lunedì 16 settembre 2024

Ambientare un romanzo giallo in Italia e creare un personaggio e una trama è possibile?

 Come ricordato nel post precedente, il giallo, in Italia, non è mai stato molto apprezzato ,come genere letterario, dagli editori. Potete riscontrare nella bibliografia di Mondadori quanti italiani sono inclusi nella categoria dei gialli. Magari, anche tra loro è difficile reperire buoni romanzieri. 

Vera in parte è che la vecchia favola che vuole venduti al pubblico soprattutto romanzi provenienti da USA e Inghilterra e esiste ancora. Alla lunga, un simile atteggiamento è collimato con la più ampia e semplice colonizzazione culturale subita, per esempio, nel cinema e in altre forme di sviluppo artistico. 

Spupazzavamo gli anglofoni in ogni ambito e mal ce ne incolga. Oggi non sappiamo più scrivere un buon giallo, in questo paese, come pure nessun romanzo fantastico degno di moda. Simenon, Rex Stout, Hammett e altri, grandi autori stranieri, dovevano essere uno spunto per la creatività nazionale e invece sono diventati una forma di oppressione e schiavizzazione soprattutto agli occhi degli editori mentre i poveri autori nostrani cercavano disperatamente una via italiana per il giallo. 

La televisione, dal canto suo, ha peggiorato questa tendenza. Ricordo le ottime riduzioni dedicate personaggio di Maigret protagonista, oltre alla mitica serie incentrata sulle indagini di Nero Wolfe. Ricordo con molta meno emozione le puntate del commissario Montalbano, però. Camilleri era un buon autore ma ben lungi da diventare un esempio per un vero classico del genere. Sherlock Holmes lo guarda ridendo, con la pipa in bocca. 

Forse che il clima c'entri qualcosa con le trame gialle? La nebbia dei rigidi climi continentali si sposa meglio con le avventure di personaggi che devono trovare soluzioni ai crimini? Qui, tra pizza, mandolini e fiori sbocciati al calore primaverile non possiamo raccontare le nostre trame misteriose? Dobbiamo perpetrare questa leggenda?

La vostra risposta, qualunque sia, potrebbe non collimare con l'atteggiamento dei nostri editori. Per un autore italiano, pubblicare è quasi impossibile, se poi si occupa di gialli diventa un'impresa titanica. Ho scritto gialli per 40 anni e posso dirlo con certezza. Semplicemente, è molto probabile che opere del genere non vengano neppure esaminate tanto il pubblico si beve di tutto purché abbia una copertina colorata di giallo tra le mani e i nostri editori preferiscono ristampare in Italia romanzi pubblicati anni prima negli Stati Uniti o in Gran Bretagna piuttosto che proporre nuovi autori italiani. Questa abitudine è tanto imposta per le pubblicazioni regolari quanto replicata nei concorsi letterari esistenti. Ho sperimentato personalmente come sia impossibile trovare la minima attenzione nelle varie selezioni degli editori. 

Uno dei miei divertimenti preferiti era scrivere un buon romanzo giallo, inviarlo in visione al Premio Tedeschi della Mondadori, poi veder pubblicato un giallo che puntualmente non riuscivo neppur a leggere oltre le prime cinque pagine. Capita di frequente, per un autore, scrivere quel che vorrebbe poter leggere ma con i vincitori del Premio Tedeschi è diventato un ridicolo incubo. Possibile che, da lettore, non riesca ad apprezzare neppure uno dei romanzi vincitori? Ma non sarà che premi come quello hanno già un vincitore prima di operare la selezione tra i testi pervenuti? E come mai la qualità dei libri comunque risultanti vincitori è spesso così, drammaticamente, scarsa? Voi penserete che si tratti del mio, personale, giudizio e allora non vi resta che fare la prova. I vincitori del Premio Tedeschi potete trovarli tra i Gialli Mondadori in edicola, buona lettura e fatevi la vostra opinione.

Io scrivo roba diversa e forse è questo il mio difetto. Non riesco a uniformarmi alla peggior letteratura proveniente dalle librerie estere, vorrei, semmai uniformarmi alla migliore ma non mi riesce neppure questo. Ho dovuto e voluto creare trame e personaggi alternativi, diversi, che non trovano comunque collocazione nella risicata produzione nazionale che potete riscontrare nelle edicole e nelle librerie. 

A lungo andare in tanti anni di lettura prima e di scrittura poi, posso ricordar soltanto che spesso i vincitori di premi vari rientrano nella fin troppo abusata categoria dei raccomandati di cardinali o senatori al pari dei vincitori di concorso pubblico. Mentre tra questi ultimi si usa infilar anche qualche persona priva di robuste conoscenze, tra gli autori italiani di letteratura gialla è veramente arduo andar a cercare produzioni che valgano la spesa e l'impresa. 

Per questi motivi è fin troppo ampia la produzione e quindi l'offerta alternativa che trovate nel cosiddetto self publishing, l'auto pubblicazione che offrono canali come Amazon. Questo sistema ,adottato anche da me, è utile per testare la risposta del pubblico per gli autori che non riescono ad arrivare nelle librerie. Alla lunga, può produrre qualche guadagno economico ma resta confinata nel dilettantismo troppo spesso. 

Scuole non ne esistono, quindi palestre come l'autopubblicazione possono risultare valide. Alla fine di questo discorso, rimane probante la qualità di quanto effettivamente pubblicato dai poveri editori nazionali nella categoria dei gialli. Da lettori, giudicate voi, in rapporto al prezzo di tali volumi. 

Io mi limito al mercato dell'usato dato che la mia esperienza di scrittore è paragonabile a quel periodo storico. Ho smesso di scrivere gialli da tempo perché tale attività non mi ha reso neppure un centesimo, compresa la pubblicazione di SENZA CUORE che potete trovare ancora in qualche store on line. Sono troppo anziano per percorrere strade soltanto al fine di scoprire quel che già so. Voi, probabilmente, di tempo da utilizzare ne avrete ancora e questo piccolo post forse vi orienterà adeguatamente.


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