Se capitasse un collega scrittore, o scrittrice, su questo blog non troverebbe, apparentemente, quasi nulla dedicato a un esordiente. Ho riscontrato molte volte i problemi di colleghi a cui manca l'esperienza necessaria per camminare in un mondo arido e senza opportunità come quello della letteratura italiana. Ritengo necessario fare un po' d'ordine per costoro. Sappiate che scrivo da 40 anni. Se volete dare uno sguardo alla mia produzione letteraria, cliccate QUI
Costoro, se vogliono, possono abbreviare il periodo delle loro necessarie esperienze con queste, piccole note, che hanno la sola presunzione di essere oneste e senza remore.
Scrivere è un'esigenza reale. Se nella tua vita senti, appena svegliato, che devi correre al computer o alla penna se utilizzi i mezzi che sono lontani da qualsiasi digitalizzazione del testo, per fissare sul supporto prescelto le tue idee e le tue sensazioni, allora sei uno scrittore. Per esigenze di comprensione e leggibilità, procederò con la forma maschile, mi perdonino le gentili colleghe scrittrici.
Una volta che ti sei accorto che il tuo destino è scrivere, sei nei guai per due motivi fondamentali.
Il primo motivo risiede nell'estrema vastità del panorama dei tuoi stessi colleghi. Siamo in tanti a scrivere e in pochi a leggere.
Il secondo motivo è che correrai per tutta la vita professionale dietro a un editore. Non parliamo di agenti letterari che, nei film americani soprattutto, sono compagni fedeli degli scrittori ma in Italia sono rari come i biglietti vincenti delle lotterie nazionali.
Infatti, il terzo, grande, problema derivante dagli altri due, principali, è che viviamo in Italia.
Questo paese è una colonia americana e ciò significa che la vostra vita sarebbe molto più facile scrivendo in inglese. Ve lo dico da subito: avreste maggiori probabilità di pubblicare tramite editrici statunitensi che italiane.
Qui le proprietà letterarie che contano sono riunite in tre gruppi fondamentali. Il primo afferisce alla Mondadori che detiene altri marchi storici come Rizzoli. Poi esiste Einaudi. Il terzo gruppo è composto da editori di medio livello che hanno problemi insormontabili con la distribuzione dei libri e con gli spazi che le librerie concedono loro.
Per essere chiaro: se un libro costa 10 euro, e voi avete diritto al 4% del prezzo di copertina, sappiate che due euro costa la stampa, sei euro se li prende la distribuzione materiale del libro e quindi restano meno di due euro da spartire tra libraio, editore e la percentuale spettante allo scrittore.
I grandi editori hanno scelto di distribuire i loro libri per contro proprio per questo motivo. I piccoli non lo possono fare.
Non serve dilungarmi molto ma basta garantirvi che se siete autori di un grande best-sellers, ma non disponete di solide raccomandazioni, non sarete mai degnati del minimo riguardo da parte di editori di buon livello ovvero da parte di quelli che possono garantirvi la presenza in libreria, almeno nelle città capoluoghi di provincia. Potete inondarli di manoscritti o di file inviati tramite la posta elettronica, non serve. Nessuno li leggerà.
Volete fare da soli? Non avete speranze; le leggi ridicole di questa colonia vi obbligano ad avere una partita iva anche per stampare il vostro libro da soli e tentare di venderlo con un carretto nelle strade della vostra città. Potete farlo, certo, ma finirete come sono finito io, nel 1998, per altri motivi, come racconto tra qualche riga.
All'inizio della mia attività, ho venduto quasi tutta la stampa del libro La Notte Comune, pubblicato dalla Teseo Editore in Roma nel 1998. Una distribuzione cittadina di piccolo livello ma molto efficiente riuscì a procurarmi persino lo spazio in librerie di tutto rispetto come la Rizzoli in Largo Chigi, sempre nella Capitale, non più esistente.
Ricordo che vidi la pila di circa una ventina di volumi del mio libro, la cui copertina pubblico qui (è ancora nel catalogo della editrice citata) posata su un tavolo accanto alle copie dell'ultimo romanzo di Carlos Castaneda, deceduto pochi mesi prima. La Rizzoli richiese copie del mio libro per tre volte.
Iniziai con un successo, ma limitato alla sola città di Roma e calcolato su circa il dieci per cento delle librerie esistenti. Risultato: non se ne accorse nessuno.
I grandi circuiti sono quelli che realizzano il successo di un editore e quindi di uno scrittore. Voglio dirvi che potete scrivere anche un libro degno della Divina Commedia ma se non arriva nei grandi circuiti di distribuzione, non sarà mai notato dal pubblico che conta.
Chi può disporre di raccomandazioni tali da riuscire ad arrivare a una pubblicazione con Mondadori o Einaudi, smetta di leggere qui e si affidi a tali canali che faciliteranno la propria ascesa, almeno all'inizio, specie se eviterete agli editor delle grandi editrici di passare mesi a cercare di capire come diavolo scrivete e cosa volete dire.
La tecnica è fondamentale per qualsiasi cosa vogliamo realizzare: dal cambiare una presa elettrica nel muro, per ottenere il pane la mattina e anche per scrivere un libro.
Le grandi editrici vi pubblicano se sapete scrivere, se poi siete figli di un senatore, o di un cardinale, troveranno anche chi scrive per voi, tranquilli. almeno una pubblicazione, ve la concederanno.
Se siete persone comuni con nessuna conoscenza o raccomandazione da poter vantare, ma disponete di una buona tecnica di base e di idee da sviluppare, allora siete nella mia situazione e potete continuare a leggere.
Nel prossimo post vi racconterò come trovare un piccolo editore che non vi chieda denaro per pubblicare (dovete riceverne voi, da qualsiasi attività state svolgendo, non retribuire il vostro datore di lavoro) oppure come pubblicare tramite le piattaforme on line, tipo Amazon; se conviene e quanto rende realmente. A domani.
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