Me lo stavo chiedendo anche
quel giorno di fine settembre, mentre l’autunno non voleva proprio cedere al
freddo stagionale e su Roma risplendeva un sole pallido ma tenace. E in una
giornata come quella, ero di nuovo convocato dal commissario Cella: un solerte
funzionario di polizia che avevo già, purtroppo, avuto occasione di conoscere.
Costui amava ricevermi di
prima mattina, in questura, con un capiente vassoio posato sulla scrivania
proveniente dal bar sottostante, contenente un bricco di caffè bollente, latte,
cornetti e ciambelle fritte. Talvolta, offriva pure.
A quell’ora, la gente che
affolla uffici come quello mostra un’energia particolare. Vedo sempre
poliziotti e funzionari affaccendati in mille mansioni, persone tra le più
disparate che parlano, si lamentano, gesticolano. Uno spaccato di vita umana
che anima un commissariato con i suoi suoni, le cantilene, il sussurrare delle
prostitute che attendono di poter tornare sulla strada e qualche ubriaco che fa
loro il coro.
- Deve firmare la
deposizione, per il tribunale – bofonchiò Cella, con la bocca piena di cornetto
alla crema e una tazza di caffè amaro in mano – Capisco che l’ora possa
risultare scomoda a lei, ma io inizio a lavorare presto.
Mio malgrado, dovevo pur
collaborare alla coda di un’indagine giudiziaria che mi aveva visto
protagonista e vittima di un maniaco. Una storia alquanto intricata e amara che
mi aveva rovinato la vita per qualche settimana.
Firmai dopo aver vuotato una
tazzina di ottimo espresso. Era l’ultimo atto, prima dell’udienza che sarebbe
stata fissata chissà quando, e che avrebbe chiuso la disavventura vissuta di
recente.
- Sa che ci è stato utile,
dopo tutto… Chi l’avrebbe detto? – commentò, controllando sul documento in
questione che sapessi ancora firmare.
- Eh, già; un cartomante che
collabora con la polizia. Ma non è il primo caso, stia tranquillo, e non sarà
l’ultimo.
- Tranquillissimo… Si tenga
a disposizione e se cambia regione, ci avverta – intimò, prima di afferrare con
avidità l’ultima ciambella rimasta sul vassoio.
Uscii dalla Questura con
grande sollievo.
Il sole mi accarezzava
mentre passeggiavo per le vie di Roma, con quel senso di libertà che l’assenza
di impegni, ed anche la scarsità di soldi nelle tasche, ti può donare.
Camminando per San Vitale,
nel rione Monti, a Roma, m’imbattei nella cerimonia funebre che si teneva nell’omonima
basilica, a pochi passi dai Giardini del Quirinale. Come sempre, ero in
bolletta e attendevo con impazienza la telefonata di qualche cliente.
Tramite annunci sui
giornali, su internet, e il passa parola di amici e conoscenti, pubblicavo i
miei numeri telefonici e ricevevo a casa mia, casalinghe ansiose, studentesse
innamorate, genitori delusi dai propri figlioli e persino qualche manager
incerto sulla qualità del personale.
Invece, quando squillò il
cellulare, sentii la voce di un mio vecchio amico che mi cercava con urgenza.
- Dove ti trovi, Mister Tau?
- Era Jimmy Cassini, uno psichiatra, consulente scientifico dell’Associazione Internazionale
degli Esorcisti; il tipo più amabile che conosca, non soltanto in ambito
religioso, ma quella volta aveva un tono esageratamente ansioso.
- Vicino la questura. Che
succede?
- Sono sotto casa tua;
sbrigati, che partiamo…
Effettivamente, lo trovai
davanti al mio portone, a braccia conserte e con il motore della sua vettura
acceso. Uno splendido maggiolone con il motore rifatto, di colore blu e dai
paraurti metallici fiammanti.
- Mi vuoi dire cosa diavolo
succede?
Cassini era un uomo ormai
maturo, molto giovanile e dalla spiccata tendenza a farsi benvolere dal
prossimo; i suoi occhi azzurri ti fissavano con apparente allegria dietro
occhialetti tondi da professore universitario; suscitava simpatia in chiunque
avesse a che fare con lui, e certamente non l’avevo mai visto così preoccupato.
- Fammi prendere due cose al
volo, e ti avverto che sono al verde. – lo avvisai.
- Finanzio io la spedizione,
tranquillo, ma fai in fretta e partiamo subito; sei l’unico che ha abbastanza
conoscenza delle occulte cose, che sia assolutamente fidato e del tutto
incosciente, e quindi devi accompagnarmi. Ti spiego strada facendo. A parte i
complimenti, mi venne da sorridere. Il noto psichiatra che mi onorava della sua
amicizia, in fondo, mi conosceva bene. Come io, del resto, conoscevo lui.
Era quasi l’ora di pranzo
quando, nel Maggiolone, ci dirigevamo verso la più vicina uscita al GRA,
immersi nel solito traffico deprimente della Capitale.
- Non sarebbe male – provai
a dire, mentre eravamo praticamente fermi, con il semaforo verde, e l’autoradio
che parlava di leggi elettorali in discussione al Parlamento – se provassi a
spiegarmi. Pensa, ieri è uscito il mio annuncio sul giornale… a pagamento… Oggi
avrei atteso le telefonate di clienti in cerca di predizioni. Io vivo di
consenso popolare, caro amico, non dimenticartelo.
- E’ una storia complicata. Da
Roma mi hanno detto di prendere contatto con l’Arcidiocesi di Perugia, dove mi
hanno indirizzato presso la curia locale, dove, per mia fortuna, conosco un
vecchio amico; e conosco anche il procuratore Ambrosetti, della Procura di
Perugia, che certamente dovrò consultare.
