giovedì 21 settembre 2023

SENZA CUORE - estratto

 

Me lo stavo chiedendo anche quel giorno di fine settembre, mentre l’autunno non voleva proprio cedere al freddo stagionale e su Roma risplendeva un sole pallido ma tenace. E in una giornata come quella, ero di nuovo convocato dal commissario Cella: un solerte funzionario di polizia che avevo già, purtroppo, avuto occasione di conoscere.

Costui amava ricevermi di prima mattina, in questura, con un capiente vassoio posato sulla scrivania proveniente dal bar sottostante, contenente un bricco di caffè bollente, latte, cornetti e ciambelle fritte. Talvolta, offriva pure.

A quell’ora, la gente che affolla uffici come quello mostra un’energia particolare. Vedo sempre poliziotti e funzionari affaccendati in mille mansioni, persone tra le più disparate che parlano, si lamentano, gesticolano. Uno spaccato di vita umana che anima un commissariato con i suoi suoni, le cantilene, il sussurrare delle prostitute che attendono di poter tornare sulla strada e qualche ubriaco che fa loro il coro.

- Deve firmare la deposizione, per il tribunale – bofonchiò Cella, con la bocca piena di cornetto alla crema e una tazza di caffè amaro in mano – Capisco che l’ora possa risultare scomoda a lei, ma io inizio a lavorare presto.

Mio malgrado, dovevo pur collaborare alla coda di un’indagine giudiziaria che mi aveva visto protagonista e vittima di un maniaco. Una storia alquanto intricata e amara che mi aveva rovinato la vita per qualche settimana.

Firmai dopo aver vuotato una tazzina di ottimo espresso. Era l’ultimo atto, prima dell’udienza che sarebbe stata fissata chissà quando, e che avrebbe chiuso la disavventura vissuta di recente.

- Sa che ci è stato utile, dopo tutto… Chi l’avrebbe detto? – commentò, controllando sul documento in questione che sapessi ancora firmare.

- Eh, già; un cartomante che collabora con la polizia. Ma non è il primo caso, stia tranquillo, e non sarà l’ultimo.

- Tranquillissimo… Si tenga a disposizione e se cambia regione, ci avverta – intimò, prima di afferrare con avidità l’ultima ciambella rimasta sul vassoio.

Uscii dalla Questura con grande sollievo.

Il sole mi accarezzava mentre passeggiavo per le vie di Roma, con quel senso di libertà che l’assenza di impegni, ed anche la scarsità di soldi nelle tasche, ti può donare.

Camminando per San Vitale, nel rione Monti, a Roma, m’imbattei nella cerimonia funebre che si teneva nell’omonima basilica, a pochi passi dai Giardini del Quirinale. Come sempre, ero in bolletta e attendevo con impazienza la telefonata di qualche cliente.

Tramite annunci sui giornali, su internet, e il passa parola di amici e conoscenti, pubblicavo i miei numeri telefonici e ricevevo a casa mia, casalinghe ansiose, studentesse innamorate, genitori delusi dai propri figlioli e persino qualche manager incerto sulla qualità del personale.

Invece, quando squillò il cellulare, sentii la voce di un mio vecchio amico che mi cercava con urgenza.

- Dove ti trovi, Mister Tau? - Era Jimmy Cassini, uno psichiatra, consulente scientifico dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti; il tipo più amabile che conosca, non soltanto in ambito religioso, ma quella volta aveva un tono esageratamente ansioso.

- Vicino la questura. Che succede?

- Sono sotto casa tua; sbrigati, che partiamo…

Effettivamente, lo trovai davanti al mio portone, a braccia conserte e con il motore della sua vettura acceso. Uno splendido maggiolone con il motore rifatto, di colore blu e dai paraurti metallici fiammanti.

- Mi vuoi dire cosa diavolo succede?

Cassini era un uomo ormai maturo, molto giovanile e dalla spiccata tendenza a farsi benvolere dal prossimo; i suoi occhi azzurri ti fissavano con apparente allegria dietro occhialetti tondi da professore universitario; suscitava simpatia in chiunque avesse a che fare con lui, e certamente non l’avevo mai visto così preoccupato.

- Fammi prendere due cose al volo, e ti avverto che sono al verde. – lo avvisai.

- Finanzio io la spedizione, tranquillo, ma fai in fretta e partiamo subito; sei l’unico che ha abbastanza conoscenza delle occulte cose, che sia assolutamente fidato e del tutto incosciente, e quindi devi accompagnarmi. Ti spiego strada facendo. A parte i complimenti, mi venne da sorridere. Il noto psichiatra che mi onorava della sua amicizia, in fondo, mi conosceva bene. Come io, del resto, conoscevo lui.

Era quasi l’ora di pranzo quando, nel Maggiolone, ci dirigevamo verso la più vicina uscita al GRA, immersi nel solito traffico deprimente della Capitale.

- Non sarebbe male – provai a dire, mentre eravamo praticamente fermi, con il semaforo verde, e l’autoradio che parlava di leggi elettorali in discussione al Parlamento – se provassi a spiegarmi. Pensa, ieri è uscito il mio annuncio sul giornale… a pagamento… Oggi avrei atteso le telefonate di clienti in cerca di predizioni. Io vivo di consenso popolare, caro amico, non dimenticartelo.

- E’ una storia complicata. Da Roma mi hanno detto di prendere contatto con l’Arcidiocesi di Perugia, dove mi hanno indirizzato presso la curia locale, dove, per mia fortuna, conosco un vecchio amico; e conosco anche il procuratore Ambrosetti, della Procura di Perugia, che certamente dovrò consultare.

