giovedì 5 novembre 2020

Termino oggi la mia esperienza con Amazon

 Dopo 20 anni di pubblicazioni su Amazon, ritengo che sia ora di tracciare un bilancio. Credo sia un ottimo trampolino di lancio per i giovani autori che vogliano comunque ottenere uno spazio dove poter esporre e pubblicare i propri libri. Per quanto mi riguarda, non sono più giovane e quindi tale spazio non ha più senso.

Tra l'altro, il volume di vendite su un qualunque sito web non pareggia nemmeno lontanamente quel che si potrebbe ottenere con la presenza nelle librerie. 

Sono perfettamente consapevole che tale presenza è possibile, compresa la distribuzione nelle librerie fisiche italiane, per grandi editori molto sensibili a logiche di sistema piuttosto che a una vera qualità dei testi pubblicati.

Non me ne lamento, come non mi lamento della mia esclusione da tale mondo.

Ho scelto un genere narrativo, uno stile e certi temi che non lasciano troppo spazio al gradimento del Sistema e tantomeno dei grandi editori.

Ho la pretesa, del resto, di scrivere quel che voglio senza alcun condizionamento e senza remore o vincoli. Mi considero uno scrittore selvaggio, che fa a meno di agenzie, editor, ed ora anche di Amazon. Questa grande multinazionale continuerà a mietere successi e profitti anche senza il mio modestissimo apporto, ne sono certo.

Come sono certo che Mondadori, Einaudi e altri prosperano e si sviluppano anche senza poter vendere i miei libri.

Siamo nel mondo ma pensare di farlo girare come vogliamo, è forse una pretesa davvero eccessiva.  Il problema è che presto ci si stanca di partecipare a un gioco che non si può vincere. Anzi, non ha senso partecipare, probabilmente.

Se qualcuno si chiede se continuerò a scrivere, la risposta è sì. Da tempo ho rinunciato all'idea di qualunque successo, quindi non esiste problema da risolvere. 

Se il fisco italiano non fosse la piovra dai mille tentacoli pronta a ghermire tutto e tutti, sapete cosa farei? Affitterei un carretto o un piccolo locale, un'edicola chiusa da tempo e mi stamperei i libri che scrivo, offrendoli al pubblico al prezzo più basso che sia possibile. Ma non posso aprire una partita IVA magari per vendere dieci libri al mese o poco più e neanche rischiare la visita della Guardia di Finanza per verificare se le mie scritture contabili sono a posto. Tra l'altro, sono uno scrittore e non certo un ragioniere.

Uno scrittore non può vendere liberamente le proprie opere se non dovendo anche obbedire a una trafila terrificante di adempimenti burocratici e fiscali. La creatività non è libera, a questo mondo. E non ci puoi vivere di certo.

Ci si stanca presto di tutto questo. O forse, è l'età che avanza che ci rende meno entusiasti, meno positivi.

È dal 1998, con La Notte Comune, pubblicata da Teseo Editore che produco idee in qualche modo commerciabili. Se mi fossi trovato a dover vivere dei proventi ricevuti, sarei morto di fame un milione di volte.

Questa è la triste realtà. Il sistema attuale pretende di controllare tutto, anche quel che leggiamo, figuriamoci quel che scriviamo.

Da oggi, su questo blog troverete la descrizione di quel che ho scritto e che non sarà pubblicato, almeno fintanto che non mi sarà proposto un contratto decente da un editore coraggioso e certamente fuori dagli schemi che potrà garantirmi la presenza in libreria.

Per certi versi, questo blog è l'unico luogo fisico dove potrete leggere le note e le opinioni di uno scrittore qualunque ma che non accetta diktat da nessuno.

Magari tornerò presto a pubblicare qualcosa.

Dovesse accadere, lo saprete per primi.  

Aggiornamento del 15 dicembre: la situazione editoriale italiana è tale da convincermi a riprendere le pubblicazioni su Amazon. Devo essere sincero: mi preme far arrivare le mie opere a tutti e posso garantire un prezzo irrisorio: 0,99 centesimi, solo in questo modo. 

 Il Calamaio

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