mercoledì 25 ottobre 2023

Una pausa per ricordare chi siamo

 Mi prendo un momento di pausa, tra un romanzo e l'altro e un'idea per il prossimo racconto e chissà cosa, nella vita tipica di uno scrittore. Prima di procurarsi il fatidico successo, ovvero la capacità di vendere le copie dei propri libri, bisogna essere scrittori, non c'è verso. 

Pertanto, si dovrebbe convenire, almeno a livello di comunità di persone che scrivono e che leggono, chi è uno scrittore. 

Sono pervenuto all'idea che si può definire scrittore chiunque abbia la capacità tecnica di esprimersi attraverso la parola scritta. quindi, una sufficiente padronanza della tecnica di scrittura unita all'indispensabile estro creativo. 

Certamente non è uno scrittore chi compila un cartello di avvertenza, tipico degli obblighi di chi si reca in un luogo: attraversare sulle strisce. Non è uno scrittore chi invia una cartolina a un parente (non si usa più, lo so. Ma non illudetevi: vale anche per i compilatori di messaggi Watts App.). 

Vi confesso che data la mia età anagrafica su questa prigione chiamata Terra, non riesco più a vedere bene la tastiera sulla quale sto digitando queste parole. Un tempo neppure tanto lontano, avrei utilizzato un pennino, intinto in una boccetta d'inchiostro ma l'effetto sarebbe stato lo stesso a causa delle limitazioni fisiche procurate dal trascorrere degli anni. 

Scrivo perché ho imparato a farlo e il mio guscio fisico, quello che utilizzo per esistere nella materialità di ogni giorno, me lo permette. Voi che leggete queste parole, fate la stessa operazione ma in senso ricettivo. Siete lettori, il mio tesoro personale. 

Vi confesso che scriverei ugualmente anche senza di voi. E il motivo è sempre lo stesso: non posso farne a meno. Essere uno scrittore è appunto questo. Equivale a essere un contadino, un fabbro o un fornaio. Non cambia di una virgola. Abbiamo qualcosa, nel nostro DNA, che ci indirizza lungo il percorso terreno. Tutto qui.

Poi, esistono coloro che il destino, la legge, la volontà divina o chissà cosa, hanno deputato a pubblicare e quindi a far circolare le nostre opere. Vedete come il lavoro di uno scrittore debba necessariamente essere coadiuvato da altri attori nella stessa scena, allo scopo di far pervenire un libro a voi tutti. In questo caso ,si tratta di persone mosse da vari input: chi agisce per passione pura, chi agisce per necessità, chi per interesse.  

Se ieri sera avete visto una partita in televisione, avete visto lo stesso meccanismo, ma in senso sportivo. Esistono le squadre in campo per una miriade di altri motivi concordanti a partire da chi mette i capitali necessari a far esistere una squadra di calcio. Si potrebbe pensare a un'analogia tra uno scrittore e un calciatore, o un attore o un cantante di successo?

Divagazioni, penserete, ma indispensabili per capire chi siamo e dove diavolo siamo finiti. Che ci piaccia o meno questo gioco, ce lo siamo scelto e voluto. Vi parlo spesso di Matrice e come uscirne. Se avete letto i miei romanzi, sapete come la penso. Capitemi: è un discorso troppo ampio per riprenderlo in questo post o articolo che dir si voglia.

Doveva finire anche il periodo su Amazon, che pure mi ha procurato un grande aumento di lettori. Ho espresso, poco fa, una convinzione che mi è propria: scriverei anche senza un lettore perché devo farlo. 

Oggi sono tornato a impegnarmi per far arrivare l'oggetto-libro nelle librerie. Ho di nuovo a che fare con i soggetti deputati a stampare e far circolare i miei libri. Alla mia età non è un impegno da poco. Questa parte della Matrice non vuole sbloccarsi.

Dato che noi e l'universo nel quale ci muoviamo, siamo un correlarsi continuo di masse energetiche e di flussi di energia, questo problema è comunque soltanto un fatto energetico. Lo è stato la mia nascita e lo sarà la mia morte, non c'è scampo.

Capiremo, prima o poi, quel che c'è da capire. Probabilmente, la nostra esistenza si esaurisce in questo compito fondamentale: capire. Molti di voi, in questo istante, stanno visualizzando chissà quante soluzioni alternative, è facile intuirlo. E gli scrittori, in definitiva, servono proprio a questo: diffondere alle altre persone un ventaglio di soluzioni possibili.

Niente presunzione in questo. non sono più importante di un pasticcere o di una badante, ve lo garantisco. Devo pensare soltanto a far bene il mio lavoro. Devo essere giudicato per questo. Il resto non è  nemmeno poesia. 

Mi seguirete ancora, ovunque vada? Pochi o tanti che siete, sentite di dover leggere ancora queste parole? Ecco una scommessa da vincere, per me e forse anche per voi.



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