lunedì 2 novembre 2020

Il lockdown che verrà

 Siamo arrivati, cari lettori, a un punto morto. Morto perché non vedremo altre novità sul fronte medico. Ormai è palese che il virus è uno sconosciuto, difficilissimo arrivare a un vaccino efficace, e non morirà con l'uso di un insetticida o della contraerea. 

Quarantene, blocchi, scenari di intervento e decisioni dei presidenti regionali, non smentiscono l'esigenza principe: trovare modo di ristorare chi perde il lavoro.

La gente non può essere salvata da un virus per morire di fame o andare sotto la scure di Equitalia per aver perso il proprio reddito.

Altre tasse sarebbero un veleno per la società, non un rimedio. 

Si può e si deve trovare denaro per rivitalizzare l'economia ma anche trovare il modo di proteggere i settori produttivi di merci indispensabili: cibo, vestiti, medicinali, trasporti (e non carri bestiame).

Non c'è molto altro da dire.

A questo link trovate il modo in cui si può, come si dovrebbe, stampare denaro:

 https://www.bancaditalia.it/compiti/emissione-euro/index.html

Il resto è una decisione politica. Per esempio, far girare certificati di debito ad uso esclusivamente interno, garantiti dallo Stato e quindi comunque esigibili, per utilizzare nella maniera giusta il risparmio interno.

Ancora meglio, emettere valuta nazionale da utilizzare all'interno e distribuirla, indistintamente, a tutti, in quanto tornerebbe in circolo in forma di consumo interno e allo Stato come tasse.

Ci vorrà un anno per i soldi del Recovery Fund. Un po' troppo. L'elemosina, non dovrebbe piacere a gente libera e orgogliosa.

Da scrittore, io non so più come dirlo. Sembra di assistere a un girotondo per ciechi e sordi.


Mosca cieca: occhi bendati e puro divertimento! - Pattini

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