giovedì 1 dicembre 2022

L'INGANNO DEL DRAGO - Estratto

 

Un resort a poca distanza dalla cinta urbana principale di Varginha era la base designata per la missione di Alfa. La struttura, una palazzina bianca a due piani immersa nel verde, era affittata per la stagione turistica principale che si svolgeva da fine aprile a inizio settembre grazie alla mitezza della temperatura.

In quel momento era presente soltanto la metà del personale oltre noi dato che il contatto di Igor aveva pensato bene di non privarci dei servizi necessari  ma senza il via vai disordinato dei turisti tipici di quella zona dello Stato di Minas Gerais, Alfa avrebbe quindi potuto operare in incognito.

Non avevo nessun modo di sapere molto altro di quella missione e mi trovavo abbastanza male per l’incertezza e soprattutto per il fatto di non potermi districare a sufficienza in quel frangente. Avevo viaggiato pochissimo in vita mia e la parte del turista non mi si addiceva. Inoltre, sentivo caldo e il clima del Brasile non mi avrebbe certo agevolato in quel soggiorno che speravo si rivelasse brevissimo. Olga continuava a dimostrarsi abbastanza ritrosa e mi parlava poco e malvolentieri.

Era anche alquanto sfuggente e cominciavo ad averne abbastanza finché non arrivò l’ora di cena. Eravamo alloggiati in tre camere diverse, tutte al primo piano. Igor mi aveva fornito di un cellulare buono solo per le comunicazioni tra noi tre e il pilota dell’aereo che avrebbe dovuto riportarci a casa. Mentre mi passava il cellulare, gli avevo anche domandato come mai non avesse alloggiato con noi.

Mi aveva risposto che si trattava di un’idea di Olga e che un altro personaggio che doveva accompagnarli si era tirato indietro solo all’ultimo momento. Sembravo  essere proprio il solo a soffrire quel viaggio in Brasile. I miei compagni d’avventura erano propensi a godersi la vacanza.

Nel salone del pian terreno, l’illuminazione era ridotta a uno solo dei quattro, grandi, lampadari.

I tavoli erano una ventina e il nostro si trovava accanto alla cucina da dove proveniva un forte odore di carne grigliata.

La tavola era apparecchiata per quattro persone dato che attendevamo un ospite.

Igor mi spiegò che si trattava del giornalista locale che aveva preso contatto con alcuni corrispondenti di Alfa.

Indossava una camicia a fiori grandi e sembrava a suo agio nel caldo della serata di Varginha.

- Si chiama Vicente Medranos e so soltanto che parla abbastanza bene l’italiano. Scrive per un quotidiano locale. – disse Igor appena l’uomo entrò nella sala.

Era abbastanza alto, con una gran massa di riccioli color cenere in testa. Poteva avere una cinquantina d’anni e sembrava in discreta forma.

Guardai Olga per un suo commento. Indossava un corto vestitino di cotone molto aderente e una grande collana di sassolini colorati. Aveva riunito i capelli sulla testa e aveva l’aria più sbarazzina del solito.

Igor sembrò notare le nostre perplessità e riprese a parlare:

- Stasera dovrebbe parlarci della sensitiva che pare abbia canalizzato i Rettiliani.

- Ci credi? – gli domandai.

Igor scosse il capo – Non è il fatto di credere o meno a questa storia. Siamo qui anche per dare un segno ai nostri corrispondenti del luogo che sono abbastanza conosciuti negli ambienti ufologici americani. Alfa deve tornare a contare come prima dell’attacco dei serpenti.

Guardai Olga sorridere, ancora silenziosa. Non capivo il suo comportamento ma Igor sembrava saperne qualcosa. Pensai di continuare a rivolgermi a lui.

- Quindi, siamo qui in funzione di rappresentanza.

- Più o meno – ammise l’agente – Anche se vorrei tanto credere che la sensitiva abbia ragione. Per noi, avere modo d’interrogare rettili ribelli sarebbe fondamentale. Potremmo sviluppare persino una strategia più efficace per affrontarli militarmente. Finora ci hanno surclassato da quel punto di vista. Senza l’appoggio Elohim, Alfa non esisterebbe più.

Guardavo il giornalista locale parlare con uno degli addetti dell’albergo a circa venti metri da noi, tra la sala da pranzo e le cucina. Sembravano conoscersi da tempo.

- State affrontando guerrieri che viaggiavano tra i sistemi stellari quando gli esseri umani si coprivano di pelli o forse anche  prima. Sarebbe meglio lasciare il campo agli Elohim. – commentai.

Igor si versò un calice di acqua minerale. Nel frattempo, il giornalista venne al nostro tavolo, inchinandosi leggermente nei confronti di Olga.

- Sono il dottor Vicente Medranos. Chiedo scusa per il mio italiano così carente.

I suoi occhi erano molto mobili e tranquilli dietro gli occhialetti rettangolari. Sembrava un tranquillo intellettuale di provincia. Del resto, sapevo che gli ufologi brasiliani erano una categoria molto attiva e importante nel loro paese.

Brano tratto dal romanzo L'INGANNO DEL DRAGO, disponibile solo su Amazon

  L'INGANNO DEL DRAGO: Svelati gli ultimi misteri di [Marco Caruso]

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