Abbiamo visto nel post precedente come Enoch raccontò la realtà dei Vigilanti sulla Terra e la loro predilezione per le figlie degli uomini, dalle quali ricevettero figli chiamati Giganti, empi e malvagi, tanto che l'alto comando di quella gente decise di sopprimerli. Abbiamo anche visto come Enoch viene portato ad ammirare la realtà delle diverse locazioni dimensionali che evidentemente i Vigilanti potevano visitare liberamente e muoversi nei diversi anfratti di Spazio - Tempo.
Enoch ha scritto anche un altro libro. Si tratta del Libro dei Segreti di Enoch, di tradizione slava. Si dice che l' ultima redazione, e definitiva, sia avvenuta nel I Sec. a.C. Oggi ne abbiamo copie in un'antica lingua etiopica. La Chiesa cattolica li considera ovviamente testi non canonici, quindi non li include nella Bibba ufficiale.
Questo non inficia certo l'antichità del testo né il valore delle nozioni in esso contenute. A Qumran furono ritrovati molti frammenti di tale testo che pare provenisse da 5 distinti documenti precedenti. Come vedete, i vari condizionali sono d'obbligo ma questo accade con ogni tipo di documento antico. Questo testo, praticamente sconosciuto fino al Medioevo, fu gradualmente riscoperto dalla Cabala cristiana, un movimento sorto nel XV^ Sec. Ne esistono versioni in aramaico, greco ed etiope.
150 capitoli riuniti in 5 sezioni che parlano ancora di Vigilanti.
[1] In quel tempo, disse Enoc, quando ebbi compiuto 365 anni,
[2] nel primo mese, nel giorno solenne del primo mese, ero solo nella mia casa:
[3] piangevo e mi affliggevo con i miei occhi. Mentre riposavo nel mio letto dormendo,
[4] mi apparvero due uomini grandissimi come mai neavevo visti sulla terra.
[5] Il loro viso(era) come sole che luce, i loro occhi come lampade ardenti, dalle loro bocche usciva un fuoco, i loro vestiti una diffusione di piume, e le loro braccia comeali d'oro, al capezzale del mio letto. Mi chiamarono col mio nome.
[6] Io mi levai dal mio sonno e gli uomini stavano presso di me realmente.
[7] Io mi affrettai, mi alzai e mi inchinai loro; il mio viso si coprì di brina per il terrore.
[8] Gli uomini mi dissero: "Coraggio, Enoc, non avere paura. Il Signore eterno ci ha mandati date ed ecco, tu oggi sali con noi al cielo.
[9] Dì ai tuoi figli e alle genti della tua casa tutto quello che faranno sulla terra e che nella tua casa nessuno ti cerchi, finché il Signore ti abbia fatto ritornare da loro".
[10] Obbedii loro e andai. Chiamai i miei figli Matusalemme e Rigim e raccontailoro tutto ciò che i due uomini mi avevano detto.
Con queste prime parole, chi ha redatto il testo, descrive, all'età incredibile di 365 anni, una vera e propria adduzione. I nostri contemporanei ne raccontano versioni attuali in modo anche meno preciso e lucido. Enoch riceve, di notte, la visita di esseri provenienti da Altrove, che non riconosce perché sono altissimi. Gli dicono che lo porteranno in cielo, presso il Signore e di non aver paura.
[1] Quegli uomini mi presero e mi posarono nel secondo cielo. Mi mostrarono degli incatenati, sorvegliati, (colpiti) da un giudizio senza misura.
[2] Là vidi degli angeli condannati che piangevano e dissi agli uomini che erano con me: "Perché questi sono tormentati?".
[3] Gli uomini mi risposero: "Costoro sono apostati dal Signore, che non ascoltano la voce del Signore, ma che si sono fatti consigliare dalla propria volontà".
[4] Mi afflissi molto su loro. Gli angeli mi si inchinarono e mi dissero: "O uomo di Dio, potessi tu pregare per noi il Signore".
[5] Risposi loro e dissi: "Chi sono io, uomo mortale, per pregare per degli angeli e chi sa dove andrò o che cosa mi succederà o chi pregherà per me?".
