Oggi non è un giorno di festa. Oggi è l'occasione per ricordare le numerosissime vittime del lavoro in Italia e non solo.
La ricorrenza del Primo Maggio fu basata essenzialmente su quanto accadde nei primi giorni del maggio 1886 a Chicago, quando la polizia sparò sui lavoratori in sciopero davanti alle fabbriche Mc Cormick.
Per molti anni, lavoro e politica generarono rivolte per l'uguaglianza e la maggior suddivisione dei profitti lavorativi, un tempo care alle sinistre internazionali e alle anarchie. Come potete vedere, oggi le Elite mondiali hanno saputo rovesciare tutto questo e ancora una volta, anche e soprattutto in Italia, il lavoro significa schiavitù, neanche sempre a vita, e morte.
Oltre a un pensionamento che non arriva mai a causa della repressione statale del diritto a pensione esercitata negli anni e giunta a compimento con la Legge Fornero. Il principio ispiratore non è la giustizia sociale di una legge ma la sua utilità alle necessità di bilancio. L'Italia è in debito (secondo la visione di tipo bancaria del bilancio pubblico) e quindi pagano i lavoratori.
Le vittime del lavoro, anche nel nostro Paese, non si contano più. Questo dato si sposa fin troppo evidentemente con la generale mancanza di democrazia che molti di noi chiamano dittatura. L'Italia non è più una democrazia costituzionale dato che la Carta è stata negli anni vilipesa e piegata agli ordini elitari da parte di una masnada di despoti che nel nome di una demoniaca Globalizzazione ne hanno svilito il ruolo e hanno utilizzato le procedure elettorali per insediare infine nel Parlamento un regime che di democratico non ha nulla.
Gli attuali parlamentari, in grandissima maggioranza, hanno dimostrato soltanto di seguire passivamente il dettato di Davos, dove le Elite planetarie in supremazia hanno stilato le regole del Nuovo Ordine Mondiale.
Quanto accaduto con i governi Conte bis e Draghi sarà soltanto ricordato come l'inizio di un vero e proprio regime sanitario imposto con la forza di segregazioni e vaccinazioni obbligatorie.
E in quanto ai lavoratori, la strage non si ferma: solo nel 2021 le morti cosiddette bianche, ovvero i caduti durante l'attività lavorativa, ammontano a 1221 secondo l'Inail. Stiamo parlando di persone che, bene che vada, moriranno di fatica dato che qualunque sia l'età in cui iniziano a lavorare, dovranno necessariamente proseguire fino a 67 anni.
Anche nel nostro disgraziato ex Belpaese, le leggi a tutela della sicurezza sul lavoro esisterebbero ma non vengono rispettate. La legge quadro sulla sicurezza sul Lavoro, il Decreto Legislativo 81/2008 ha purtroppo generato un fallimento.
Essenzialmente, mancano o non sono finanziate le figure che devono prevenire gli incidenti sul lavoro. Sul posto di lavoro, generalmente, la legge prevede l'esistenza di rappresentanti dei lavoratori che hanno l'agibilità di un'organizzazione sindacale. Questo ruolo non ha riconoscimento di legge vero e proprio anche dopo e fuori dall'attività lavorativa. Il Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza viene scelto dai sindacati oppure dalle assembleee dei lavoratori ma la sua formazione viene affidata al datore di lavoro. Che, per giunta, sceglie il medico competente, altra figura chiave delle procedure di sicurezza del lavoro. Questa è la principale, gravissima, debolezza della 81/08.
Mi è capitato di svolgere il ruolo di Rls in un grande ufficio per due mandati e conosco personalmente ciò di cui parlo. Ho rimediato, da parte del datore di lavoro, il tentativo di licenziamento a causa della mia attività e ho dovuto presentare una denunzia penale. Il fatto che esiste una legge ha funzionato in tal senso e infatti ne sono uscito indenne. Il mio dovere in quanto rappresentante dei lavoratori è stato garantito. Inutile dire che quel datore di lavoro ne è uscito altrettanto indenne, anzi è stato promosso.
Tutto questo è accaduto in un grande ufficio, pieno di figure che lavorano per le organizzazioni sindacali e hanno sostenuto l'attività del sottoscritto in quanto rappresentante di ogni lavoratore per la sicurezza. Potete immaginare quel che accade in un piccolo luogo di lavoro, oppure nell'esercito dove le norme ammettono una versione limitata e corretta del Decreto legislativo 81/08 visto che nell'Esercito non esiste il diritto sindacale.
Nella vita civile il ruolo di vigilanza è affidato alle Unità sanitarie locali. Nei cantieri, al Ministero del Lavoro. Gli ispettori sono pochisissimi in entrambe i casi e mal organizzati non per loro colpa o carenza. Per svolgere il loro ruolo, magari in coincidenza e collaborazione con i vari rappresentanti dei lavoratori, dovrebbero essere numerosi come mosche.
Capite da voi che se la media dei morti sul lavoro è stata, solo nel 2021, di 3 morti al giorno, la legge, così com'è, non funziona. Una guerra durata un anno intero, senza dichiarazione formale di alcun conflitto e senza eserciti in campo.
Grandi protagonisti di questa guerra, l'assenza generalizzata di controlli, i lavori in nero, quindi invisibili alle autorità, e ovviamente la durata infinita dell'età lavorativa che genera stanchezza e prostrazione negli anziani. A gennaio 2022, già 46 vittime registrate.
Mi spiegate di quale festa dovremmo parlare, oggi? Oggi contiamo soltanto le vittime di questa che è diventata la maledizione del lavoro.
Non rappresento più nessuno, oggi, dato che dopo oltre 40 anni di lavoro non ho neppure il diritto a una pensione. La vecchia occupazione l'ho dovuta lasciare per problemi di salute e secondo le leggi vigenti dovrò attendere l'età per una pensione di vecchiaia. Vivo dei miei risparmi e scrivo. So di essere un sopravvissuto di quella che è diventata una battaglia e non l'attività lavorativa di milioni di persone.
Seguite le regole, andate a conoscerle e pretendete la loro applicazione. Inoltre, se volete salvarvi la pelle, sappiate che non potete lavorare oltre i limiti del vostro fisico. Qualunque sia la vostra attività, dovete mettere da parte quanto vi servirà il giorno in cui deciderete che non potete più lavorare oltre.
iI lavoratori non hanno rappresentanza politica e quindi dovrete salvarvi la pelle da voi.
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