martedì 23 maggio 2023

La favoletta del cambiamento climatico fa male: il clima è ciclico

 Utile soprattutto all'agenda 2030 dell'ONU, ovvero il braccio legalitario delle Elite, come espletato dalle conferenze di Davos. Tramite la favoletta del cambiamento climatico vogliono farci ingoiare le limitazioni imbecilli che già vediamo (per esempio l'altra favoletta che le auto elettriche non inquinano: e le batterie dove finiranno?) e soprattutto le boiate come i cappotti termici per le abitazioni (che contrasto logico con il presunto aumento della temperatura!) oppure il nucleare tanto ma tanto pulito. E anche in questo caso, dimenticandosi che il pulitissimo nucleare produce scorie terrificanti che ancora oggi non sappiamo come diavolo smaltire. 



La Germania sta chiudendo anche l'ultima centrale per questo motivo. Provarono a interrare le scorie all'interno di una miniera di sale profondissima. L'acqua arrivò nella profondissima miniera di sale, che si sciolse e l'intera Germania tremò per la paura che i maledetti barili si rompessero. Il nucleare significa Chernobyl, significa Fukushima ma ancora non basta. A chi piace il pesciolino radioattivo che si sono ritrovati nelle reti persino i pescatori del Mare del Nord tramite la catena alimentare marina?

 Attenzione perché tutti i gretini (con la G) a questo puntano davvero: quelle finte manifestazioni giovanili, un po' sardinesche, vogliono misure drastiche che non servono all'ambiente ma servono benissimo a rovinare la vita a noi tramite la demolizione dell'economia industriale corrente. 

Il nostro ambiente soffre di malattie cicliche, esattamente come i nostri corpi e nessuna attività umana per quanto inquinante potrà mai variare i cicli naturali, semmai aggravarli, questo sì; nessuna a parte le bombe atomiche ovviamente. Chi le sganciò su povere città indifese, pretende di amministrare il nostro mondo, ma a questo ci siamo abituati. Nella foto, l'alluvione a Genova. Può accadere quando si costruisce sui fiumi. Articolo del 2011.



Quel che è accaduto in Emilia Romagna, e sta accadendo in Piemonte, dipende dalla nostra mania di violentare l'ambiente. Quella vera, ovvero quando si costruisce sulle vie di scorrimento delle acque. Io sono vecchio e ricordo l'alluvione di Firenze (1966). Ricordo  quando mezza Liguria temeva di finire in mare (1970 - 1992-1993 e 2011.). Ricordo le tante piene del Po (la peggiore verificata nel 1951).

Tutto ciò vuole dire che la natura segue i suoi cicli mentre noi violentiamo l'ambiente con un modo assurdo di edificare. I cambiamenti climatici NON esistono. Esistono i cicli naturali che devono essere studiati e soprattutto devono essere rispettate le vie di scorrimento delle acque. Devono esser puliti i letti dei fiumi, si deve fare manutenzione perfetta delle vie artificiali di scorrimento, e magari assestare le condotte idriche, visto che ci siamo, che perdono oltre il 60% del prezioso liquido. Non sperperare risorse per ponti inutili e costosi tra Calabria e Sicilia.

Abbiamo edificato città e cittadine-mostri che devono essere ora protette da imponenti lavori sul territorio invece che invocare inesistenti cambiamenti climatici. La foto che vedete è tratta dal Giornale del Po, 1951. Studiare i cicli climatici salva le vite. Inventarsi favolette su cicli climatici inesistenti, diffonde idiozia altrettanto nociva. 


Nessun commento:

Posta un commento