Il nostro mondo, con buona pace di chiunque tema virus e batteri, è proprio fatto da loro: i batteri, con l'aggiunta di un numero spropositato di virus. Noi stessi, o meglio il nostro corpo, è composto da batteri, virus, e cellule organiche, nell'ordine in cui ho citato questi nostri componenti.
Per essere chiari, la vita, senza batteri, non sarebbe possibile. Tutti gli esseri viventi hanno una carica energetica. La maggior parte delle malattie è data da alterazioni, dall'esterno o dall'interno, di tale carica.
I batteri sono costruttori, regolatori, armonizzatori. E sono fortemente specializzati. Chiunque ha creato la materia di cui siamo composti, ad esempio, sapeva bene dove inserire la carica batterica giusta.
Ovviamente, ci si ammala per la presenza dei batteri sbagliati nel posto sbagliato. Stessa faccenda per i virus che sono aggregati cellulari, non sono vivi, e quindi funzionano né più né meno come carichi ambulanti di spazzatura. Una spazzatura comunque polarizzata dato che riesce a infettare le cellule organiche e anche vari batteri.
Non voglio esporre un trattato di medicina, dato che non sono un medico, ma solo introdurre il discorso dell'alimentazione del futuro che deve molto alla presenza dei batteri ma anche alla carica elettrica. Dimostrazione pratica sono gli esperimenti che, nel mondo, si stanno compiendo al fine di ottimizzare la produzione alimentare.
Lasciando stare le schifose ricette a base di insetti, che spostano il problema costi/benefici e non lo risolvono, ecco l'intuizione di vari ricercatori che riescono a combinare la riduzione dei terreni agricoli (si parla di quasi l'80% in meno), per produrre cibo senza utilizzare animali e piante ma solo batteri idrogeno-ossidanti, elettricità prodotta tramite pannelli solari, piccole quantità d'acqua, l'anidrite carbonica presente nell'aria e piccole dosi di calcio, sodio, potassio e zinco.
Il risultato è un cibo composto da una percentuale del 50-60% di proteine, carboidrati e grassi. Il procedimento testato da qualche anno, il cui studio fu pubblicato su Nature a partire dal 2018, consiste nel rendere elettrolitica l'acqua, producendo l'idrogeno che i batteri utilizzano per riprodurre acqua.
All'epoca, i ricercatori stimarono che utilizzando un'area come l'Ohio, notoriamente pieno di deserti e povero di ogni forma di vita, si potrebbero produrre le proteine sufficienti a sfamare il mondo.
Quel che resta dell'esperimento di cui sopra è una polvere appunto molto proteica.
E' solo un esempio, ma con lo stesso procedimento si potrebbe ottenere altri nutrienti. Il tutto, ottenuto a emissioni zero. Che io sappia, esiste attualmente in Finlandia un'azienda che riesce a ottenere nutrienti da questo procedimento.
Penso che la ricerca per migliorare il rapporto con le risorse impiegate per produrre cibo, l'inquinamento risultante dai processi e soprattutto lo sfruttamento eccessivo del pianeta, sia ormai fondamentale.
Esattamente, come, nel regno vegetale, le colture idroponiche. L'agricoltura idroponica si può riassumere nella coltivazione di piante utilizzando l'acqua, dove vengono sciolte le sostanze nutritive, e non la terra.
Evidentemente, una quota consistente del cibo del futuro sarà composta dagli alimenti ottenuti con i sistemi descritti, buoni soprattutto negli ambienti poveri di altre risorse.
Con una particolare attenzione al fattore della vitalità, quindi dell'energia contenuta nei cibi. Una mela matura non è solo un'aggregato di sostenze nutrienti ma contiene appunto una carica vitale dovuta all'essere vegetale che l'ha prodotta e all'azione dell'ambiente circostante, acqua e luce solare comprese. Qualunque tipo di cibo non deve mai essere pensato escludendo questo concetto.
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