A questo punto, Enoch viene portato a visitare altre luoghi dimensionali. Le descrizioni che fa sono di varie locazioni che contengono prima alcuni depositi celesti, poi dei luoghi dove esistono prigioni o comunque sezioni di contenimento di persone tormentate.
In seguito, Enoch viene trasportato in una sorta di Paradiso dove tutto è di grande consolazione e bellezza.
Segue la visione di un altro luogo orribile, una sorta di inferno dove vengono puniti uomini senza pietà.
Enoch viene poi portato a rimirare il moto e il meccanismo, ovvero i carri dove viaggiavano Sole e Luna e gli angeli che ne sorvegliavano il movimento.
Il Patriarca ne parla come elementi di un meccanismo per quanto imponente, non pianeti o superfici abitabili o visitabili.
Nel XVIII capitolo, Enoch parla di un gruppo di Egrigori. Interessante è la sua descrizione:
[1] Gli uomini mi presero di là e mi innalzarono al quinto cielo. Là vidi una numerosa milizia, gli Egrigori, il loro aspetto (era) come un aspetto umano, la loro grandezza maggiore (di quella) di giganti grandi
[2] e i loro visi tristi e le loro bocche silenziose. Non c'era servizio che avesse luogo al quinto cielo. Dissi agli uomini che erano con me: "Perché questi sono tristissimi e i loro visi sono afflitti e le loro bocche silenziose e non c'é servizio in questo cielo?".
[3] Gli uomini mi risposero: "Questi sono gli Egrigori che da sè si sono separati, due prìncipi e duecento hanno camminato al loro sèguito
[4] e sono discesi sulla terra e hanno infranto la promessa sul dorso del monte Hermon
[5] per insozzarsi con le donne degli uomini
[6] e dopo essersi insozzati il Signore li ha condannati. Questi piangono sui loro fratelli e sull'oltraggio (fatto) loro".
[7] Io dissi agli Egrigori: "Io ho visto i vostri fratelli e ho conosciuto le loro azioni e so le loro preghiere e ho pregato per loro. Ecco, il Signore li ha condannati (a stare) sotto la terra finché finiranno i cieli e la terra;
[8] perché aspettate i vostri fratelli e non siete a servire (davanti) al volto del Signore? Riprendete i servizi di prima, servite (davanti) al volto del Signore per timore di irritare il Signore Dio vostro (così da) precipitarvi da questo luogo".
[9] Ascoltarono il conforto del mio ammonimento e si disposero in quattro ordini nel cielo. Ed ecco, mentre io stavo (là) quattro trombe risuonarono insieme e gli Egrigorisi misero a servire come con una sola voce e la loro voce salì al volto del Signore.
Come si vede in questi capitoli, Enoch parla dei suoi ospiti come se fossero uomini e non più angeli. Nel Cap. XIX distingue chiaramente gli uomini dagli angeli.
[1] Gli uomini mi sollevarono di là e mi fecero salire al sesto cielo. Là vidi sette angeli radunati , brillanti e gloriosi molto e i loro visi risplendevano come un raggio di sole; non c'é differenza di viso o di dimensione o di variazione dei vestiti.
[2] Questi regolano, insegnano il buon ordine del mondo, il corso delle stelle, del sole e della luna
[3] agli angeli che li guidano e agli angeli dei cieli e mettono armonia in tutta la vita celeste. Regolano anche i comandamenti e le istruzioni e la dolce voce dei canti e ogni lode di gloria.
[4] (Ci sono) angeli che sono sopra le stagioni e gli anni, angeli che (sono) sui fiumi e sui mari, angeli che (sono) sui frutti e l'erba e tutto ciò che ferve (di vita)
[5] e angeli di tutti i popoli. Essi regolano tutta la vita e (la) scrivono davanti al volto del Signore.
[6] In mezzo a loro (ci sono) sette Fenici, sette Cherubini e sette (angeli) con sei ali che risuonano l'un l'altro con una sola voce e cantano l'un l'altro. Non é possibile raccontare il loro canto e il Signore gioisce di quelli che sono sotto i suoi piedi.
