A un certo punto di quel viaggio, mi addormentai, senza neanche accorgermene del tutto. Scivolai in una curiosa sonnolenza, cullato da quel fastidioso rumore delle eliche, mentre la voce di Olga mi cullava. Era confortante, ascoltarla.
Facendo mille sogni, arrivai in vari momenti a discernere che la via del sognare è utile in certe occasioni della nostra vita ma non aiuta più di tanto.
La parte onirica che afferisce al piano eterico non basta per rappresentare la via d’uscita per nessun libertario. Così come il suicidio non garantisce alcuna libertà e tantomeno alcuna liberazione ma soltanto una via di fuga momentanea dalle sofferenze subite nel piano materiale.
Siamo tutti tornati sulla Terra inseguendo i nostri sogni, in realtà utili solo ai progetti dei nostri carcerieri. Questa è tuttavia l’occasione per trovare la strada adatta e lasciare per sempre la prigione.
Il desiderio, l’ambizione, la curiosità servono soltanto a inserire il formaggio dentro una trappola e aspettare che il topolino si avvicini, spinto dalla fame.
Per essere chiaro, le manovre attuali delle Elite planetarie sono tutte tese a evitare che la strada verso la libertà si possa identificare e iniziare a percorrere.
Se soltanto fossimo capaci di ragionare in questi termini e improntare le nostre esistenze su tali ragionamenti, saremmo pronti a spopolare lo scenario che vive dei nostri sacrifici.
Quale, grande, vittoria per i nostri carcerieri, riuscire a farci amare persino la gabbia che ci costringe!
Stavo per arrivare in Brasile, un paese che non avevo mai visitato, celebre nel mondo per molte caratteristiche: la bellezza delle donne, la grande generosità del suo eco-sistema ma anche per un’ incredibile frequentazione aliena, pari soltanto a quella che si era manifestata da sempre in un altro paese americano: il Messico.
Alieni che da molti millenni, e molto prima dell’Homo Sapiens, avevano scorrazzato per le praterie terrestri e sempre per i loro scopi.
La questione aliena era ormai diventata quasi marginale nel mondo dominato dalle necessità stabilite e calcolate dalle Elite. Un argomento di nicchia che i grandi mezzi di divulgazione di massa, i canali televisivi e i giornali più noti cercavano di minimizzare in ogni modo.
Erano lontanissimi i tempi di grande enfasi riconosciuta riguardo i contatti più disparati tra uomini e alieni verificatisi negli Anni 90 e immediatamente seguenti. Persino le tiepide ammissioni del Pentagono, su sollecitazione della Marina militare statunitense, erano letteralmente scomparse dalla coscienza e dai dibattiti della pubblica opinione dinanzi alla pandemia virale che aveva sconvolto il mondo per due anni.
Nel momento in cui viaggiavo su quell’aereo, la gente si occupava del conflitto in Ucraina, ennesimo episodio di riposizionamento dei territori amministrati dal potere mondiale e derivante dalla decisione dei potenti che non avevano ceduto al diktat dei Rettiliani. Il mondo politico riscopriva i valori diffusi da Yalta: lo schieramento ribelle aveva declamato l’importanza di due blocchi bipolari e la necessità di un generale ripensamento degli schieramenti avrebbe coinvolto gli equilibri mondiali per almeno un ventennio, tra vari stravolgimenti economici e sociali.
L’effetto ottenuto sulla tematica dell’interferenza aliena era stato devastante: nessuno ne parlava più. Per Alfa, questa era una vera manna dal cielo.
Avevo saputo dai loro rappresentanti che la segretezza si era rivelata l’unica carta su cui basare la propria rivalsa dopo i terribili attacchi rettiliani subiti e la conseguente necessità di una profonda riorganizzazione interna. Su questo tema, gli alleati Elohim erano stati molto chiari. Il loro numero era infatti ancora molto esiguo e la pur notevole prevalenza logistica e tecnologica che potevano vantare sui nemici, non bastava a compensare una schiera di molto superiore dei guerrieri rettili e l’aggressività dei loro servi umani, corrotti e senza scrupoli.
Fatto che si era evidenziato nel passaggio amministrativo delle consegna avvenuto in Vaticano, dove il cambio della guardia si era verificato proprio in precedenza e quindi in preparazione del fatale attacco elitario a base di virus e di passaporti sociali intervenuto anni dopo per amministrare e legare le masse alle autorità statali di riferimento territoriale.
In Italia era stato stabilito un vero e proprio laboratorio sociale dove una parte della popolazione che si identificava con i renitenti al vaccino di Stato, oppure con i molti insofferenti della procedura di sottoporre a permesso statale le agibilità pubbliche tramite il cosiddetto Green Pass, fatto peraltro quasi unico nel panorama mondiale, si sentiva esclusa; palesemente, era stato scavato un solco profondo tra la maggioranza che aveva accettato il nuovo regime e la minoranza vessata sul piano politico, giuridico e soprattutto lavorativo.
Molte persone restavano senza sostentamento economico perché gli era precluso l’accesso al lavoro senza il possesso della certificazione digitale lavorativa. Alla normale disoccupazione dovuta alle errate politiche governative, si accompagnava la non occupazione o la non retribuzione imposta con forza di legge e in perfetto contrasto con la carta costituzionale che ormai era privata di ogni effetto protettivo conosciuto in passato proprio a favore delle minoranze. Anch’io avevo subito i problemi della stretta imposta dal regime italiano in tal senso.
Avevo dovuto quindi lasciare il mio precedente impiego part time in un grande ufficio, anche per gli effetti coincidenti sulla mia salute provocato da anni di stressante indagine condotta nel campo delle adduzioni. Avevo pagato in quel modo la scrittura di due romanzi, peraltro rifiutati dalla grande industria editoriale italiana.
Per sopravvivere, non mi era rimasto che vendere le mie restanti proprietà, a parte la sola prima casa dove vivevo con la mia famiglia. Non si era trattato di un gran sacrificio e avevo potuto quindi non inquinare il mio corpo con le fiale contenenti un siero del quale non si conoscevano i componenti protetti addirittura da segreto militare.
Per quanto atteneva all’obbligo vaccinale ordinato per gli ultra-cinquantenni, semplicemente, lo avevo rifiutato. Lo Stato non può e non deve avere la pretesa di disporre del corpo dei cittadini. Molti esseri umani si erano sentiti vincolati dalle procedure di esclusione dal lavoro e dalle retribuzioni e quindi avevano ceduto a un obbligo che costituiva anche un precedente a tutti gli effetti, fintanto che le corti internazionali non avessero eliminato i ricatti imposti dalle leggi oscurantiste del mio Paese.
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