mercoledì 18 ottobre 2023

Leggere è un fatto culturale

 La conoscenza umana, negli ultimi secoli, si è diffusa mediante i libri. Dall'invenzione della stampa in poi, questo meccanismo è stato lentamente inserito nel processo culturale standard. Prima della stampa, la conoscenze era contenuta in tomi inseriti in biblioteche. Erano i simboli della massima cultura di quei tempi. Drammatici i momenti di distruzione delle biblioteche come accadde in Alessandria.

Oggi, la stampa in genere e la diffusione dei libri sono  in crisi. I motivi sono vari ma qui mi occuperò dei motivi attinenti alla socialità e alla cultura. 

C'è da dire che la cultura non è soltanto quella contenuta un tempo nelle biblioteche e oggi principalmente negli archivi digitali. La cultura sopravvive, seppur a stento, anche nelle librerie. In questi luoghi, per motivi commerciali, si vendono soprattutto libri legati all'istruzione e libri dedicati alla letteratura d'intrattenimento, quella che modestamente propongo io: gialli, noir, fantascienza, horror. Leggere è quindi sempre un fatto culturale e scrivere è la preparazione e l'ispirazione di quell'atto. 

Negli anni passati, la lettura dell'oggetto libro era diffusissima. La stampa abbassò i costi di creazione dei libri e la distribuzione tramite treni o corrieri avveniva capillarmente sia nelle librerie nazionali che nelle edicole a partire da quelle ferroviarie. Questa moda è stata prima limitata poi quasi cancellata dalla diffusione della Rete. La stessa cultura è stata diffusa tramite book elettronici e audio-book. Non c'è nulla di male in questo ma l'oggetto libro rischia di scomparire subito dopo la fine delle librerie. 

Questa considerazione mi ha spinto a cercare con maggior vigore la diffusione a mezzo libro cartaceo dei miei romanzi. Ho abbandonato, quindi, la diffusione degli stessi mediante la mia pagina Amazon. Operazione peraltro irta di difficoltà. 

Non leggiamo più abbastanza. Non vedo persone con un libro in mano e nemmeno una rivista in treno o sedute negli autobus. sono tutti occupati e fissi con i cellulari o pad che siano. Nulla di male in questo ma possiamo dire che non hanno alternative?

Dato che è la cultura che ha permesso la diffusione della conoscenza umana, non ci possiamo permettere l'abbandono dell'oggetto libro. E forse, abbiamo bisogno di libri come non mai in passato, ancora una volta.

Io ho sempre fatto una fatica enorme ad ottenere pubblicazioni cartacee e quindi attenzione da parte degli editori che hanno sbagliato politica e la sbagliano tuttora. Non posso fermarmi perché grazie ai loro errori, oggi è l'oggetto libro in discussione. 

Il libro cartaceo va portato nei luoghi di aggregazione sociale, va propagandato nelle scuole ed esaltato in qualunque momento culturale. Se lo abbandoniamo, perdiamo la fonte delle nostre conoscenze che non potrà mai essere sostituita da un circuito elettronico. Il motivo principale di questo risiede nella maggior fragilità dell'elettronica. Siamo figli di carta stampata e non potremo farci adottare da un circuito di silicio.




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