

Ora, quel che penso io. Le condizioni dell'editoria italiana non fanno presagire per il meglio. Questo romanzo di cui vi sto parlando, è stato inviato a molti editori, medi e grandi, senza ottenere che qualche riconoscimento. Chi ha pensato di pubblicarlo, ha richiesto una compartecipazione alle spese da parte mia, proposta ovviamente respinta. Il mio compito è scrivere e descrivere; ad altri spetta l'onore e l'onore della pubblicazione e delle distribuzione. 

Il mestiere di editore, specie in questi tempi assurdi, è molto difficile, per certi versi quasi impossibile. I costi superano di gran lunga i guadagni. Il problema è trovare nuove forme che permettano la circolazione di opere comunque protette dal diritto d'autore. Parlerò di questa forma di protezione dell'ingegno tra qualche post perché m'interessa particolarmente dato che, per quanto attiene alle mie opere, non vorrei che fosse applicata senza criterio. 

Io scrivo non per me, ma per voi. E non parlo solo di chi ha il denaro sufficiente per comprarsi un mio libro. Ecco per quale motivo, random e senza preavvisare, su questo blog apparirà per qualche ora una mia opera completa a scelta, che potrete scaricare e leggere liberamente. 

Come vi dissi qualche giorno fa, io non vivo di questa mia mania di scrivere. Se così fosse, sarei morto di fame non so quante volte. La letteratura degli altri, anche per me, è stata fruita tramite una spesa che benedico comunque. 

La mia attività ha comportato, e significa, migliaia di ore spese a immaginare ed elaborare centinaia di racconti e decine di romanzi, molti ancora fermi e silenti nel mio ideale cassetto. 

Perché lo faccio? Perché è il mio destino. Scrivo perché non posso evitarlo. So che questo comportamento è comune a molti, ed è simile a quello che distingue chi dipinge, suona, canta, scolpisce, recita eccetera. 

Questo bisogno di agire in un determinato modo, era comune anche al grande e compianto Mario Signorelli, che ho voluto celebrare, spero adeguatamente, in BAGLIORI SUL BULICAME. 

Come anche ho voluto celebrare una città che amo particolarmente, Viterbo. Una città molto strana e affascinante, sospesa nel Tempo. Tramite luoghi come questa città, forse comprenderemo tutti cosa sia il Tempo. E vi pare poco? 



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