- Ed io non ti ho mai visto
così ansioso… Cos’è, hanno trovato profilattici in un convento di suore?
Cassini sospirò, mentre
ripartiva, con il semaforo rosso, per liberare la strada occupata dal suo
Maggiolone e da un’altra decina di vetture, tra i clacson che urlavano.
- Ieri sera c’è stata
l’ennesima scossa tellurica, in Umbria, dalle parti di Spoleto. Magnitudo: due
o poco superiore…
- E allora? La terra trema
da parecchio, mi pare.
- Certamente. Il Centro
Italia, da anni, ha registrato almeno tremila scosse, dopo il terremoto
tremendo del 1997 che colpì l’Umbria e le Marche. Durante una delle tante
scosse, l’anno scorso, un deposito della Soprintendenza a Norcia è crollato da
un lato; custodiva oltre 2700 casse di reperti archeologici datati dall’VIII
secolo avanti Cristo fino all’epoca romana. Iniziarono subito le operazioni di
soccorso coordinate dai vigili del fuoco e dai funzionari del Mibac. Nelle
cassette c’erano il frutto delle campagne di scavo condotte in buona parte
della Valnerina, reperti perlopiù destinati allo studio e non all’esposizione,
ma l’interesse era significativo come nel caso dei ritrovamenti riaffiorati
dalle diverse necropoli studiate nella zona, tra loro anche corredi funerari
che sono attribuiti agli antichi Umbri.
- Magnifico, ma cosa c’entro
io?
- Aspetta… Gli antichi
Umbri, secondo Plinio, erano la stirpe più antica della penisola: “Gens antiquissima Italiae”. In quanto a reperti celebri, in quelle zone, forse avrai
sentito parlare delle Tavole di Gubbio, ritrovate nel 1444 e citate anche in Anna Karenina, di Tolstoj.
- Le Tavole Iguvine.
- Sì; ma in Umbria sono
state notevoli anche le influenze dei Celti, popolazione antica della quale si
parla molto poco, in Italia. Le cronache ci narrano di Carlo Magno che si dette
parecchio da fare per sottomettere le ultime sacche di resistenza dei pagani,
proprio intorno Spoleto, che veneravano i loro riti in onore dell’Uomo Verde
dei Celti…
- Alt, professor Cassini.
Sono le tredici e trenta, io sono affamato, siamo bloccati in mezzo ad un mare
di automobili, e ancora non mi hai detto a cosa devo tanto onore. Non sono un
archeologo e neppure un esperto di antichi culti religiosi.
- Capperi, Mister Tau, ci
stavo arrivando. Vuoi sapere cosa hanno trafugato a Norcia, dai reperti in
realtà da trasferire a Spoleto l’anno scorso?
- Dimmi pure, sono tutto
orecchi.
- Qualcosa che ha dato il
via a una sciarada di sacrifici umani, un revival, probabilmente di antichi
riti infernali. Da allora, in Umbria, si sono verificati molteplici delitti,
talvolta associati a simboli malefici o rituali oscuri. E spesso simili particolari
non vengono diffusi tramite la stampa per evitare interferenze con le indagini.
O forse per altri motivi.
Cominciavo a capire. Del
resto, Cassini aveva già collaborato sia con le forze dell’ordine, sia con le
gerarchie ecclesiastiche, in passato
- Qualche svitato che vuole
evocare Satana tramite il sangue?
- Il mio contatto con la
curia locale è convinto di questo e altro. Ma ne sentirai parlare tra poco. Lo
andremo a trovare in quel di Norcia, dove si presume sia stato trafugato quel
reperto di cui ti parlavo. Tra l’altro, tra i problemi del clero del posto, c’è
da dire che si è salvata solo la Chiesa della Madonna Bianca, appartenente
all’Arcidiocesi Spoleto-Norcia.
- San Benedetto è stata
demolita dal terremoto.
- Non solo: la Concattedrale
di Santa Maria Argentea, Santa Maria delle Grazie, San Salvatore e
Sant’Andrea…tutte crollate nel 2016.
- In Italia, i terremoti
sono sempre stati una dannazione: è dai tempi di Roma Antica che distruggono la
superficie, le case, le strade. Le cronache del tempo ne parlano dal IV° secolo
fino agli inizi del XVI°. Intere città furono rase al suolo, gli abitanti morirono
come mosche. La penisola italiana è sempre stata un luogo sismico.
- Ed è altrettanto assurdo
che qualcuno si sia messo in testa di placare la terra con il sangue umano, no?
- Mi pare tipico di certi
riti pagani. E’ per questi motivi che sei stato convocato, dunque. Ma non ho
letto niente del genere, sui giornali. Ovvero il collegamento di certi delitti
con le attività di una setta, o qualcosa del genere…
Cassini annuì – quel che
pubblicano, solitamente, è relativo a quanto le procure ritengono giusto o
conveniente pubblicare. E in Italia prima di arrivare soltanto a sfiorare
l’ipotesi di omicidi rituali o massonici, deve accadere un finimondo; talvolta non
basta neppure questo.
- Si chiama censura. Da
parte di chi?
- Da parte di chiunque, da
posizioni di potere, ritenga di dover tacere alla pubblica opinione la vera
motivazione di determinati accadimenti. Di volta in volta, i presidenti dei tribunali,
certi pubblici ministeri, persino certi periti incaricati di effettuare le
indagini necessarie a far comprendere al magistrato inquirente di turno la vera
motivazione di un delitto particolarmente efferato, poco comune o addirittura
incomprensibile.
Eravamo arrivati sul GRA, e
da Orte saremmo usciti sulla Flaminia per arrivare alla SS 685.
Estratto dal romanzo SENZA CUORE
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