martedì 30 marzo 2021

Riaperture programmate nel quadro delle Elite

 Il caldo in arrivo garantisce una pausa nelle manovre dei vari governi proni alle Elite nel mondo. Come accade in Italia, Draghi e i suoi discepoli stanno programmando non tanto la riforma delle pensioni, o della cosiddetta cassa integrazione o ancora un quadro di grande sostegno pubblico dell'occupazione ma le riaperture programmate di uffici, fabbriche (quelle che rimangono) e altri luoghi di lavoro. 

Apparentemente, dopo una bufera lunga un anno e forse qualche mese, il mondo dovrebbe ripartire come prima. Il tempo di leccarsi le ferite e si ricostruisce, come dopo una guerra. 

A ogni guerra, segue, puntuale, un dopo-guerra fisiologico. E allora, le raccomandazioni di Davos? Tutto quel che vi abbiamo raccontato, noi complottisti, che fine farà? 

Semplice, vorrebbe dire che Big Pharma ha fatto full con i contratti milionari dei vaccini. Oppure che la fazione elitaria ufficiale che si opponeva al vangelo di Davos è risultata vincente.  Evento piuttosto difficile dato che Trump, uno dei suoi campioni, è all'angolo. 

Se così fosse, comunque, quel che è accaduto da marzo dell'anno scorso servirebbe alle Elite per stabilire una stretta ulteriore sulle agibilità popolari e sui settori meno muniti della società, del tipo: dobbiamo ricostruire, è necessario fare qualche sacrificio... Sacrifici che, puntualmente, saranno pagati dai popoli e non certo dai potenti, come sempre successo da che mondo è mondo. 

Riaperto o no, il sistema ideato da chi manovra le genti, non cambierà. Nessuno riceverà il ben che minimo beneficio da una ricostruzione che vedrà impegnati i paesi che hanno finanziato la ricca raccolta delle aziende che hanno prodotto i vaccini. Forse, dato che il debito di paesi come il nostro è essenzialmente nella pancia della BCE, per noi, come per tanti altri,  potrebbe essere previsto una sorta di sconto  su questo debito, semplicemente cancellandolo almeno in parte. 

Se è vero che la BCE non è prestatore di ultima istanza,  per emettere denaro quando serve, non lo è neppure per riscuotere indefinitivamente gli interessi di un debito che non sarà mai ripagato. E comunque di logica, in un apparato sovra nazionale come la UE, non se ne trova molta, essendo soltanto unj mezzo ideato per ripagare la Germania dei danni, presunti o reali che siano, della riunificazione del paese. Danni che intanto sono stati pagati, e a carissimo presso, dalle migliaia e migliaia di lavoratori tedeschi finiti in mezzo alla strada dopo tale riunificazione. 

Da noi, le cose non vanno meglio. Un Paese che non riesce ad avere neppure una compagnia aerea di bandiera sana, e dove le principali infrastrutture sono state privatizzate con il fine di farle acquisire a gruppi stranieri, o per farle diventare multinazionali come la ex Fiat, dopo la stretta feroce by pandemia delle piccole e medie aziende, cosa volete che resti? 

Dopo il primo trimestre 2020, il  PIL nazionale è calcolato a - 5,3 rispetto il trimestre precedente e del - 5,4 rispetto al corrispondente trimestre 2019. Quindi, un calo netto. Colpa soltanto della pandemia? Assolutamente, no, perché il PIL calava anche prima di questa situazione emergenziale con  la scusa perenne di un debito pubblico eccessivo che era considerata la zavorra che ci rallentava, come se non fossero ampiamente noti i motivi che hanno contribuito a creare questo debito. 

Il vero problema, la vera zavorra, è il calo demografico che comporta un netto calo degli introiti pubblici. Le politiche peggiori, veri attacchi all'economia nazionale, sono state la Legge Fornero e tutte le precedenti leggi che hanno ritardato via via il ricambio generazionale, ampliando a dismisura il periodo di permanenza dei vecchi sul posto di lavoro, a scapito dei giovani che ovviamente il lavoro non hanno potuto ereditarlo dalle generazioni precedenti. 

Dato che siamo all'interno di un altro cambio epocale nell'industria, ovvero l'avvento sempre più pesante di digitalizzazione e robotica, altri posti di lavoro verranno tagliati nell'innovazione tecnologica, a fronte di qualche recupero di manodopera specializzata. Quando un lavoratore diventa disoccupato, se ha più di 40 anni, è quasi certo che non troverà altra occupazione e tanto meno il riparo di un concorso pubblico, come accadeva fino a venti-trenta anni fa. 

Senza occupazione, nessuno può creare nuove famiglie e acquistare una casa. Il centro di spesa di base della nostra società è sempre stata la creazione di un nuovo nucleo familiare che impone l'acquisto o l'affitto di un immobile, arredarlo o anche rinnovarlo e infine procedere al sostentamento di una nuova famiglia.

 Il calo demografico è quindi la pietra tombale di un motore interno che tossisce e zoppica, sfiatato forse per sempre. Non si vuole capire che il limite dei 35 anni di contribuzione che fino agli Anni 80 ha prodotto il sufficiente ricambio generazionale, andrebbe ripristinato con grande velocità, slegandolo di nuovo dall'età anagrafica. Oggi, invece, si pensa a fare l'opposto, secondo i dettami ridicoli della Legge Fornero e delle indicazioni di quella velenosa matrigna che rimane l'Unione Europea. 

Ecco quale scenario stiamo per riaprire, se accade quel che i media strombazzano di fronte al lento successo della litania vaccinale. Come se il futuro si potesse vaccinare dalla follia d ichi ha fatto ammalare il passato. 

Facciamo parte di una società che sta morendo e non c'è farmaco che tenga, se non il beneficio di una nuova, veramente ipotetica, classe dirigente slegata dai micidiali partiti esistenti, tutti riuniti sotto l'ala di potentati economici che hanno beneficiato del crollo nazionale. 

Nella lista dei paese sviluppati (si intende un paese sviluppato uno stato con economia avanzata, un elevato reddito pro-capite e un alto indice di sviluppo umano) sono inclusi i paesi con un certo indice di sviluppo chiamato, dalle Nazioni Unite, ISU. 

Ebbene, in tale lista l'Italia figura al 29^ posto, dopo Malta e prima della Estonia. Beninteso, la Germania in tale classifica è quarta, il Regno Unito quindicesimo e gli USA sedicesimi. 

Ecco un modo per guardare in mondo non in base alla presenza dei più ricchi ma secondo lo sviluppo umano dei singoli paesi. Senza una ripresa economica proveniente dal basso, quindi, un rinnovamento dei consumi e della richiesta, nuovi posti di lavoro relativi a una maggiore offerta non saranno mai creati. 

Se non ricominciamo a creare nuove famiglie, distribuendo il poco lavoro esistente ai più giovani, pensionando chi ha collezionato almeno 35 anni di servizio oppure ha 60 anni di età, non ripartiremo mai. 

La nostra è una società di vecchi, come volete che possa rinascere economicamente una simile comunità umana? La vera pandemia, quella davvero invincibile, è la pochezza di una classe dirigente cieca e sorda. Nessuna riapertura cambierà questa situazione. Il virus peggiore sono gli imbecilli patentati che guidano una nazione che sta crollando. come illustra il grafico seguente. Il rosso sono gli investimenti. Serve altro?

 Gli andamenti di lungo periodo dell'economia italiana | Dipartimento per la  programmazione e il coordinamento della politica economica

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