Passa, poi, a descrivere il Settimo Cielo dove vede alcune milizie di fuoco di angeli incorporei e Ofanim che gli fanno paura, ma gli uomini che sono insieme lui lo proteggono e gli dicono di non temere... mostrandogli, da lontano, il Signore seduto sul suo trono. Qui, tutte le milizie celesti si inchinano a lui, a seconda del loro grado. Sarà Gabriele a portarlo davanti al Signore mentre gli uomini che hanno accompagnato Enoch si sono ritirati e lui ha una grande paura.
[1] Vidi il Signore, il suo volto potente e gloriosissimo e terribile.
[2] Chi sono io per raccontare l'estensione dell'essenza del Signore e il suo volto potente e assai terribile e il suo coro dai molti occhi e dalle molte voci e il trono grandissimo, fatto senza mani, del Signore o coloro che
stanno intorno a lui, la milizia dei Cherubini e dei Serafini o l'immutabile e indicibile
[3] suo glorioso servizio che non tace?
[4] Caddi prono e adorai il Signore.
[5] Il Signore mi chiamò con la sua bocca: "Coraggio, Enoc, non temere, alzati e sta davanti al mio volto nei secoli".
[6] Michele, il grande arcangelo del Signore mi rialzò e mi condusse davanti al volto del Signore. Il Signore mise alla prova i suoi servi e disse loro: "Enoc salga per stare davanti al mio volto nei secoli".
[7] I Gloriosi s'inchinarono e dissero: "Salga!".
[8] Il Signore disse a Michele: "Prendi Enoc e spoglialo delle vesti terrene e ungilo di olio benedetto e rivestilo di vesti di gloria".
[9] Michele mi spogliò delle mie vesti e mi unse di olio benedetto. L'aspetto dell'olio era più (splendido) di una grande luce, il suo unguento (era) come una rugiada benefica, il suo profumo come di mirra e i suoi raggi come quelli del sole.
[10] Guardai me stesso e fui come uno dei Gloriosi e non c'era differenza d'aspetto. Il Signore chiamò Vereveil uno dei suoi arcangeli che era abile a scrivere tutte le opere del Signore.
[11] Il Signore disse a Vereveil: "Prendi dei libri dai depositi e consegna un calamo a Enoc e dettagli i libri".
Vereveil si affrettò e mi portò dei libri screziati di smirnio e mi consegnò un calamo dalla sua mano.
In questa sezione, Enoch parla chiaramente di una operazione di trasfigurazione che le gerarchie di angeli compiono su di lui, fino al punto da diventare almeno molto somigliante ai Gloriosi... Non solo, il Signore comanda anche che Enoch trascriva questi eventi.
Il Signore poi racconta come ha potuto compiere la Creazione. Poi fornisce a Enoch una serie di istruzioni che dovrà eseguire o fare in modo che si compiano.
Il Capitolo XXXVIII e XXXVIII sono di un certo interesse supplementare:
"[1] Il Signore chiamò uno dei suoi angeli capi, terribile e minaccioso e lo pose accanto a me. L'aspetto di quest'angelo (era) bianco come la neve, le sue mani (erano) ghiaccio, con l'aspetto di chi ha un gran freddo. Raffreddò il mio volto perché non sopportavo il terrore delSignore, come non é possibile sopportare il fuoco della fornace e il calore del sole e il gelo dell'aria.
[2] Il Signore mi disse "Enoc, se il tuo volto non si raffredda qui, nessun uomo può guardare il tuo volto"".
"[1] Il Signore disse a quegli uomini che mi avevano fatto salire prima: "Enoc scenda sulla terra con voi e attendetelo fino al giorno fissato [2] Mi posero di notte sul mio letto. [3] Matusalemme aspettava la mia venuta, montando la guardia giorno e notte presso il mio letto e fu terrorizzato quando udì il mio arrivo. Gli dissi che si radunasse tutta la gente della mia casa. Io dissi loro"
Un essere minaccioso e gelido riporta Enoch sulla Terra tra i suoi familiari. L'adduzione è terminata. Enoch racconta quel che ha visto e osservato e soprattutto si esprime sulla natura del Signore che ha potuto comprendere.
