Salvador riprese a camminare
in direzione dell’unica montagna che potevamo vedere in quel giardino esteso a
perdita d’occhio.
Quel posto era la quiete
personificata. Nell’aria solo il rumore lieve dei nostri passi sull’erba che si
faceva sempre più alta in prossimità della montagna.
Non vedevo alberi né altre
forme di vita vegetale o animale. Pensai che quel luogo fosse molto simile a
quelli descritti da coloro che attraversano le regioni di confine tra la vita
terrena e l’Aldilà, dopo il trapasso.
Erano certamente inadatti i nostri
termini di paragone tra i diversi momenti dell’essere. Forse era antiquato il
nostro di sistema di classificazioni che partiva dall’idea che si possa essere
vivi o morti. Il nostro problema principale consiste nella limitazione della
nostra visuale.
Salvador, invece, poteva
vedere molto di più e molto meglio.
Poteva anche camminare meglio
dato che ormai l’erba era arrivata alle nostre ginocchia ma lui procedeva
normalmente, mentre io ero quasi immobile.
- Puoi fermarti un attimo? Ho
il fiatone, non riesco a camminare.
- Oh, senor, dimenticavo che
siete così fragili. I vostri corpi sono fatti di carne, ossa e tendini. Roba
che si deve sgretolare facilmente una volta partita la consapevolezza. Siete
molto simili agli animali. Non adatti a vivere qui.
- Dove siamo adatti a vivere,
Salvador? – gli domandai ansimando.
- Probabilmente da dove
vengono i padroni. Avete una parte del loro DNA, quindi siete simili a loro.
- Sai dirmi la percentuale del
loro DNA che abbiamo in noi?
- Un essere umano come te, non
più del dieci per cento. Gli altri si dividono in molte frazioni di questa
quantità. Anima arriva se la parte è almeno dell’otto per cento. Non sempre.
Sceglie tra queste percentuali.
- Non avete dati sulla scelta
di Anima?
Salvador scosse il capo e il
cappello – Non possiamo vederla. Noi siamo fatti per sorvegliare voi.
- Certo. Magari pure mentre i
rettili ci parassitano.
- I padroni li tollerano. Sono
aggressivi ma soltanto con le specie derivate. Hanno capito che Anima si può
manipolare.
- Anima è dei padroni?
- Non capisco la domanda.
- Voglio sapere se i padroni
possono usarla come vogliono.
- No. La studiano.
Riprendemmo a camminare, molto
più lentamente. L’erba arrivava quasi al mio inguine. Non era tagliente e
neppure particolarmente dura eppure ostacolava i miei passi. Ero discretamente
stanco.
La montagna si ergeva davanti
a noi, a una distanza che avrei potuto calcolare in cento metri. Sembrava un
cono di granito, si stagliava verso il cielo come una torre d’osservazione.
Forse, lo era.
Quando arrivammo nei pressi
delle prime pendici rocciose, ero quasi sfinito.
Salvador mi fissava
preoccupato.
- Dimenticavo di dirti che qui
respirate a fatica. L’aria è differente rispetto la vostra dimensione abituale.
- Come l’aria di alta
montagna?
- Simile. Per noi non fa
differenza ma voi avete polmoni molto sensibili.
- I tuoi padroni non ti hanno
fatto a loro immagine e somiglianza? Da come li descrivi, dovrebbero essere
ancora più fragili di noi.
- Oh, no, non è così. Voi
avete un corpo, ma loro non ne hanno bisogno. Sono come nuvole nel cielo.
- Non hanno supporto fisico,
dunque. Come agiscono nella materia?
- Tramite noi. E anche tramite
voi. Noi vediamo il mondo fatto di energia, che si differenzia in quanto a
concentrazione. Gli oggetti fatti di materia sono energia concentrata e meno
frequente. La frequenza della materia cresce con le diverse dimensioni e si
differenzia. Poi, ci sono i padroni che sono come nuvole nell’energia. Una
nuvola di energia che noi vediamo ma non possiamo calcolare. La nuvola ci
ordina e noi ci muoviamo.
- Come sapete che vi hanno
creato?
- Hanno creato tutti noi, voi
compresi. Quando avevano un corpo. Ogni dimensione ospita esseri che possiedono
una percentuale maggiore o minore del loro antico DNA. In pratica la loro
discendenza. Potremmo dire che le dimensioni sono il loro album di ricordi.
- Quindi crearono anche gli
Elohim e i Rettiliani.
- Penso di sì. Mi risulta che
i creatori siano soltanto loro, i nostri padroni.
- Se non li puoi calcolare, e
li vedi soltanto, come puoi sapere che un tempo li vide liberarsi dal corpo?
- È presente nella mia
memoria. Essi avevano un corpo, ma decisero che era diventato un ostacolo. Era
più pratico muoversi nell’energia come pura energia. Ora sono come onde del
mare nel mare.
- Cosa mangiano, i padroni?
- Non mangiano come voi. Non
hanno più un corpo da sostenere.
- Vedi l’ombra dell’Anima su
quelle nuvole?
- I padroni hanno una luce
troppo forte. Non hanno ombra o non posso vederla. Posso pensare che se
manovrano Anima come uno strumento, ne siano dotati. Non è un dato certo. Tra
noi, circola questa voce.
- Puoi seguire, però, i nostri
viaggi tra le dimensioni, per esempio tra la vita terrena e quanto esiste dopo?
Salvador sorrise – Certamente.
Vedo quando dormite e vi svegliate proprio in quei luoghi. Vedo anche quando lasciate
il corpo e andate in quei luoghi. Non cambia molto, per me e credo neppure per
voi. Voi li percepite come luoghi divisi tra veglia e sonno; tra vita e morte.
Estratto dal romanzo L'INGANNO DEL DRAGO disponibile soltanto su Amazon
Nessun commento:
Posta un commento