- Ed io non ti ho mai visto così ansioso… Cos’è, hanno trovato profilattici in un convento di suore?

Cassini sospirò, mentre ripartiva, con il semaforo rosso, per liberare la strada occupata dal suo Maggiolone e da un’altra decina di vetture, tra i clacson che urlavano.

- Ieri sera c’è stata l’ennesima scossa tellurica, in Umbria, dalle parti di Spoleto. Magnitudo: due o poco superiore…

- E allora? La terra trema da parecchio, mi pare.

- Certamente. Il Centro Italia, da anni, ha registrato almeno tremila scosse, dopo il terremoto tremendo del 1997 che colpì l’Umbria e le Marche. Durante una delle tante scosse, l’anno scorso, un deposito della Soprintendenza a Norcia è crollato da un lato; custodiva oltre 2700 casse di reperti archeologici datati dall’VIII secolo avanti Cristo fino all’epoca romana. Iniziarono subito le operazioni di soccorso coordinate dai vigili del fuoco e dai funzionari del Mibac. Nelle cassette c’erano il frutto delle campagne di scavo condotte in buona parte della Valnerina, reperti perlopiù destinati allo studio e non all’esposizione, ma l’interesse era significativo come nel caso dei ritrovamenti riaffiorati dalle diverse necropoli studiate nella zona, tra loro anche corredi funerari che sono attribuiti agli antichi Umbri.

- Magnifico, ma cosa c’entro io?

- Aspetta… Gli antichi Umbri, secondo Plinio, erano la stirpe più antica della penisola: “Gens antiquissima Italiae”. In quanto a reperti celebri, in quelle zone, forse avrai sentito parlare delle Tavole di Gubbio, ritrovate nel 1444 e citate anche in Anna Karenina, di Tolstoj.

- Le Tavole Iguvine.

- Sì; ma in Umbria sono state notevoli anche le influenze dei Celti, popolazione antica della quale si parla molto poco, in Italia. Le cronache ci narrano di Carlo Magno che si dette parecchio da fare per sottomettere le ultime sacche di resistenza dei pagani, proprio intorno Spoleto, che veneravano i loro riti in onore dell’Uomo Verde dei Celti…

- Alt, professor Cassini. Sono le tredici e trenta, io sono affamato, siamo bloccati in mezzo ad un mare di automobili, e ancora non mi hai detto a cosa devo tanto onore. Non sono un archeologo e neppure un esperto di antichi culti religiosi.

- Capperi, Mister Tau, ci stavo arrivando. Vuoi sapere cosa hanno trafugato a Norcia, dai reperti in realtà da trasferire a Spoleto l’anno scorso?

- Dimmi pure, sono tutto orecchi.

- Qualcosa che ha dato il via a una sciarada di sacrifici umani, un revival, probabilmente di antichi riti infernali. Da allora, in Umbria, si sono verificati molteplici delitti, talvolta associati a simboli malefici o rituali oscuri. E spesso simili particolari non vengono diffusi tramite la stampa per evitare interferenze con le indagini. O forse per altri motivi.

Cominciavo a capire. Del resto, Cassini aveva già collaborato sia con le forze dell’ordine, sia con le gerarchie ecclesiastiche, in passato

- Qualche svitato che vuole evocare Satana tramite il sangue?

- Il mio contatto con la curia locale è convinto di questo e altro. Ma ne sentirai parlare tra poco. Lo andremo a trovare in quel di Norcia, dove si presume sia stato trafugato quel reperto di cui ti parlavo. Tra l’altro, tra i problemi del clero del posto, c’è da dire che si è salvata solo la Chiesa della Madonna Bianca, appartenente all’Arcidiocesi Spoleto-Norcia.

- San Benedetto è stata demolita dal terremoto.

- Non solo: la Concattedrale di Santa Maria Argentea, Santa Maria delle Grazie, San Salvatore e Sant’Andrea…tutte crollate nel 2016.

- In Italia, i terremoti sono sempre stati una dannazione: è dai tempi di Roma Antica che distruggono la superficie, le case, le strade. Le cronache del tempo ne parlano dal IV° secolo fino agli inizi del XVI°. Intere città furono rase al suolo, gli abitanti morirono come mosche. La penisola italiana è sempre stata un luogo sismico.

- Ed è altrettanto assurdo che qualcuno si sia messo in testa di placare la terra con il sangue umano, no?

- Mi pare tipico di certi riti pagani. E’ per questi motivi che sei stato convocato, dunque. Ma non ho letto niente del genere, sui giornali. Ovvero il collegamento di certi delitti con le attività di una setta, o qualcosa del genere…

Cassini annuì – quel che pubblicano, solitamente, è relativo a quanto le procure ritengono giusto o conveniente pubblicare. E in Italia prima di arrivare soltanto a sfiorare l’ipotesi di omicidi rituali o massonici, deve accadere un finimondo; talvolta non basta neppure questo.

- Si chiama censura. Da parte di chi?

- Da parte di chiunque, da posizioni di potere, ritenga di dover tacere alla pubblica opinione la vera motivazione di determinati accadimenti. Di volta in volta, i presidenti dei tribunali, certi pubblici ministeri, persino certi periti incaricati di effettuare le indagini necessarie a far comprendere al magistrato inquirente di turno la vera motivazione di un delitto particolarmente efferato, poco comune o addirittura incomprensibile.

Eravamo arrivati sul GRA, e da Orte saremmo usciti sulla Flaminia per arrivare alla SS 685.

Estratto dal romanzo SENZA CUORE



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