Ecco che nel Capitolo XLII parla di Rettiliani in questo modo:
1] Vidi i custodi delle chiavi dell'inferno, che stavano presso porte grandissime, i loro volti (erano) come (quelli) di grandi vipere, i loro occhi come lampade spente e i loro denti denudati fino al loro petto. [2] Dissi loro in viso: "Volesse il cielo che non vi avessi visto,né avessi contemplato le vostre azioni e che nessuno della mia stirpe venisse da voi!".
[3] Di là salii nel paradiso dei giusti e là vidi un luogo benedetto e ogni
creatura (é) benedetta, tutti vivono in gioia e in [5] letizia e in una luce senza misura e nella vita eterna.
[6] Allora dissi, miei figli, e ora lo dico a voi: "Beato colui che teme il nome del Signore e che servirà per sempre davanti al suo volto e disporrà i doni, offerte di vita e vivrà la vita e morirà.
[8] Beato colui che farà un giudizio giusto, (che) vestirà l'ignudo con la (sua) veste e all'affamato darà pane. [9] Beato chi giudicherà con un giudizio giusto l'orfano e la vedova e aiuterà ogni vittima dell'ingiustizia.
[10] Beato colui che si trarrà indietro dalla via del cambiamento e che cammina per le vie diritte . [11] Beato chi semina i semi della giustizia, perché li mieterà al settuplo. [12] Beato colui nel quale é la verità e (che) dice la verità al prossimo.
Enoch è molto chiaro nel descrivere i custodi delle chiavi dell'inferno i cui volti erano come quelli di grandi vipere... Non ci si può sbagliare. Si parla di Rettiliani in un luogo infernale, quindi sotto la superficie terrestre.
Seguono alcune raccomandazioni da parte di Enoch fino alle parole del figlio Matusalemme.
[1] Matusalemme rispose a suo padre Enoc: "Che cosa gradito ai tuoi occhi, padre, che prepariamo cibi davanti al tuo volto, affinché tu benedica le nostre casee i tuoi figli e tutta la gente della tua casa? Tu glorificherai il tuo popolo e così poi partirai".
[2] Enoc rispose a suo figlio e disse: "Ascolta, figlio, da quando il
Signore mi ha unto dell'olio della sua gloria, non c'é stato cibo in me, né il cibo m'é gradito, né ho voglia di cibo terrestre.
Seguono altre raccomandazioni che per noi hanno un significato deviato dalla cultura dei nostri giorni sul modo di gestire il rapporto con gli animali e la loro uccisione. Quel che conta è la trasfigurazione di Enoch che non riesce più a mangiare cibo terrestre. A un certo punto, Enoch parla ai suoi conemporanei di vita eterna e della dimensione del tempo:
[1] "Ascoltate, miei figli: prima che tutte le cose fossero, prima che avesse luogo tutta la creazione, il Signore stabilì il secolo della creazione e dopo questo fece tutta la sua creazione visibile e invisibile [2] e dopo tutto
ciò creò l'uomo secondo la sua immagine e mise in lui gli occhi per vedere e le orecchie per udire e il cuore per pensare e la ragione per consigliare . [3] Allora il Signore liberò il secolo a causa dell'uomo e lo divise in tempi
[4] e in ore, perché l'uomo mediti i cambiamenti dei tempi e la (loro) fine, l'inizio e la fine degli anni e dei mesi e dei giorni e delle ore e perché calcoli la morte della sua vita.
[6] Quando avrà fine tutta la creazione che il Signore ha creato e ogni uomo andrà al grande giudizio del Signore,
[7] allora i tempi periranno e non ci saranno più anni, né mesi né giorni e le ore non saranno più contate,
[8] ma sorgerà un solo secolo. Tutti i giusti che sfuggiranno al grande giudizio del Signore si uniranno al grande secolo e il secolo insieme si unirà ai giusti e saranno eterni. [9] In essi non ci sarà più fatica né dolore né afflizione né
attesa di violenza né pena né notte né tenebra,
[10] ma avranno una grande luce per l'eternità e un muro indistruttibile e avranno un grande paradiso , riparo diun soggiorno eterno.
