giovedì 3 novembre 2022

L'INGANNO DEL DRAGO- Estratto

 

Era una giornata fredda e ormai arrivata quasi al tramonto, quando arrivai vicino un certo capannone industriale sulla Tiburtina, dove un sms di risposta di Olga mi aveva convocato per un incontro.

Scesi dal taxi che avevo chiamato fin da casa mia, pagai la corsa e guardai la vettura color bianco allontanarsi verso la città.

La luce del sole che stava calando modificava il colore sbiadito della costruzione in un riflesso degno del pianeta Marte. Parlo di quei panorami marziani che costituiscono una delle truffe peggio riuscite da parte di chi vuole convincere le masse che sia in corso l’esplorazione del nostro Sistema Solare.

Ero praticamente da solo e intorno a me vedevo soltanto la vasta piazzola dove sorgeva il complesso industriale e di lato, la strada consolare dove sfrecciavano automobili in entrambi i sensi di marcia.

Non c’era nessuno, quindi pensai di superare il capannone per trovarmi davanti a un edificio in mattoni a due piani che sorgeva davanti al cortile esterno. I vetri delle finestre non mostravano luci e non sentivo alcun suono. Pareva un’area disabitata, forse occupata da uffici chiusi da tempo. Ricordavo che in quella zona, più o meno dove riconoscevo il paesaggio che potevo osservare, si trovava un rifugio di Alfa, ma non riuscivo a riconoscere la costruzione che lo ospitava.

Avvicinandomi alla porta metallica che vedevo davanti a me, notai che era soltanto accostata. La serratura era stata forzata da chissà quanto tempo ma dato che ormai si stava facendo buio, decisi di entrare. Disponevo solo della torcia costituita dal cellulare.

All’interno, mi accolse un forte odore di chiuso e non trovando modo di fare un po’ di chiarore, sempre che fosse attiva la fornitura elettrica, utilizzai il cono di luce generato dal telefonino. All’interno non c’era nulla a parte una certa quantità di foglie morte e di cartacce portate dal vento.

L’area era alquanto vasta, e mi dava l’idea di aver ospitato, un tempo, un’officina, una piccola fabbrica o un magazzino. Il silenzio era assoluto a parte il fischiare del vento tra gli infissi fessurati della costruzione.

Sinceramente non sapevo dove cercare e stavo ormai per andarmene, quando una voce umana mi fece letteralmente sobbalzare.

- Cosa cerca in questo posto? – disse la voce di un uomo, probabilmente abbastanza giovane.

Ragionai, con un brivido, che doveva trovarsi al buio, da solo, da quando ero entrato e aveva semplicemente visto la luce generata dal mio telefono.

- Devo incontrare un’amica. Dalla voce, mi pare proprio di non parlare con lei.

La voce sogghignò:

- Strano posto per un convegno amoroso, non trova?

- Sono uno scrittore, perché non dovrei andare in cerca di avventure per ispirarmi?

- Ah, uno scrittore. Ora sì che si spiega tutto.  – rise, ironicamente, l’individuo che attivò a sua volta la lanterna del telefonino.

La sua voce, all’interno di quell’ambiente vuoto, mi arrivava perfettamente, ma proveniva dall’altro lato rispetto all’entrata, verso un angolo del locale. Un individuo lontano almeno trenta metri da me, quindi non costituiva un pericolo immediato.

- Le ho detto chi sono io e cosa faccio qui. – dichiarai, mentre cercavo di capire con chi avevo a che fare.

La luce proveniente dall’altro telefonino era puntata a terra e non riuscivo a vedere la figura dietro a quel cono luminoso.

- Quindi, per presentarmi, dovrei crederle sulla parola.- rispose, ironicamente.

- Devo incontrare una persona che mi ha convocato qui.

- Chi mi dice che stia dicendo il vero?

- Non sono venuto qui per cercare guai. Una persona mi ha dato appuntamento in questo luogo. Cosa vuole da me?

Cominciavo a  innervosirmi. Doveva trattarsi di un amico oppure un nemico di Alfa. Difficile che fosse un vagabondo entrato per cercarsi un posto per dormire.

- Diciamo che questo luogo sarebbe di mia proprietà. – rispose, tranquillo.

- Davvero? In definitiva, con chi diavolo sto parlando?

- Potreste finirla, voi due? – 

Una voce femminile proveniente dalla mia destra, ossia dal buio più completo e che riconobbi subito.

Lentamente, si avvicinò un profumo di lavanda familiare, il profumo che le avevo sentito talvolta addosso. Puntai il telefono il quella direzione e finalmente vidi la figurina sinuosa e aggraziata di Olga che mi sorrideva.

- Le donne si fanno sempre desiderare.

- Lo conosci? – chiese l’altro tizio, avvicinatosi in fretta. Si trattava di un ragazzo di non più di trent’anni, la metà dei miei. Era un tipo tozzo, con i capelli arruffati e la barba ispida.

Olga mi spiegò:

- Ti presento Manuel, una sentinella. Che non ragiona sempre.

- Pensavo fosse un vagabondo. – protestò quello, risentito. – Si definisce uno scrittore, potrebbe essere chiunque.

- Anche peggio di chiunque… - sorrise lei, maliziosamente.

- Cos’è successo, qui dentro? C’era la vostra base, non posso sbagliarmi. Chi sarebbe un vagabondo? A quest’ora, in questa zona ci saranno solo topi e pipistrelli.

Il ragazzo ci fissava, stranito. Non sapeva nulla dell’appuntamento di Olga, che mi prese sotto braccio per portarmi, lentamente, verso l’angolo dal quale proveniva.

- Una nuova recluta, devi perdonarlo. Qui le cose sono cambiate per volontà dei nostri alleati, che tu conosci bene.

- I vostri alleati, gli Elohim, dormono. Il mondo sta andando a rotoli. L’Italia, non ne parliamo nemmeno.

- Se la situazione non precipita, è proprio per merito loro. Se fosse per i serpenti, ci avrebbero già aggredito con i loro servi a fare da schermo e da manovali. Contano sulle forze che puoi vedere già schierate contro le popolazioni quando si ribellano. Gente che per interesse, ignoranza o paura li serve senza fiatare. Ogni dittatura umana, prima di questa versione aggiornata e corretta, è nata così. Stavolta è una dittatura globale o quasi. Vedi come certi paesi si siano invece smarcati quasi del tutto dai provvedimenti liberticidi legati alla psico-pandemia.

La luce del mio cellulare, ora illuminava una specie di pannello laterale sulla parete est del fabbricato. Non vedevo più Manuel, tornato a immergersi nelle tenebre per sorvegliare quell’area desolata.

estratto del romanzo L'INGANNO DEL DRAGO, pag. 502,  disponibile solo su Amazon.

Nessun commento:

Posta un commento