Inizia oggi la pubblicazione gratuita di un breve romanzo giallo. Il protagonista è già conosciuto dai miei lettori. Si tratta di MISTER TAU, un giovane cartomante romano in perenne lotta contro il crimine a causa del suo lavoro, molto meno tranquillo di quanto comunemente si possa pensare. I lettori di questo blog troveranno casualmente, senza alcuna continuità, le puntate di questo giallo che potranno rileggere comunque nella sezione Racconti Gratis.
1. Guardai per l'ultima volta il mio appartamento. Non era pulito, non era ordinato, ma era la mia tana.
L'unica ad averlo curata per bene, era ormai la mia ex ragazza, Patrizia. Da solo, avevo saputo soltanto combinare pasticci.
La mia borsa sportiva con un cambio completo, due paia di scarpe e poco altro mi attendeva accanto alla porta.
Avevo prenotato un taxi tramite l'applicazione del cellulare che almeno a Roma poteva procurare abbastanza celermente una corsa verso un itinerario non troppo lontano. Avevo pochi soldi in tasca e meno ancora nella mia carta prepagata.
Scesi le scale senza fare troppo rumore. Chi minacciava la mia vita, non sembrava molto vicino, in quel momento, e il buio poteva garantirmi un po' di tranquillità.
La vettura l'avevo prenotata per fermarsi a un indirizzo poco lontano che raggiunsi in tre minuti. C'era poca gente, per strada, e la fila lunghissima di auto parcheggiate con il muso sul marciapiede era fredda e silente in quel giugno così ridicolo.
Un clima fin troppo fresco stava alternando caldo umido e pioggia fin troppo abbondante in quei giorni travagliati.
Entrai nel taxi con l'autista che mi chiese la conferma dell'itinerario da me descritto nell'applicazione. Era una destinazione vicina a una piccola pensione dall'altra parte della città. Per precauzione, mi lasciai scaricare a circa un chilometro da quella destinazione.
Arrivai soltanto alle undici di sera.
Un mio carissimo amico, Jimmy Cassini, aveva prenotato a suo nome una stanza a due letti e avvisato che suo cugino, cioè io, avrebbe comunque preceduto il suo arrivo e nel contempo aveva inviato il saldo per una settimana.
Il portiere di notte della pensioncina provò a chiedermi un documento e io gli risposi che la stanza non era a nome mio, pertanto si doveva fare gli affari suoi.
Mi guardò storto. Era un ometto di ameno 60 anni, pelato e grasso con la divisa sbottonata. L'aria era quella di uno abituato a vedere un via vai di coppiette irregolari al massimo livello, di ogni sesso possibile.
- Se qualcosa non le va a genio - aggiunsi a brutto muso - mi restituisca l'anticipo e me ne vado subito.
Ovviamente, fece scivolare la chiave elettronica nella mia mano e filai sulle scale che mi portarono a una stanza del primo piano, la numero 6.
Entrai e chiusi la porta bloccandola con la chiave. Non mi fidavo granché dell'elettronica e allora piazzai il letto direttamente contro la porta, dalla parte dei piedi. Per il resto, c'era una poltroncina di tessuto, un armadio a due ante, e un piccolo bagno ben attrezzato. Niente frigo e niente televisione. Un cartello di plastica al muro omaggiava la clientela di un codice per il wi-fi gratuito.
Se non altro, potevo riposare per qualche ora almeno.
Piazzai le bottigliette di acqua minerale che avevo portato da casa sul comodino, e infilai direttamente la borsa nell'armadio.
Cassini si sarebbe fatto vivo ben presto e mi avrebbe portato qualche soldo.
Quella situazione mi aveva stressato e avevo voglia di chiudere gli occhi. Prima ancora, mi passarono in mente gli ultimi avvenimenti e quindi i tre attentati ai quali ero scampato quasi per caso.
Continua
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