3. Era Cassini. Voleva soltanto assicurarsi che fossi arrivato in albergo.
- Sei quasi più affettuoso della mia ex... - volevo scherzare e dimostrare che non ero triste e abbattuto. Fare la vittima non mi è mai andato a genio.
Lo sentii respirare - Mah, mi spiace un mondo che ormai siete due estranei. Devo ammettere che piaceva anche a me.
- Ah, lo so come la guardavi. Te la mangiavi con gli occhi, vecchio depravato.
Rise - Vecchio no, depravato, forse. Cosa farai, ora?
- Con Patti? Cosa dovrei fare?
- Ma no, intendo con il tuo misterioso persecutore.
Ascoltai il classico rumore delle stoviglie, tipico del rito del tè notturno del mio amico quando non voleva dormire.
- Per ora, mi nascondo, poi ragiono.
- Niente attentati, oggi?
- No, ieri è stato l''ultimo. Molto romantico, cercare di avvelenarmi il caffè mattutino. Ero andato a fare colazione da Xander, quando una signora con il cagnolino nascosto nel suo petto, ha starnutito nel mio caffè.
- La signora?
- No, il cagnolino. Minuscolo, nero come la pece, mi ha salvato la pelle. Quando il barista ha rovesciato la tazzina nel lavabo, il liquido ha fuso il metallo. Mi sono distratto un attimo a guardare le notizie della televisione del bar e qualcuno ha avvelenato la mia tazzina. La volta precedente, mi hanno infilato un serpente velenoso nella cassetta della posta.
Cassini rise nuovamente - Sempre mezzi alquanto bizzarri, mi pare.
- Beh, la prima volta, tanto bizzarro non era. Ero sul bus e mentre scendevo, qualcuno, alle mie spalle, ha sferrato una coltellata... nel mio portafoglio. Lo tenevo nella tasca posteriore dei jeans. Quando sono sceso, il coltello era ancora conficcato nella pelle del portafoglio. Ha ucciso l'ultima banconota da dieci euro che mi rimaneva. Tre attentati in una settimana.
- Chi hai fatto infuriare, Mister Tau?
Era una bella domanda.
- Quando lo capirò, potrò tornare in giro.
- Stai attento. Il tuo nemico non è da sottovalutare. Può diventare pericoloso anche per altri.
- Lo terrò a mente.
Lo salutai, deciso a dormire almeno fino all'alba. Di solito, gli alberghi e i loro stramaledetti letti non mi lasciano riposare, ma ero distrutto e mi addormentai quasi immediatamente.
Continua
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