[11] Beati i giusti che sfuggiranno al grande giudizio del Signore, perché i (loro) volti risplenderanno come il sole.
Si narra poi di molteplici sacrifici che vengono compiti presso un altare eretto in una località chiamata Azuchan, dove il Signore pretende di ricevere sangue proveniente da sgozzamenti che Matusalemme stesso compie con le sue mani.
Ora, potete immaginare cosa possa importare a esseri tanto incredibilmente potenti e tecnologicamente avanzati riguardo allo scorrere di sangue animale, e forse umano, provocato dalle ferite inferte con un coltello. Se gerarchie aliene così grandemente dotate di conoscenze e tecnologia impongono a esseri creati tramite operazioni genetiche proprie di sacrificargli animali e forse altri esseri umani, è evidente che questo per loro rappresenti fonte di piacere o di cibo. Un tale comportamento non può essere giustificato certamente da un'esigenza educativa e tantomeno per rappresentare un esempio di mera sopravvivenza e neanche una punizione.
In seguito, arriva anche la notizia di un'apocalisse:
1] Matusalemme da quel giorno stette a capo dell'altaree a capo di tutto il popolo. Nel 1480 visitò tutta la terra e ricercò tutti coloro che avevano creduto nel Signore e coloro che avevano cambiato li corresse e li convertì e non si trovò un uomo che si allontanasse dal volto del Signore per tutti i giorni che visse Matusalemme.
[2] Il Signore benedisse Matusalemme ed ebbe benevolenza per i suoi sacrifici e per i suoi doni e per tutto il servizio che egli servì (davanti) al volto del Signore.
[3] Dopo il termine dei giorni di Matusalemme, il Signore gli apparve in una visione notturna e gli disse: "Ascolta, Matusalemme, io sono il Signore , Dio di tuo padre Enoc. Voglio che tu sappia che sono finiti i giorni della tua vita e si é avvicinato il giorno del tuo riposo.
[4] Chiama Nir il secondo figlio di tuo figlio Lamech e rivestilo delle tue vesti sacre e lo porrai presso il mio altare e gli dirai tutto ciò che gli avverrà nei suoi giorni. Perché si avvicinano i tempi della distruzione di tutta la terra e di ogni uomo e di tutto ciò che si muove sulla terra. Si predice inoltre la venuta di Noè.
Nel Capitolo LXXI si parla di un curioso adulterio e della nascita di un ibrido che appena uscito dal corpo della madre uccisa, riesce addirittura ad apparire come adulto e a parlare.
Noé e Nir entrarono per seppellire Sofonim e videro il fanciullo
seduto presso il cadavere, che stava asciugando il suo vestito. [18] Noé e Nir si spaventarono molto: il fanciullo era infatti compiuto nel corpo, parlava con la sua bocca e benediceva il Signore.
[19] Noé e Nir lo guardarono molto, dicendo: "Questo (viene) dal Signore, fratello mio". Ed ecco il sigillo del sacerdozio (era) sul suo petto ed (era) glorioso d'aspetto.
[20] Noé disse a Nir: "Fratello, ecco che il Signore rinnova la dimora
della santificazione dopo di noi".
[21] Nir e Noé si affrettarono e lavarono il fanciullo e lo rivestirono delle
vesti del sacerdozio. Nir gli diede i pani benedetti ed egli mangiò. E lo chiamarono col nome di Melchisedec.
Il Signore invierà l'Arcangelo Michele a prendere Melchisedec per portarlo nell'Eden prima che le acque facessero perire tutto quel che esisteva sulla Terra.
Questo libro quindi introduce direttamente quel che la Genesi descrive in seguito al Diluvio Universale. Tale cronologia sarà molto utile per farci capire come i popoli antichi consideravano il susseguirsi delle varie ere, in un momento storico nel quale gli Alieni dominavano palesemente sulla Terra.

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