mercoledì 14 dicembre 2022

L'INGANNO DEL DRAGO - Estratto

 

Salvador riprese a camminare in direzione dell’unica montagna che potevamo vedere in quel giardino esteso a perdita d’occhio.

Quel posto era la quiete personificata. Nell’aria solo il rumore lieve dei nostri passi sull’erba che si faceva sempre più alta in prossimità della montagna.

Non vedevo alberi né altre forme di vita vegetale o animale. Pensai che quel luogo fosse molto simile a quelli descritti da coloro che attraversano le regioni di confine tra la vita terrena e l’Aldilà, dopo il trapasso.

Erano certamente inadatti i nostri termini di paragone tra i diversi momenti dell’essere. Forse era antiquato il nostro di sistema di classificazioni che partiva dall’idea che si possa essere vivi o morti. Il nostro problema principale consiste nella limitazione della nostra visuale.

Salvador, invece, poteva vedere molto di più e molto meglio.

Poteva anche camminare meglio dato che ormai l’erba era arrivata alle nostre ginocchia ma lui procedeva normalmente, mentre io ero quasi immobile.

- Puoi fermarti un attimo? Ho il fiatone, non riesco a camminare.

- Oh, senor, dimenticavo che siete così fragili. I vostri corpi sono fatti di carne, ossa e tendini. Roba che si deve sgretolare facilmente una volta partita la consapevolezza. Siete molto simili agli animali. Non adatti a vivere qui.

- Dove siamo adatti a vivere, Salvador? – gli domandai ansimando.

- Probabilmente da dove vengono i padroni. Avete una parte del loro DNA, quindi siete simili a loro.

- Sai dirmi la percentuale del loro DNA che abbiamo in noi?

- Un essere umano come te, non più del dieci per cento. Gli altri si dividono in molte frazioni di questa quantità. Anima arriva se la parte è almeno dell’otto per cento. Non sempre. Sceglie tra queste percentuali.

- Non avete dati sulla scelta di Anima?

Salvador scosse il capo e il cappello – Non possiamo vederla. Noi siamo fatti per sorvegliare voi.

- Certo. Magari pure mentre i rettili ci parassitano.

- I padroni li tollerano. Sono aggressivi ma soltanto con le specie derivate. Hanno capito che Anima si può manipolare.

- Anima è dei padroni?

- Non capisco la domanda.

- Voglio sapere se i padroni possono usarla come vogliono.

- No. La studiano.

Riprendemmo a camminare, molto più lentamente. L’erba arrivava quasi al mio inguine. Non era tagliente e neppure particolarmente dura eppure ostacolava i miei passi. Ero discretamente stanco.

La montagna si ergeva davanti a noi, a una distanza che avrei potuto calcolare in cento metri. Sembrava un cono di granito, si stagliava verso il cielo come una torre d’osservazione. Forse, lo era.

Quando arrivammo nei pressi delle prime pendici rocciose, ero quasi sfinito.

Salvador mi fissava preoccupato.

- Dimenticavo di dirti che qui respirate a fatica. L’aria è differente rispetto la vostra dimensione abituale.

- Come l’aria di alta montagna?

- Simile. Per noi non fa differenza ma voi avete polmoni molto sensibili.

- I tuoi padroni non ti hanno fatto a loro immagine e somiglianza? Da come li descrivi, dovrebbero essere ancora più fragili di noi.

- Oh, no, non è così. Voi avete un corpo, ma loro non ne hanno bisogno. Sono come nuvole nel cielo.

- Non hanno supporto fisico, dunque. Come agiscono nella materia?

- Tramite noi. E anche tramite voi. Noi vediamo il mondo fatto di energia, che si differenzia in quanto a concentrazione. Gli oggetti fatti di materia sono energia concentrata e meno frequente. La frequenza della materia cresce con le diverse dimensioni e si differenzia. Poi, ci sono i padroni che sono come nuvole nell’energia. Una nuvola di energia che noi vediamo ma non possiamo calcolare. La nuvola ci ordina e noi ci muoviamo.

- Come sapete che vi hanno creato?

- Hanno creato tutti noi, voi compresi. Quando avevano un corpo. Ogni dimensione ospita esseri che possiedono una percentuale maggiore o minore del loro antico DNA. In pratica la loro discendenza. Potremmo dire che le dimensioni sono il loro album di ricordi.

- Quindi crearono anche gli Elohim e i Rettiliani.

- Penso di sì. Mi risulta che i creatori siano soltanto loro, i nostri padroni.

- Se non li puoi calcolare, e li vedi soltanto, come puoi sapere che un tempo li vide liberarsi dal corpo?

- È presente nella mia memoria. Essi avevano un corpo, ma decisero che era diventato un ostacolo. Era più pratico muoversi nell’energia come pura energia. Ora sono come onde del mare nel mare.

- Cosa mangiano, i padroni?

- Non mangiano come voi. Non hanno più un corpo da sostenere.

- Vedi l’ombra dell’Anima su quelle nuvole?

- I padroni hanno una luce troppo forte. Non hanno ombra o non posso vederla. Posso pensare che se manovrano Anima come uno strumento, ne siano dotati. Non è un dato certo. Tra noi, circola questa voce.

- Puoi seguire, però, i nostri viaggi tra le dimensioni, per esempio tra la vita terrena e quanto esiste dopo?

Salvador sorrise – Certamente. Vedo quando dormite e vi svegliate proprio in quei luoghi. Vedo anche quando lasciate il corpo e andate in quei luoghi. Non cambia molto, per me e credo neppure per voi. Voi li percepite come luoghi divisi tra veglia e sonno; tra vita e morte.

Estratto dal romanzo L'INGANNO DEL DRAGO disponibile soltanto su Amazon

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